Utile lordo di 1 milione 800mila euro, ossia la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate chiude il 2010 a più 23% rispetto al 2009. È un risultato in controtendenza rispetto alla media delle Bcc lombarde quello registrato dalla nostra banca, perché l’ultimo esercizio non è stato un anno qualsiasi. Basti un dato: nel 2010 l’Euribor a tre mesi ha toccato il minimo storico dalla sua nascita (0,64 pbs). «Presentare all’assemblea dei soci un bilancio con questi numeri non è per nulla facile –dichiara il presidente della Bcc Roberto Scazzosi–. I numeri della nostra banca rispecchiano due situazioni: quella dell’economia reale, che ancora nel 2010, se si eccettua una vampata finale, appariva poco vitale, e il grande lavoro svolto dalla nostra struttura, che si è prodigato in un lavoro che contribuisse a invertire la rotta. Un lavoro per aiutarsi a crescere, a dispetto delle oggettive difficoltà del sistema». Infatti, nonostante la fonte prima della redditività (lo spread) di banche commerciali come sono tipicamente quelle del Credito Cooperativo si sia ridotta, l’utile lordo segna un riscontro positivo. Strategia azzeccata quella scelta dalla banca, che ha contrastato gli effetti della riduzione del margine d’intermediazione: ha pagato la tempestività nella pulizia dei crediti fatta ai primi cenni di crisi, la diminuzione delle spese amministrative e la politica di raccolta, con performance notevoli realizzate in particolare sull’indiretta. Anche questo dato, che vale un +14,63% sul 2009, è superiore rispetto ai livelli espressi dal sistema del Credito Cooperativo, sia lombardo sia nazionale. «Ed è conseguenza di una scelta ben precisa –spiega il direttore generale della Bcc Luca Barni–; noi da tempo consideriamo, infatti, questo comparto una linea di business di primaria importanza per la redditività della banca. Ancor più significativo che, all’interno di questa voce, salga del 21,85% la quota di risparmio gestito, la porzione di raccolta potenzialmente più interessante e su cui stiamo concentrando i nostri sforzi». Restando alla raccolta, sostanzialmente stabile è la diretta, dopo un biennio di forte crescita: un dato che risente della forte concorrenza delle maggiori banche sulla clientela retail manifestatasi soprattutto sul finire del 2010. Una situazione comprensibile, alla luce di un quadro che, finanziariamente, penalizza le banche italiane sul mercato internazionale in termini di spread da applicare alle emissioni di bond. Segno positivo –e questa è una costante della politica della Bcc negli ultimi anni– anche per i crediti alla clientela, che progrediscono del 5,2%, in linea con il Credito Cooperativo ma decisamente superiore a quanto espresso dai primi cinque istituti del sistema bancario italiano. «È la riprova di un merito che ci è riconosciuto da tempo –afferma ancora Scazzosi–: la nostra Bcc e tutto il movimento del Credito Cooperativo svolgono una funzione anticiclica, soprattutto nei confronti della micro, piccola e media impresa». Il dato sugli impieghi del 2010 consolida l’andamento del 2009; frutto, questo, della strategia assunta dalla Bcc alla fine del 2008. Con la crisi, infatti, la Bcc non ha fatto mancare il proprio apporto all’economia del territorio, anzi. In particolare nello scorso esercizio, è stato mantenuto l’equilibrio della composizione dell’attivo nonostante le condizioni esterne tendano ad allungare al medio lungo termine i finanziamenti. Minima contrazione, invece, per quelli a breve termine, ossia
quelli collegati alla gestione del circolante delle aziende; una prova, questa, della diversa condizione dell’economia reale sul territorio di competenza. Impieghi in crescita, quindi, ma sempre monitorati con estrema attenzione, come testimonia la crescita delle garanzie a tutela del rischio, pari al 64,5% dei finanziamenti erogati. Dagli impieghi alle attività deteriorate, ossia le sofferenze, gli incagli e le esposizioni scadute da oltre 180 giorni. La voce aumenta rispetto al 2009, ma con la tendenza a diminuire rispetto alle Bcc lombarde e al sistema bancario nazionale. Attenendosi all’unico dato confrontabile, le sofferenze lorde, questo cresce del 18,8% rispetto al 2009, contro un +29,2% delle sorelle lombarde e un +31,8% registrato in media dalle banche italiane. La stabilità degli incagli, dato in controtendenza rispetto alle Bcc lombarde, dimostra la bontà del lavoro di monitoraggio del credito svolto sia in fase di erogazione sia di gestione dello stesso. Cresce dello 0,28% rispetto al 31 dicembre 2009, il patrimonio di vigilanza, che ora si assesta a 107 milioni 767mila euro. La voce rientra nel campo dei requisiti prudenziali di vigilanza, dato appunto dal rapporto fra patrimo nio di vigilanza e attività i rischio ponderate, che vale per il 2010 il 15,70%. Passando ai risultati economici dell’ultimo esercizio buone notizie arrivano dal margine d’interesse: la diminuzione del 4,59% è dato positivo se comparato con il – 31%registrato a fine 2009. E questo, come già ricordato, in presenza di un Euribor ai minimi storici ad aprile 2010 e sostanzialmente stabile al basso sino a giugno per risalire con estrema lentezza nella seconda parte dell’anno. Un segno, questo progresso, di un lavoro efficace svolto sull’unica leva manovrabile, il controllo degli interessi passivi, a fronte della pesante incidenza dell’Euribor sugli attivi. Altro dato positivo la diminuzione del 4,7% del margine di intermediazione, in miglioramento rispetto al 2009. Da sottolineare, in particolare, la performance delle