FedLo: creiamo futuro

IL CONVEGNO DI LONDRA HA PROPOSTO NUOVE SFIDE PER LE BCC LOMBARDE

Dopo Parigi, Londra. “Cooperare per competere”, infatti, è la sfida delle Bcc Lombarde partita nella capitale francese nel 2005 e ribadita, lo scorso ottobre, durante la due giorni di studi nella city inglese. Molti i temi dibattuti e molte le personalità presenti. Due mattine di lavori intensi, che hanno preso in esame la mutualità interna, quella esterna, le Federazioni locali e le politiche cooperative per i giovani.

22Mutualità interna. Nella prima delle due giornate di lavori, gli interventi si sono concentrati sulla nuova normativa inerente la vigilanza cooperativa che entrerà in vigore all’inizio del 2007. Emanuele Cusa, docente dell’università di Trento, ha parlato di una «straordinaria opportunità per le Bcc di dare senso e concretezza al primo dei volti della mutualità: quello interno ». La normativa, infatti, prevede che il revisore dovrà «accertare che la banca sia dotata dei presupposti strumentali (regolamenti assembleari e/o elettorali, consulte dei Soci, etc) che consentano ai Soci la partecipazione attiva alla vita sociale senza compromettere l’esercizio dei diritti di espressione, di voto e di candidatura in capo al Socio». Peraltro, la nostra Bcc è stata una delle prime a dotarsi di un vavanzato regolamento elettorale ed ad aprirsi a forme di collaborazione interattive con i Soci. Proprio a Cusa è stato affidato dalla Federazione Lombarda il compito di coordinare un gruppo di lavoro che ha messo a punto un pacchetto di regole che assicurerà alle Bcc il superamento dell’esame revisionale e garantirà di essere considerata una “buona cooperativa”. Alessandro Azzi, presidente della Federazione Lombarda, ha precisato che «si tratta di un regolamento assembleare che dovrà essere sottoposto all’approvazione di un’assemblea dei Soci per consentire di utilizzare le nuove regole per le elezioni delle cariche sociali quanto prima». I “paletti”, finalizzati per migliorare la governance delle Bcc, hanno posto l’accento su tre diritti fondamentali dei Soci: diritto all’informazione, diritto alla partecipazione consapevole e diritto alla candidatura alle cariche sociali.

Mutualità esterna. Molto più comunicativa, la mutualità esterna si rifà nei confronti del territorio e della comunità locale di riferimento. Durante il 23convegno, gli interventi che hanno sottolineato l’alleanza strategica e prolifica con le Bcc sono stati molti. Hanno contribuito a valorizzare l’attività mutualistica del Credito Cooperativo, ma anche sollecitato a non lasciare che le collaborazioni restino fini a se stesse, ma che siano costantemente alimentate dando vita a circoli virtuosi per il bene delle comunità di riferimento, ma non esclusivamente. A parlare di mutualità esterna è intervenuto Aldo Bonomi, attento sociologo che dedica molte analisi e studi proprio alle realtà delle Bcc. Bonomi, capace di relazionare tra di loro realtà che, a prima vista, posso apparire lontanissime (come autostrade, energia, telecomunicazioni e banche) ha parlato della connessione che sussiste tra il capitalismo delle reti e il capitalismo manifatturiero. «Occuparsi del territorio -ha commentato Azzi- significa occuparsi del suo sviluppo, dei progetti per il domani. L’approccio mutualistico implica che occorre occuparsi di tutto quello che vive sul territorio e che deve nascere dal territorio; anche le infrastrutture, le fabbriche dei saperi, le risorse comuni presenti». Azzi ha portato come esempio la “Brebemi”, il nuovo collegamento stradale Brescia- Bergamo-Milano, cui le Bcc lombarde interessate dalla tratta stanno guardando con grande partecipazione.

24Federazioni Locali. L’importanza delle Federazioni locali, del loro ruolo di vigilanza e attenzione nei confronti delle Bcc associate, è stato discusso con grande interesse nella seconda giornata di lavori. La mutualità del territorio, primo humus per il Credito Cooperativo, sta assumendo connotazioni sempre più complesse e vaste coinvolgendo una pluralità di interlocutori (enti locali, camere di commercio, aziende sanitarie locali, società municipalizzate, consorzi fidi, università) talvolta difficili da raggiungere per le singole Bcc. Le Federazioni locali, dunque, devono assumersi l’onerosità di intervenire nel sistema prevedendo un ruolo di sussidiarietà che assista e supporti le Bcc nel proprio ruolo di protagoniste del territorio.

I giovani. Qual è la politica delle Bcc verso i giovani? Il dibattito è molto sentito. Il Credito Cooperativo, in tutte le sue fasi di sistema, offre prodotti 27specifici per i giovani, incentivi allo studio, premi per i figli dei Soci meritevoli, finanziamenti agevolati per l’acquisto dei libri, l’iscrizione alle università o ai master post-universitari. In alcuni lodevoli casi non mancano politiche economiche per l’inserimento nel mondo del lavoro. Ma il convegno di Londra è stato il momento per porsi domande indispensabili sia per lo sviluppo delle comunità di riferimento sia per la crescita e l’innovazione del sistema Credito Cooperativo. Quanti giovani, dunque, sono attratti, motivati e convinti dall’esperienza delle Bcc? Quanti diventano Soci e amministratori? Un tema sul quale «iniziare a riflettere in modo organico» ha concluso Azzi che auspica una condivisione organica delle politiche e l’assunzione di impegni concreti da parte di tutta la Federazione lombarda.

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