Una percentuale tanto per gradire: gli impieghi della Bcc nel primo trimestre dell’anno sono cresciuti quasi dell’1,8% rispetto al dicembre 2010. Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2011 parte con il piede giusto. Tanto più che, tradizionalmente, la richiesta di finanziamenti da parte delle imprese conosce un andamento stagionale e, da sempre, si attendono i bilanci per muoversi. E allora se gli impieghi, dal secondo quadrimestre dell’anno, fanno registrare di norma un aumento, un po’ di ottimismo è autorizzato per i mesi a venire. Erano attesi i risultati della prima parte del 2011, soprattutto alla luce della conclusione scoppiettante del 2010; un ultimo trimestre che aveva illuso molti, ma di cui poi, al cambio di data, si era smarrita la verve. Questo in termini generali; da queste parti, invece, a correggere in positivo la tendenza diffusa al piattume, c’è il marchio di fabbrica del territorio. Imprenditorialità diffusa, multisettorialità sono i fattori che fanno la differenza, insieme con l’attenzione che una banca del territorio come la Bcc riserva al mondo imprenditoriale. Per tornare al finale del 2010, se i finanziamenti concessi dalla Bcc sono cresciuti del 4,7%, quelli dei cinque maggiori istituti nazionali, che insieme superano il 50% del mercato, piegavano dello 0,1%. Ma c’è un altro dato in apertura d’anno che porta acqua al mulino della speranza: i conti correnti attivi sono tornati ai livelli dell’aprile 2010, dopo che da dodici mesi questi segnavano un negativo fra il 6 e il 7%, per scendere fino a – 10% alla fine dell’ultimo esercizio. Il + 3% registrato al 31 marzo rispetto al 31 dicembre; segnale che qualcosa nel mondo delle imprese si sta muovendo, e nella direzione giusta. Buone nuove anche sul fronte della raccolta, e questo per una scelta strategica ben precisa, l’emissione di prestiti obbligazionari nei primi mesi del 2011 ha aumentato le scorte e ha giocato d’anticipo. Infatti le scadenze sui PO cadono nel secondo quadrimestre dell’anno, ma incamerare liquidità è gettare le basi per lavorare al meglio. In percentuale, su dicembre 2010, l’incremento della raccolta registrato al 31 marzo (oltre 1 milione 142mila euro) è dell’1,4%; se invece il confronto si gioca anno su anno, rispetto a marzo 2010 il più vale un 3,8%. Questo dato concorre a migliorare l’andamento impieghiraccolta, misurato dall’ALM; un indice per monitorare in modo integrato i flussi finanziari delle banche. Le due grandezze hanno marciato abbastanza distanziate a favore della raccolta nel 2010, poi il gap si è ridotto progressivamente sino a sfiorarsi a cavallo di 2010 e 2011. Ma adesso, tra la linea della raccolta e quella degli impieghi si è riaperta la forbice; lì c’è la liquidità per creare ricchezza, oltre che per rafforzare strutturalmente la solidità dell’istituto.