commissioni nette: ha quindi funzionato la scelta di puntare sul comparto della vendita dei servizi collegati ai prodotti di finanziamento e di investimento. Se la gestione del portafoglio di proprietà è stata condizionata dalle turbolenze presenti sui mercati, la Bcc ha prudentemente deciso di mantenere basso il livello di rischio utilizzando titoli indicizzati che, nel corso dell’anno, hanno generato un minor introito. Il risultato netto della gestione finanziaria (-0,79%) è, nella sostanza, in linea con quello del 2009; dato positivo se confrontato sia con le Bcc lombarde sia con il sistema bancario nazionale. La tendenza delle rettifiche di valore, in flessione rispetto al 2009, ma che resta comunque, in valori assoluti, di rilievo, rispecchia l’andamento delle sofferenze lorde ed evidenzia, ancora una volta, un dato inferiore rispetto al sistema della Bcc lombarde. «Dalla fine del 2008 è stata questa la nostra politica –conferma il direttore Barni–: un’attenta analisi del credito con relativa copertura delle posizioni deteriorate. E i risultati si vedono». E c’è anche un dato storico nel bilancio 2010 della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate: per la prima volta le spese amministrative sono in diminuzione. «Nella storia ultracentenaria dell’istituto non era mai accaduto che le spese amministrative diminuissero –conclude Barni–; questo è avvenuto per la componente “altre spese amministrative”, in ribasso del 7,15%. È il frutto della complessiva opera di razionalizzazione in corso nella banca, perché proprio questa è la direzione di marcia che la Bcc ha imboccato: il cambiamento in chiave aziendale». La componente delle spese per il personale è invece cresciuta del 2,45%, fatto, questo, da ricondurre, nella quasi totalità dei casi, agli adeguamenti contrattuali. Più complesso tirare le somme, perché nel 2010 soltanto l’utile lordo è confrontabile con il riscontro 2009. Infatti l’utile finale, quello che risulta al netto delle imposte (passato da 1 milione 322mila euro nel 2009 al milione 201mila euro del 2010), è influenzato da una componente straordinaria legata al calcolo delle imposte stesse nel corso del 2009. Gli importi parlano chiaro: le imposte sul reddito 2010 sono pari a 607mila euro; nel 2009 erano 146mila. Tecnicamente l’imposizione del 2009 beneficiava dell’effetto positivo derivante dall’applicazione dell’imposta sostitutiva; un beneficio quantificabile in 558mila euro.
PER APPROFONDIRE:
Sistema Bcc: analisi di un fenomeno nuovo
Tempo di bilanci per le Bcc e tempi grami per più di una fra le consorelle del Credito Cooperativo. Come già riferito nelle uscite stampa d’inizio anno, il 2010 è anno storico per il movimento: per la prima volta da quando esistono, infatti, diverse Bcc chiuderanno in rosso il bilancio 2010. La crisi del sistema economico, nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle, ha pesato sui conti delle banche. Basti un giro fra alcuni istituti della Lombardia per rendersene conto. Ci sono banche, fortemente radicate nell’economia locale, che chiudono il 2010 con significativi cali nel margine di interesse e di intermediazione e un risultato lordo in marcata flessione rispetto al 2009. Non stiamo parlando di situazioni isolate, ma di casi che fotografano fedelmente il 2010 per interi sistemi di Bcc. È il caso di quelle bergamasche (nove in tutto), il bilancio delle quali è segnato in modo sensibile dagli effetti della crisi economica. Ad autorizzare un po’ di ottimismo i dati sulla raccolta diretta, che ha segnato un +2,79%, gli impieghi totali, saliti del 5,22% e il numero di soci, cresciuto del 4,16%. Per altre le flessioni sono decisamente più marcate, tanto da determinare il rosso in bilancio. Sono state le realtà colpite dalle crisi aziendali e con un rosso di qualche milione di euro, contro un 2009 che chiudeva, anche se di poco, in utile. Sui conti hanno pesato la crescita delle rettifiche di valore su crediti, che in certi casi sono cresciute sino al 175%. Se i crediti deteriorati a fine esercizio sono cresciuti del 50%, una parte consistente delle nuove sofferenze (sino al 70%) ha riguardato il coinvolgimento in procedure concorsuali. Per alcune Bcc della Lombardia il rosso in bilancio è una prima storica; il segno meno del 2010 vale diversi milioni di euro, anche se la chiusura del 2009 era tranquillamente positiva. E, in certi casi, non parliamo di banche di primo pelo ma con una lunga storia alle spalle; del resto i tassi non erano mai stati così bassi. E se le sorti dei conti di una banca sono legate al margine di interesse la flessione dei ricavi non poteva che essere la logica conseguenza in una congiuntura come quella del 2010. Riduzione drastica del margine di intermediazione, rettifiche di valore per deterioramento crediti nel 2010 che si sono incrementate più del 20%. Milioni di euro (in casi di Bcc di dimensioni significative, ben oltre i 120) sono stati impiegati per moratorie, riclassificazioni e rinegoziazioni dei mutui e anticipi della cassa integrazione. Dati, questi, che restano nei documenti e nella storia, ma che non fiaccano l’ottimismo dei vertici delle Bcc che hanno chiuso in passivo, alimentato dai primi riscontri dell’anno, che per il 2011 prevede di rivedere l’utile. Qualcuno, poi, ha perfino conosciuto il commissariamento; e i risultati della gestione hanno originato un’azione legale culminata in un esposto in Procura. Con tanto di richiesta di risarcimento danni multimilionaria agli ex vertici per irregolarità nella concessione del credito.