La speranza nella dignità di uno sguardo o di un semplice gesto, anche nelle situazioni più drammatiche. Sono le immagini che Davide Caforio, fotografo di Castellanza, ha raccolto nella mostra “Ecco l’uomo” che ritrae immigrati, poveri, disperati e che è stata ospitata nella castellanzese Villa Pomini, dal 25 settembre al 10 ottobre. Ritratti, ambienti, situazioni e momenti che diventano testimonianza di una vita passata ai margini delle nostre città e dei nostri paesi e che la nostra Bcc ha voluto sostenere dando così seguito all’impegno dell’anno scorso al fianco di chi vive in povertà. «In occasione del Natale 2020 avevamo predisposto un intervento straordinario in favore delle mense che ogni giorno danno cibo alle persone meno abbienti con l’intento di attirare l’attenzione sulle opere silenziose che nel nostro territorio si pongono al fianco della povertà -ricorda il presidente della nostra Bcc, Roberto Scazzosi-. Quest’anno, abbiamo condiviso il lavoro di un fotografo che con le sue immagini ha denunciato le situazioni di disperazione altrettanto silenziosa che spesso vivono ai margini. Queste fotografie ci ricordano persone e storie che non possono essere ignorate: il ruolo di una banca di credito cooperativo è sostenere quanti aiutano le famiglie in difficoltà, ma anche sensibilizzare su questi temi, affinché si possa creare una rete di sostegno per quanti hanno bisogno». Per la nostra Bcc è stata anche «l’occasione di dare valore a un lavoro importante di un fotografo del nostro territorio; un lavoro che diventa ancor più significativo in questo momento storico».
Fotografo professionista di 55 anni, Caforio nella sua trentennale esperienza ha collaborato con numerose agenzie e testate giornalistiche, realizzando reportage in Italia e all’estero. Socio dell’agenzia Blitz di Varese, ha una passione particolare per la fotografia di strada, ovvero quella non in posa, ma che sa cogliere il valore di un istante e con uno scatto racconta una storia. Nella mostra “Ecco l’uomo”, che è stata proposta con la collaborazione di Exodus e il patrocinio del Comune di Castellanza, ha esposto 40 immagini realizzate tra l’Altomilanese e il Varesotto negli ultimi anni. «È il frutto di un lungo lavoro che mi ha portato a documentare quello che avviene ai margini di una terra ricca come la Lombardia e, in particolare nelle nostre province. Un lavoro che mi ha permesso di entrare in contatto con una realtà, spesso nascosta, posta ai margini di tutto, ma spesso sotto gli occhi di tutti. Le fotografie sono state infatti scattate a Legnano, Somma Lombardo, Busto Arsizio, Sesto Calende e Gallarate», racconta Caforio. Il titolo, che riprende l’omonimo libro realizzato dal fotografo insieme con il giornalista Silvestro Pascarella, «pone l’accento sul fatto che anche queste sono persone», precisa.
«“Ecco l’uomo” perché questi sono uomini. Sono persone che hanno lasciato il loro Paese; sono uomini che spesso si sono fatti vincere da una serie di situazioni e che non hanno trovato la forza di rialzarsi. Sono anche uomini per i quali può esserci una speranza: per questo due pannelli di quelli in mostra sono stati dedicati all’opera svolta da Exodus che ogni giorno si avvicina a loro e cerca di aiutarli nel costruire un futuro diverso».
Caforio guarda, inquadra e scatta, imprimendo alle sue foto un realismo spesso drammatico. «Ogni scena ritratta è così come si presenta. Quando voglio raccontare una storia non altero nulla di ciò che mi trovo davanti e non chiedo di certo alle persone di mettersi in posa. Solo così le loro espressioni possono raccontare in un’immagine il loro vissuto e testimoniare la loro speranza di tornare a una vita dignitosa».