Formazione sempre, anche in banca. Specie se questa si sviluppa e il suo patrimonio umano, il personale, deve crescere, di numero naturalmente, ma anche in qualità. Ne sa qualcosa la nostra Bcc, che con l’apertura di un considerevole numero di filiali, ha dovuto acquisire all’esterno figure professionali già pronte per l’operatività richiesta. Ma in un periodo di consolidamento l’attenzione può e deve concentrarsi sulla crescita del personale interno; quindi si può investire sulla professionalizzazione delle risorse disponibili. «Tutto è partito nel 2008 –spiega il vicedirettore generale Feliceangelo Cantonquando abbiamo rilevato capacità e potenzialità del personale; il cosiddetto assessment. È su questa base che abbiamo strutturato gli interventi di coaching per il management e piani di formazione per i dipendenti». Quali i risultati dell’assessment? «Il divario più grande era fra i vice e i responsabili di filiale –risponde C a n t o n – e da lì abbiamo promosso un progetto specifico per i vice iniziato nel maggio 2009». Il progetto è strutturato in due fasi; la prima in aula per incrementare le competenze tecniche e le capacità (negoziazione, gestione delle risorse umane, orientamento al cliente e programmazione), la seconda con un tutor, il responsabile di filiale, che fa da guida sul campo. «Quello tra vice e responsabile di filiale è un passaggio chiave -prosegue Canton-; la Bcc adesso sta formando i suoi responsabili di filiale in casa, i quali hanno seguito questo corso. In futuro altri progetti interesseranno altri ruoli e altri dipendenti, perché crediamo nella competenza diffusa». Infatti la formazione ha riguardato tutti i dipendenti, alcuni chiamati a seguire più corsi perché l’offerta era sì personalizzata, ma doveva pure dare a tutti le nozioni fondamentali dell’universo banca, anche nei campi non direttamente operativi. «La risposta dei dipendenti è stata positiva –notaCantonpenso ai corsi di finanza, sulla legge fallimentare o sullo sviluppo commerciale estero. La formazione in banca si è sempre fatta: adesso è sistematica e piùmirata. Ricorriamo meno ai corsi della Federazione a favore di momenti più personalizzati, non chiamando sempre docenti esterni, ma impiegando anche il nostro personale, che quindi conosce meglio ambiente e persone cui si rivolge ». Può sembrare un paradosso dedicarsi alla formazione in un momento di crisi, ma la Bcc si attrezza per l’attesa ripartenza dei mercati. «Non possiamo farci trovare impreparati; per restare sul mercato la professionalizzazione è vincente –conclude Canton. Del resto noi, nell’ottica dei valori che ci ispirano, vogliamo supportare il cliente con maggiore competenza e non essere meri esecutori di servizi».