I nostri valori indicano la rotta

L'editoriale del presidente del Consiglio di Amministrazione

Quest’anno l’assemblea si è svolta all’interno della Festa del Socio, quale volesse essere il punto più alto della coesione e della condivisione che deve esistere tra la Bcc ed i suoi soci. Tra i soci visti in assemblea e nei tre giorni di festa, sono tanti quelli che in questi giorni abbiamo incontrato. Chi ha partecipato all’assemblea avrà notato come, quest’anno, si sia dato meno spazio alla situazione economica (anche perché del tutto soddisfacente) e si sia concentrata l’attenzione su cosa la banca sta facendo per l’economia del suo territorio e come sta presidiando i rischi a cui la nostra manovra espansiva ci sta esponendo. L’obiettivo che ci poniamo per i prossimi anni sarà quello di creare un momento assembleare sempre più ricco di contenuti e fucina di idee per il nostro futuro. Mi è capitato di parlare con qualche socio che fa fatica a ritrovarsi. Ha paura di perdere la sua vecchia Cassa Rurale. Anch’io, nei giorni scorsi, preparando questa assemblea ho ripensato alle prime a cui ho partecipato. Erano le ultime che si svolgevano nel salone dell’oratorio maschile di Busto Garolfo. I ricordi (che spingono alla curiosità) mi hanno addirittura portato ad andarmi a rileggere alcuni verbali del nostro primo libro assemblee, ancora di fine ‘800. I temi, i problemi, erano notevolmente diversi, ma mi ha fatto enorme piacere vedere quanto lo spirito nell’affrontarli fosse simile a quello che ancora oggi ci pervade. Certo, nel 1999, molti di noi, all’atto della votazione per la fusione delle due Bcc, non aveva- no considerato come sarebbe realmente cambiata la storia di questa Banca e che peso avrebbe potuto avere sul territorio che si era deciso di abbracciare. Ma ora che l’avventura è iniziata, è bello scoprire quanto il nostro modello, sempre più raro, di fare finanza democratica, partecipata, di comunità, capace di includere e promuovere, possa esse- re utile a tutta l’economia locale. Ritornare al passato e poi guardare a cosa abbiamo davanti fa paura. Ma la paura serve all’uomo per non fare scelte avventate. Per avanzare solo dopo aver determinato la rotta. La paura è una sensazione utile, se aiuta a fare i giusti passi in avanti, altrimenti paralizza. Lo sto dicendo a voi per dirlo a me. Pertanto, dobbiamo andare avanti, dimostrare che i nostri valori attraversano i secoli ma sono sempre attuali, perché, oggi come allora, sono riproposti in termini confacenti alle necessità. Ho voluto concludere l’assemblea proiettando una slide contenente una storiella (che riportiamo sopra), forse un po’ retorica, ma che potesse servire perché nessu- no di noi dica ancora: dove stiamo andando? Perché, nostro compito è quello di poter continuare a rispondere, con orgoglio (ai soci e ai clienti che domandano dove sono stati impiegati i loro risparmi) che le risorse sono rimaste nella loro terra. E sono state lievito per lo sviluppo delle persone e delle imprese del territorio.

Silvano Caglio

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