«Tra due fiumi», un convegno sul laboratorio economico locale

Un nuovo volume edito dalla nostra Bcc racconta vita, crescita e sviluppo del territorio attraverso l’analisi e la narrazione dello storico Pietro Cafaro

Un convegno per capire come eravamo e come siamo: la storia, infatti, ci riguarda comunque, anche in nostra assenza. In quel passato di cui ci è giunto solo qualche racconto fra lampi di memoria accesi nei più anziani e scatti d’antan, di casa negli album di famiglia. Patrimonio di cui tutti siamo eredi, la storia del nostro territorio ci chiama come testimoni e protagonisti. Nessuno si senta escluso, quindi, da quanto si dirà nella serata di venerdì 3 ottobre, data della presentazione di “Tra due fiumi”, primo dei due volumi della storia economica sulla terra compresa fra Ticino e Olona, ossia la nostra. «Quest’opera mostra come il disegno dell’unità territoriale fosse in realtà già scritto nella storia -dichiara Lidio Clementi, presidente della BCC-, in quella storia che ha preso forma già sul finire dell’Ottocento e che nel corso del XX secolo ha accomunato per vocazione Altomilanese e Varesotto». L’opera porta la firma del professor Pietro Cafaro, storico e docente di Storia economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e già autore, fra l’altro, di «Busto Garolfo, una comunità locale tra X e XX secolo», edito dalla nostra Banca nel 1991. Il sottotitolo del libro che sarà presentato nell’auditorium IL CONVEGNO Don Besana -Il laboratorio naturale Ticino–Olona: credito cooperativo ed economia tra ‘800 e ‘900- esplicita la tesi sostenuta dall’autore: «La Cassa rurale di Busto Garolfo non nacque per circostanze fortuite; fu il frutto di un contesto preciso -spiega Cafaro-. Se oggi questa Bcc incontra un successo crescente, lo deve alla capacità di coniugare l’autonomia, che la rende un unicum nel panorama degli istituti bancari, e il rapporto con un territorio sempre dinamico». Dinamico quando, nel 1897, un gruppo di bustesi guidati dal parroco don Giovanni Besana fondò la Cassa rurale cattolica di depositi e prestiti di Santa Margarita e dinamico oggi, all’indomani di quella deindustrializzazione che non ha fiaccato lo spirito di intrapresa così capillarmente diffuso da queste parti, ma, anzi, lo ha stimolato a esplorare nuove vie. «Trovo corretto parlare di laboratorio perenne -aggiunge Cafaro-, perché la gente di questo territorio non ha mai aspettato, ma ha sempre agito sperimentando. Il volume, che copre il periodo dalla seconda metà dell’Ottocento al 1955, dispone in parallelo le vicende economiche del territorio e la storia dei tanti istituti che, in risposta a quelle esigenze, nelle sue città e nei suoi paesi sono sorti. A oggi, delle tante banche nate sul finire dell’Ottocento e nel primo quindicennio del XX secolo, solo la Banca di Busto Garolfo esiste come istituto autonomo. Ed esiste proprio in virtù di quel proficuo rapporto dialettico sempre intrattenuto con il territorio che l’ha generata e che è cresciuto con e grazie a lei». Questa prima parte si ferma al 1955 perché anno discrimine nella storia della Cassa bustese: l’elezione di Antonio Morandi a presidente, dopo gli oltre 45 anni di guida del professor Alessandro Grosso, segna una svolta nella visione strategica e un conseguente cambio di rotta. La Banca, dopo sfiancanti discussioni, apre il credito finalmente alle imprese artigiane che andavano diffondendosi nel primo decennio post bellico.

Non più soltanto Cassa rurale, quindi, ma, di fatto, artigiana, perché quello era il bisogno da intercettare e quello non si poteva ignorare se si voleva veramente favorire lo sviluppo economico. «In questo volume parlo di un territorio vasto come quello compreso fra i fiumi Ticino e Olona, perché comune in questa porzione di Lombardia è la forma mentis, l’inclinazione all’intrapresa e la disponibilità a ricercare e scommettere su nuove soluzioni per adattarsi alle mutanti condizioni economiche », precisa Cafaro. L’agricoltura nell’Altomilanese e nel Varesotto non poteva essere, per la qualità del suolo, la principale fonte di sostegno: ecco, quindi, la necessità di inventarsi altro quando il settore primario conobbe una pesante flessione sul finire dell’Ottocento. Ma ecco anche i processi, tutti interni all’attività industriale, che si innescarono dopo il secondo conflitto mondiale. Esternalizzazioni e spin-off ante litteram portarono alla nascita di una piccola imprenditoria che, ancora oggi, costituisce la spina dorsale dell’economia locale. «E proprio in questo, nelle diversità delle vocazioni, ma nell’omogeneità dell’habitus, dell’atteggiamento possiamo riconoscere il territorio che inquadriamo e che

oggi rappresenta il campo d’azione della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate -spiega Cafaro-. Questo processo di costruzione sarà oggetto del secondo volume dell’opera, in cui la Cassa intraprende quell’espansione che, in seguito alla fusione con l’omologa di Buguggiate, la porterà a unificare Altomilanese e Varesotto». Alla serata, che sarà introdotta e moderata dal giornalista Gianni Borsa, sarà presente, oltre all’autore, Sergio Zaninelli, storico economico, già rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo i saluti del presidente Lidio Clementi e del direttore generale Luca Barni, si svilupperà una discussione, nello stile della tavola rotonda, su quello che è stato, proprio come se si dibattesse un argomento di attualità. Anche perché il passato della nostra banca, quando indagato con spirito autenticamente storico, quindi di ricerca, qualche novità la riserva sempre.

 

PER APPROFONDIRE

<<Tra due fiumi>>, i protagonisti del convegno

cafaro
Pietro Cafaro è docente di Storia economica all’Università Cattolica di Milano. Ha insegnato Storia economica e Storia della moneta e della banca presso le Università di Trento e di Cassino. Sin dalle prime pubblicazioni ha orientato i suoi studi sui temi del credito e della cooperazione con particolare riguardo all’ambito lombardo. Nel 1992 stato autore di Busto Garolfo. Una comunità locale tra XI e XX secolo. Nel 2002 gli è stato attribuito il Premio Capalbio-economia

 

zaninelli
Sergio Zaninelli, già ordinario di Storia economica alla Cattolica di Milano, è stato rettore dell’ateneo di largo Gemelli dal 1998 al 2002. La sua produzione scientifica si è incentrata sulla storia dei movimenti associativi, dell’industria, specie cotoniera, e dell’agricoltura nell’età moderna e contemporanea in ambito lombardo e trentino. È stato anche direttore dell’Istituto di storia economica e sociale intitolato al professor Mario Romani.

 

borsa
Gianni Borsa, giornalista; segue come inviato per l’Agenzia di stampa Sir di Roma l’attività delle istituzioni dell’Unione europea a Bruxelles e Strasburgo. Ha svolto ricerche e pubblicato volumi di storia economica e sulla storia del movimento cattolico italiano. Collaboratore della cattedra di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Parma. Autore di vari libri di storia locale, ha firmato, con Giorgio Vecchio, Legnano 1945-2000. Il tempo delle trasformazioni.

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