È una questione di responsabilità. Ovvero, di porre i valori all’interno dell’economia. Per questo, «le banche devono rimanere neutrali davanti allo scudo fiscale. Fa specie sentire di istituti che, non solo lo consigliano, ma si fanno carico dell’imposta sostitutiva pur di far rientrare i capitali». Così il vice presidente vicario della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Ignazio Parrinello, si è rivolto ad una platea d’eccezione. L’occasione è arrivata dal convegno che si è svolto all’Atahotel di Varese, il 13 novembre, dal titolo “Riservatezza e segreto bancario: vediamoci chiaro”, organizzato dall’Aaci, Associazione avvocati e commercialisti dell’Insubria. Un palco importante, su cui sedevano Antonio Bulgheroni, console onorario di Svizzera a Varese, Tamara Erez, vicepresidente del Centro studi bancari di Lugano, il generale Antonino Maggiore, comandante della Guardia di Finanza di Varese, Agostino Abate, sostituto procuratore della Repubblica a Varese, e don Luca Violoni, collaboratore del settore Affari economici della diocesi di Milano. In un’intervista registrata a Roma, ha dato il suo contributo anche il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga. La Bcc ha ribadito i propri principi di banca locale. Innanzitutto, «mantenendo i centri decisionali sul territorio », ha detto Gianni Spartà, giornalista, moderatore della tavola rotonda. In secondo luogo, ribadendo la propria scelta di valore: «Le Bcc sono attente alle esigenze e alle necessità del proprio socio e del proprio cliente -ha proseguito Parrinello-. La nostra economia è determinata dalle piccole e medie imprese, che hanno affrontato con rabbia la crisi perché vittime di una situazione di cui non sono responsabili. E la Bcc ha risposto dando valore e credito ai progetti industriali validi e non lasciando le aziende da sole».