Il sistema del credito cooperativo, quello della nostra Bcc, chiude l’anno coerentemente, nei modi in cui l’ha vissuto e interpretato. A dicembre i maggiori quotidiani italiani riporteranno lo slogan in cui si riconosce e in cui opera tutto il Credito Cooperativo: “Le piccole e le medie imprese sono l’ossigeno della nostra economia: tutti lo sostengono. Noi le sosteniamo”. Ovvero la differenza che passa tra predicare bene e razzolare male, tra riempirsi la bocca di dichiarazioni inattaccabili, condivisibili in ogni virgola e agire altrimenti. La Bcc, invece, non parla con lingua biforcuta. In questo numero della Voce troverete una trattazione più diffusa di quello che si è imposto come argomento chiave ai tempi della crisi e che possiamo sintetizzare in due numeri l’attenzione alle esigenze reali delle imprese: ad agosto 2009 gli affidamenti, anno su anno, della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate segnavano + 11,4%, quelli dei primi cinque gruppi bancari nazionali il -3,5%. Forse sta proprio qui la differenza; per noi della grande famiglia Bcc gli slogan sono la sintesi di un impegno e di un modus operandi, per altri sono un più o meno riuscito claim da campagna pubblicitaria. Insisto su questa differenza perché è qui la chiave per vivere il proprio ruolo di banca, spendersi attivamente e responsabilmente o sedersi sulla riva del fiume aspettando che la crisi passi. Ma noi sappiamo che, da che mondo e mondo, la crisi non passa senza trascinare con sé qualche vittima e con la mani in mani non stiamo. “Aiutare le imprese in bonis e senza alcun problema di finanziamento lo sanno fare tutti” – ha dichiarato il direttore generale dell’Associazione Artigiani di Varese, Marino Bergamaschi. Parole sacrosante, richiamo quanto mai opportuno in tempi come quelli che le imprese stanno attraversando e indispensabile perché le imprese questo periodo lo possano attraversare senza lasciarci la pelle. Non è soltanto l’opinione autorevole del direttore di un’associazione di categoria fra le più attive del panorama produttivo del Nord Ovest; è la voce di chi sul territorio sta e degli alti e bassi del territorio non può che risentire. Non una visione distaccata, non accademia, ma presa diretta, coscienza che matura dal vissuto quotidiano, che, di questi tempi, purtroppo, sa di difficoltà. Difficoltà da superare, ma non certo superabili con le chiacchiere e con i buoni slogan slegati dalle azioni. La Bcc pensa al dopo adoperandosi concretamente per risollevare dalla crisi chi è in sofferenza e per questo, oltre alla sua attività di credito alle imprese, guarda globalmente al futuro. Questa è la ratio del Piano strategico per il prossimo triennio. Certo, pianificare oggi non è semplice, propri perché l’incertezza è l’elemento predominante oggi, ma la nostra Bcc ha un vantaggio. Noi, da sempre, facciamo la stessa identica cosa. Facciamo credito per sostenere le attività imprenditoriali, le esigenze della famiglia e la vita sociale e culturale del territorio dove operiamo. Nel solco di questa filosofia, che si traduce in mission aziendale prenderà forma il Piano. Lì saranno ipotizzate le nostre ricette e i nostri comportamenti: divenire ancor più di quanto siamo già oggi banca della comunità in cui è radicata da un lato; dall’altro banca sempre più di riferimento per i propri soci. Nel prossimo numero vi daremo conto del Piano Strategico, quando, con l’approvazione del Cda, potrà tradursi in fatti. Cioè nell’unica cosa che conti davvero.
L'editoriale del direttore della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate