Il Falò di Sant’Antonio, una traduzione che non si è interrotta nemmeno durante la guerra

Nonostante la proibizione di fare vedere luci in città piccoli falò venivano accesi ugualmente

Il falò di Sant’Antonio a Varese è sempre stata una traduzione del popolo, prima che delle istituzioni. Era fatto soprattutto dai ragazzi, che prendevano della legna e facevano dei piccoli fuochi per la città. Nel falò venivano e vengono buttati i bigliettini su cui le donne e gli uomini presenti scrivono le proprie richieste d’amore invocando Sant’Antonio: la tradizione risale ai tempi in cui gli uomini emigrati in Germania e in Svizzera tornavano a casa e le donne del tempo chiedevano a Sant’Antonio di fargli trovare un uomo pronunciando la seguente filastrocca: “Sant’Antonio del purscèl/ fam truva un om che sia bel/damel picul damel grand/ ma damel mia con stort i gamb” (Sant’Antonio santo del maiala, fammi trovare un uomo da sposare, che sia grande o piccolo, ma non con le gambe storte)

“E’ sempre stata una manifestazione di popolo, e dei “Monelli” soprattutto”, ha ricordato in una intervista Angelo Monti, che è stato per tanti anni presidente dei Monelli della Motta, l’associazione che organizza la manifestazione varesina.

Non si è interrotta neppure durante la guerra, come spiega, sempre nella stessa intervista Angelo Antonetti: “I festeggiamenti sono sempre stati con migliaia di persone, anche nel tempo di guerra. Per noi ragazzini, sant’Antonio era come un secondo Natale. In quei tempi c’era l’assoluta proibizione di fare vedere luci in città, col coprifuoco. Per avere delle luci in casa eravamo obbligati a coprire le finestre con carta blu. Però un falò si è sempre fatto, anche a dispetto del comune o della polizia: bastava un piccolo ricordo, quattro fascine e pochi minuti di fuoco, per mantenere anche in tempo di guerra una tradizione di molti secoli”.

Per il 2023 il Falò torna, non in forma virtuale e senza distanziamenti. I Monelli della Motta hanno già iniziato i preparativi. L’appuntamento è, come da tradizione, il 16 e 17 gennaio.

Il programma della manifestazione si estende per due giorni, lunedì 16 e martedì 17. Prima della due giorni di festa è previsto un concerto per Sant’Antonio, che si terrà nella chiesa dedicata al Santo domenica 15 gennaio alle 17. Direttore sarà il maestro Dario Tabbia, che condurrà il Coro da Camera di Torino. L’ingresso è libero.

Queste, invece, le manifestazioni dei due giorni di festa.

LUNEDÌ  16 GENNAIO

Ore 10: Celebrazione Eucaristica e benedizione delle candele votive

Nel corso della giornata: costruzione della pira. I varesini sono invitati a portare in piazza nella giornata di lunedì 16 i propri abeti da bruciare. I bigliettini potranno essere consegnati durante la costruzione, della pira, oppure la sera stessa.

Dalle 11: apertura del banco gastronomico: sono previsti il classico panino con la salamella e i dolci tipici.

Alle 18: Celebrazione Eucaristica

Alle 21: Accensione del rituale falò, preceduta dalla processione delle candele.  A partire dalle 20 i Monelli hanno organizzato una sorpresa musicale in piazza, coperta da totale segreto: «Possiamo dare un solo indizio: “Don Camillo”»

MARTEDÌ 17 GENNAIO

Le Celebrazioni Eucaristiche nella giornata di sant’Antonio sono previste alle 8, 9, 10, 11 e 18

Alle 12: tradizionale benedizione degli Animali e dei Pani in piazza, aperta al pubblico per tutti gli animali. È prevista, più precisamente, a conclusione della messa delle 11.

12:15: Lancio dei palloncini da parte dei bambini delle scuole primarie varesine

 

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