A scuola di Gospel. La seconda edizione del Gospel Festival di Busto Garolfo, che si è svolta dal 10 al 13 maggio, è stata inaugurata dagli alunni delle scuole. Sono stati infatti gli studenti di quinta elementare, di prima e di seconda media ad aprire la rassegna musicale che è stata organizzata dal Circolo culturale “Sacro Cuore” e che è sostenuta dalla nostra Bcc. Martedì 10 maggio, più di 100 ragazzi dei plessi elementari Tarra, Pascoli e Cova, e 200 delle medie Caccia hanno assistito alla lezione di canto che hanno tenuto i maestri Fabio Gallazzi, direttore del coro Gospel Joyful Singers, e Stefania Gandola. I ragazzi sono stati dapprima invitati a fare delle prove di respirazione. Quindi, dopo alcuni esercizi di vocalità, hanno cantato insieme alcune canzoni, eseguendone un paio a più voci. Presente alla lezione l’assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Busto Garolfo (che ha patrocinato l’iniziativa), Luca Vezzaro, e il presidente della nostra Bcc, Roberto Scazzosi, che ha ribadito l’importanza dell’iniziativa: «L’educazione musicale è fondamentale nello sviluppo di una persona. Si tratta di uno strumento che permette ai piccoli di esprimersi liberamente, favorendo lo sviluppo dell’immaginazione e del pensiero creativo. È divertimento, gioia, dolore, preghiera, sentimenti che nel Gospel risultano evidenti a tutti». Un momento importante, dunque, per far conoscere ai ragazzi del territorio una musica antica, ma che ancora oggi ha molto da comunicare. Il programma della seconda edizione ha visto l’esibizione del Gospel Connection Team & Fields of Joy (12 maggio), il concerto di Al Ritmo dello Spirito Gospel Choir (il 13) e, sabato 14 maggio, la serata di gala con il Coro Ensemble Vocale Ambrosiano. I concerti si sono svolti al Cinema Teatro Sacro Cuore – Sala della Comunità di Busto Garolfo, di via Mazzini. «Questa seconda edizione del Gospel Festival ha puntato ancora di più sulla qualità aprendo le porte anche a prestigiosi gruppi stranieri -ha commentato Vezzaro-. Il coinvolgimento delle scuole è una scelta che mi ha reso entusiasta, perché è sempre importante che le giovani generazioni imparino che la cultura non ha confini, che ogni popolo ha le sue tradizioni e che tutte devono essere apprezzate e conosciute».