Tutto ciò che come banca locale poniamo in essere, e di cui trovate vari e ampi resoconti in questo nuovo numero della Voce, è parte integrante di quell’economia capace di «prendersi cura» di cui ha parlato lo scorso anno ad Assisi papa Francesco, nel suo incontro con economisti, imprenditori e promotori dell’economia sostenibile. E’, a ben vedere, l’essenza stessa dell’esistenza di una banca, che deve avere il primario obiettivo di raccogliere risorse da destinare all’economia reale, cioè al sostegno dei progetti di realizzazione delle famiglie e di crescita e sviluppo delle imprese. Oltre che, naturalmente, al supporto per la realizzazione degli interventi collettivi ideati dalle comunità territoriali.
Ricordo questo, in un momento storico in cui il termine “sostenibilità” sta sempre più assumendo il ruolo di bussola capace di indicare la direzione a tutti coloro che hanno davvero a cuore lo sviluppo della nostra società, perché operare prendendo le distanze dalle attività di speculazione finanziaria e di finanza autoreferenziale significa rimettere al centro il ruolo di una banca come la nostra, che attraverso l’erogazione responsabile del credito a servizio del sistema economico e del tessuto sociale, svolge il suo compito in maniera davvero sostenibile per tutto il suo territorio di riferimento. Perché il nostro sistema valoriale ci porta a non limitare la nostra funzione sociale al mero soddisfacimento delle necessità e dei bisogni dei nostri soci (cui stiamo tentando di dare un’ulteriore, importante risposta anche in tema di sanità, con il potenziamento della mutua) ma a diffondere i frutti del nostro impegno alle comunità locali, sottoforma di erogazioni liberali, beneficenza e solidarietà.
Nei fatti, quindi, con il nostro operare mettiamo in atto quanto recentemente richiesto alle banche sempre da papa Francesco, che ha invitato gli istituti di credito di farsi “portavoce e propulsori di cambiamento per uscire migliori dalla crisi, impegnandosi a fianco delle associazioni civile ed ecclesiastiche che concretamente si stanno adoperando per aiutare i fratelli colpiti dalla pandemia”. E il ricordare a tutti noi quello che, giorno dopo giorno, insieme costruiamo e mettiamo in campo, penso sia il modo migliore per augurarci un sereno Natale.
