Approfitto di questa occasione, nella veste di presidente uscente dell’associazione Circolo Culturale Ricreativo, per fare una sintesi di questi dieci anni trascorsi al servizio dei Soci e della Banca. Non mi sono ricandidato per il rinnovo del direttivo perché dopo dieci anni mi è sembrato giusto lasciare quest’incarico, questa realtà associativa, alla quale ho dedicato molte energie, molta passione e tanto tempo in assoluta gratuità. Sono convinto che il ricambio delle persone all’interno delle diverse istituzioni, siano esse pubbliche o private, è fondamentale per lo sviluppo delle idee, per dare nuovo vigore e nuovo impulso propositivo. Ho maturato questa decisione con difficoltà e fatica e la scelta non è stata facile. Il Ccr ha iniziato il suo percorso nel 1997: l’allora presidente Franco Gornati mi affidò l’incarico di redigere una bozza di statuto dell’attuale associazione. La nostra Bcc desiderava dotarsi di uno strumento che desse la possibilità alla compagine sociale di godere di proposte diverse da quelle strettamente bancarie, in modo da favorire la socializzazione e la reciproca conoscenza dei soci. Ricordo come se fosse ieri una delle persone che più di tutte hanno sostenuto la fondazione del Cral: Ferdinando Caglio, il padre del nostro attuale presidente Silvano, che ricordo con stima e affetto. Volendo esprimere un giudizio globale, ma sintetico, di questi dieci anni, devo dire sinceramente che sono prevalsi, seppur di poco, gli aspetti positivi. A pesare sul consuntivo negativo sono stati alcuni anni nei quali non c’è stata sintonia con i vertici della Bcc, che hanno lasciato in me una profonda amarezza, difficile da dimenticare. Attualmente, però, posso affermare che i rapporti tra l’associazione e la nostra Bcc e, in particolare, il Progetto Soci sono buoni: c’è sintonia sia nelle intenzioni sia sugli obiettivi, garantita da una reciproca collaborazione e disponibilità a operare esclusivamente in favore dei Soci. Lascio quest’incarico non senza una punta di nostalgia e di rimpianto. Concludo ringraziando dal profondo del cuore tutti coloro che hanno condiviso con me questi dieci anni; in particolare i collaboratori più stretti con i quali ho trascorso momenti di gioia, ma anche di sconforto. Senza fare torto a nessuno vorrei ricordare due persone -due amici- che sono sempre state al mio fianco: Carla Ferrario e Luigi Selmo, ai quali dedico la mia riconoscenza e il mio affetto. Auguro al nuovo consiglio direttivo un buon lavoro e un sereno triennio. Grazie di cuore a tutti.