Rudoni: «Tendenze positive in atto da inizio anno»

All’incontro hanno partecipato il senatore Giuseppe Valditara (nella foto) e Luigi Vimercati

«La lettura congiunturale dei principali indicatori d’area svolta dal nostro ufficio Studi conferma le tendenze positive già in atto da inizio anno. Il miglioramento del clima economico giunge dopo anni di crisi, di sacrifici, di investimenti e di dolorosa scrematura “darwiniana” fra le imprese della zona. Quello che ci troviamo di fronte oggi è un apparato industriale selezionato e generalmente moderno. Irrobustito sul piano tecnologico e organizzativo, meglio attrezzato per far fronte alle sfide e alle dinamiche imposte dalla mondializzazione dei mercati». Antonella Rudoni, presidente di Confindustria Alto Milanese, nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione, ha dato voce alla tiepida ventata di ottimismo che da un po’ di tempo si respira tra gli industriali nostrani. Ad ascoltarla, al teatro Cantoni a Legnano, in un uggioso lunedì di ottobre, c’era tutto il sistema economico locale, ad esprimere con la propria presenza l’importanza che ha per il territorio dell’Altomilanese un’associazione che da più di sessant’anni è presente nei venti Comuni del nord-ovest milanese, e che conta oltre 500 imprese con più di 15mila addetti. Numeri importanti, come dimostrato da una recente indagine della Camera di Commercio di Milano, presentata proprio in occasione dell’assemblea di Confindustria Alto Milanese, che certifica l’ancora attuale forte vocazione industriale del territorio. «La storia che abbiamo alle spalle ci racconta di ciminiere sorte di pari passo con le città, in un rapporto di causa/effetto -ha detto la Rudoni-. In questo territorio è stato toccato con mano il ruolo “costruttivo” del manifatturiero, che oggi, pure in un processo di progressiva “terziarizzazione” del tessuto produttivo, continua a rappresentare il principale presidio economico-occupazionale. Questa non è un’area hi-tech (informatica, biotecnologie, eccetera) ma è un territorio che conserva una forte specializzazione in settori tradizionali, come la moda (tessile, abbigliamento, calzature) e la meccanica (elettromeccanica e beni strumentali), con imprese che sanno mantenere una capacità competitiva, avendo puntato sulla qualità del prodotto, sul servizio al cliente, sull’utilizzo di tecnologia, dedicando la doverosa attenzione all’aspetto finanziario».

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