S ì dell’assemblea dei Soci al bilancio 2009 della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate; il documento contabile dell’annus horribilis per l’economia mondiale va in archivio con l’approvazione dell’assise tenutasi domenica 23 maggio a Malpensa Fiere. Come ha retto la banca più locale del nostro territorio la crisi più globale di tutti i tempi? Meglio di molte altre banche per due ordini di motivi. Primo, il 2009 si chiude con un utile, inferiore agli ultimi esercizi, ma comunque mantenendo il segno più; secondo, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate non ha abdicato, pur in condizioni tanto complesse, al suo ruolo di banca commerciale, continuando a dare credito alle imprese, in difficoltà per gli effetti della crisi. «Non è stato fatto mancare il credito alla nostra clientela e il trend di crescita è proseguito, seppur con intensità minore rispetto all’ultimo quadriennio, ma con percentuali molto più elevate rispetto alle grandi banche -ha esordito nella sua relazione il direttore generale della nostra Bcc Luca Barni-. Gli impieghi, dopo un quadriennio di crescita elevata, nel 2009 hanno mostrato il primo consolidamento, frutto sia di una scelta strategica della Banca sia della crisi tuttora in atto. Nonostante questo, l’aumento degli impieghi si attesta su un quattro per cento che, al confronto con le principali banche italiane, ci pone sopra la media nazionale, mentre, per quanto riguarda le Bcc Lombarde, ci posizioniamo poco al di sotto della media». A riprova delle difficoltà in cui si trovano a operare le aziende, bisogna registrare un aumento dei finanziamenti a medio lungo termine rispetto a quelli a breve termine, direttamente collegati alla gestione del circolante delle imprese. Collegate per natura al credito e amplificate nella loro consistenza dalla crisi, le attività deteriorate, ossia sofferenze, incagli ed esposizioni scadute/sconfinanti da oltre 180 giorni sono aumentate rispetto al 2008, ma con un trend in diminuzione rispetto al bilancio precedente, e questo grazie al lavoro iniziato a fine 2008 di valutazione del credito. Conseguenza è l’aumento generale delle partite deteriorate (dal 6,2% all’8,8%). Partite deteriorate che, ha sottolineato Barni «non vanno a diminuzione del patrimonio. Le partite deteriorate sono coperte, per una parte, da esiti dubbi, quindi possono essere crediti incerti; gli altri, invece, sono coperti da garanzie reali, ergo non vanno a deperimento del patrimonio». Forte e chiaro, quindi, il messaggio dato ai Soci: quanto accumulato in oltre 110 anni non sarà spazzato via dal vento della crisi che tira dal 2008. La Bcc, non appena avvertito questo vento, si è data da fare per ripararsi: «Non abbiamo aspettato che la crisi deflagrasse –tiene a dire Barni– ci siamo mossi prima. Già l’anno scorso abbiamo cominciato a pulire le sofferenze, tanto che queste erano cresciute, anzi raddoppiate nel bilancio 2008. In questo modo abbiamo prevenuto gli effetti peggiori della crisi: questa si chiama sana e prudente gestione». Una gestione su cui aveva informazioni di prima mano Banca d’Italia, che, in seguito alla visita alla nostra Bcc nello scorso autunno, era uscita dalla sede di via Manzoni dicendo: tutto ok. Un concetto, questo, rafforzato dall’intervento del vice presidente vicario Ignazio Parrinello, che non ha mancato di sottolineare la prontezza di riflessi dimostrata dalla nostra Bcc, rispetto alle “sorelle” lombarde. «Non abbiamo gestito problemi nuovi con idee vecchie; abbiamo gestito la crisi con senso di responsabilità prestando attenzione alle richieste dei nostri soci e dei nostri clienti. Per questo, pensando a loro abbiamo rinunciato a sei punti di margine di interesse: se le Bcc lombarde, nel 2009, hanno segnato su questo indicatore meno 22%, noi siamo a meno 28%, proprio per favorire e stare vicini a chi ha bisogno in un momento di difficoltà. In questa situazione non sarebbe stato difficile aumentare gli interessi, ma a noi è parsa una soluzione irresponsabile. I dati delle sofferenze delle Bcc lombarde nel 2009 salgono del 50,6%; per la nostra Bcc del 23%, quindi meno della metà. Stesso discorso per gli incagli, superiori nelle altre Bcc della Lombardia rispetto ai nostri». Ecco le prove del lavoro cominciato a fine 2008, del percorso di attenta analisi del credito, condotta secondo i principi di sana e prudente gestione, che aveva determinato il forte aumento delle rettifiche di valore. Una strada, a maggior ragione, seguita nel 2009, l’anno della crisi reale. Venendo ai numeri, quindi all’utile di esercizio, che ammonta a 1 milione 321mila 585 euro, l’assemblea dei soci ha approvato la ripartizione per il 70% alla riserva legale, per il 3% ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, il 27%, pari a 350mila euro ai fini di beneficenza e mutualità. Ma il bilancio 2009 rende conto anche delle iniziative che fanno la differenza fra la Bcc e le altre banche: Univa bond, il secondo rapporto elaborato dall’osservatorio del Nord Ovest e la conferma degli accordi per l’anticipazione a costo e a tasso zero della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà ai lavoratori delle aziende del territorio. Ha concluso, prima del voto, il presidente Lidio Clementi: «La banca costruita in 113 anni è un patrimonio che tanti ci invidiano, che molti clienti onorano ogni giorno. I clienti, il territorio meritano ancora e sempre la nostra attenzione». E il sì dei Soci al bilancio conferma: la storia continua.
L’assise riconosce la politica della sana prudenza durante la seduta del 23 maggio
Barni: «Già dallo scorso anno abbiamo iniziato a pulire le sofferenze per prevenire»
Clementi: «Abbiamo dimostrato che siamo davvero attaccati al territorio e ai suoi valori»