Le Guardie ecologiche volontarie del Campo dei Fiori hanno salvato oltre 13mila rospi grazie alla costruzione di barriere accanto alle strade che attraversano le zone umide dove abitano. La misura è necessaria per evitare che vengano schiacciato dalle auto quando vanno in amore. Escono dalla terra e vanno a deporre le uova.
Anche quest’anno sono riprese le attività di salvataggio e monitoraggio degli anfibi a cura del gruppo flora&fauna delle GEV del Parco. Dopo il posizionamento delle barriere a Brinzio e a Castello Cabiaglio, i volontari sono ora attivi per recuperare gli animali e traghettarli in sicurezza all’area umida più vicina.
Questo progetto, che va avanti dal 2001 a Brinzio e dal 2016 per Castello Cabiaglio, ha permesso di salvare oltre 13 mila 200 anfibi, soprattutto rospi, da investimenti stradali!
Nonostante questi accorgimenti è fondamentale il contributo di tutti alla guida: da fine febbraio a fine maggio, è bene moderare la velocità dei veicoli quando fa buio, soprattutto se si percorre una strada che attraversa ambienti naturali. Un comportamento che non solo tutela gli anfibi che si spostano verso i siti riproduttivi ma anche la fauna nel suo complesso, e che permette di evitare incidenti potenzialmente pericolosi anche per l’uomo.
“Grazie a tutti per l’immenso lavoro che avete fatto in tutti questi anni e che continuate a portare avanti con tanta passione!”, commentano dal Parco
“Il fenomeno è altalenante nei giorni, perché dipende tutto dalle condizioni climatiche: gli anfibi sanno come fare, vivono così da 300 milioni di anni. Nel Campo dei Fiori ci sono molte zone umide libere, non attraversate da strade e in quel caso non ci sono problemi. Altrove però si rischia un investimento collettivo”, spiegava alla Prealpina Sergio Brillo, Gev coordinatore della vigilanza faunistica nel Parco, all’invio delle operazioni barriera. A Brinzio la situazione è particolarmente delicata.