Vispe, pediatria a Mutoy

Il progetto lanciato lo scorso anno è vicino al traguardo. «Lavori quasi ultimati» Parla Angelo Cazzulani, responsabile progetti dell’Ong: «Servono ultimi sforzi»

A Mutoy, Burundi, si sono gettate le fondamenta per il futuro. E anche qualcosa di più. Stiamo parlando del progetto di ampliamento della struttura ospedaliera che sarà realizzata entro la fine di quest’anno, grazie agli sforzi del Vispe, Ong di volontariato d’ispirazione cristiana che da oltre 30 anni opera in Brasile, Burundi, Guinea Bissau e Nepal. Un’operazione resa possibile dal contributo della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, che ha raccolto l’appello dell’associazione per una raccolta fondi itinerante, che ha portato il gazebo marchiato Vispe a girare tutte le piazze del nostro territorio. I fondi raccolti durante questo peregrinaggio, infatti, saranno raddoppiati dalla nostra Bcc. I lavori di costruzione della nuova ala ospedaliera di pediatria sono iniziati nel maggio del 2007 e, una volta ultimati, il reparto pediatrico della struttura raddoppierà la sua capacità di accoglienza, passando da 50 a 100 posti letto. Un intervento che renderà la struttura ancora più funzionale, facendone sempre più il punto di riferimento per il benessere degli abitanti. Il nuovo reparto si inserisce infatti in un ospedale in grado di prendersi cura di tutti gli aspetti della salute della persona, dalla pediatria al reparto maternità fino alla chirurgia. L’edificio che sorge oggi a Mutoy nasce dagli sforzi dei missionari del Vispe, che trent’anni fa aprirono qui un dispensario. Come spiega Angelo Cazzulani, responsabile per i progetti dell’associazione, «a quei tempi, erano gli anni Settanta, si trattava di un piccolo ambulatorio in cui si fornivano medicinali per la cura delle malattie più comuni. Negli anni, la struttura si è ampliata gradualmente, grazie agli sforzi di tutta l’associazione e degli abitanti, sempre coinvolti in prima persona nei progetti umanitari che mettiamo in campo, com’è nello spirito del nostro sodalizio fin dalla nascita». L’implementazione del reparto di pediatria è il terzo atto di un’azione di più ampio respiro, cominciata nel Duemila: «Otto anni fa -prosegue Cazzulani- è iniziato il processo di ampliamento che ha trasformato quello di Mutoy da piccolo centro per le cure di base in centro ospedaliero vero e proprio. Il primo intervento importante è consistito nella costruzione del reparto maternità, operazione che si è sviluppata lungo un triennio. Tra il 2003 e il 2004 sono stati effettuati  dei lavori per consentire l’ospedalizzazione dei pazienti, e quindi garantire un servizio di degenza adeguato alle esigenze della persona. Ora siamo alla terza fase, quella che raddoppierà la capienza del reparto pediatria. È cominciata nel maggio scorso e prevediamo che per fine anno i nuovi locali saranno già in grado di ospitare i bambini che necessitino di cure». Questo terzo atto è iniziato con gli scavi di sbancamento dell’area; successivamente si è costruito un muro di contenimento, ed è potuta così cominciare la posa delle fondamenta. «I lavori proseguono senza sosta -spiega Cazzulani-, e già prendono forma i primi muri, che al momento si alzano da terra per un’altezza di circa 70 cm». La sanità è solo uno degli aspetti di cui si occupa il Vispe. Gli interventi dell’associazione spaziano dallo sviluppo agricolo alla formazione scolastica, fino alla creazione di infrastrutture (strade, ponti) e di vere e proprie strutture, come nel caso dell’ospedale. Quello del Vispe è approccio che da sempre parte dal basso, con umiltà, dalla soddisfazione di un’esigenza contingente, in primis quella alimentare, per poi risalire la catena della produzione, dando un contributo allo sviluppo di ogni passaggio della filiera, fino a lasciare agli indigeni gli strumenti per portare avanti da soli le attività necessarie al sostentamento della regione. «Negli anni abbiamo fondato delle cooperative, gestite da personale locale -precisa Cazzulani-, con l’obiettivo di creare le basi per lo sviluppo di una comunità autosufficiente, non più bisognosa del nostro continuo apporto, ma in grado di produrre tutto ciò di cui ha bisogno per vivere e per raggiungere una qualità della vita degna di un essere umano». Si è parti- ti con cooperative votate alla produzione agricola e all’allevamento di pollame. In seguito si è passati alla gestione del mangime e alla costruzione di un frantoio e di un pastificio. Si è puntato anche sulla manodopera locale, aprendo un’attività di lavorazione della ceramica, un mattonificio, un’officinameccanica, ed è statomesso in opera un sistema di trasporti per lo smercio dei prodotti. Le cooperative hanno anche il compito di supportare lo sviluppo del sistema sanitario locale: «Una parte degli utili che generano – dice Cazzulani-, a fine anno sono ridistribuiti lungo la filiera della sanità. Oltre all’ospedale, infatti, nei centri periferici attorno aMutoy sorgono piccoli centri per la salute, che si occupano dei casimeno gravi. Tutte queste unità, ovviamente, hanno bisogno di sostegno economico per poter continuare a erogare i propri servizi».

 

PER APPROFONDIRE

Pozzi: «La forza della differenza»

Pozzi

«Per la nostra banca è una grande soddisfazione vedere che i lavori stanno procedendo secondo la tabella dimarcia programmata». Sono parole di grande soddisfazione e orgoglio quelle di Mario Pozzi (nella foto),membro del Consiglio di Amministrazione della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Ormai da un anno tutti gli eventi che riguardano l’impegno della banca sul nostro territorio vedono la presenza del gazebo Vispe, che con l’apporto di volontari instancabili porta avanti il lavoro di raccolta fondi. Questo viaggio della solidarietà è iniziato nel giugno del 2007, a Buguggiate, ed è poi proseguito accompagnando la nostra Bcc in tutti i comuni in cui si sono svolti gli eventi più importanti della vita della banca: Villa Cortese, Bodio Lomnago, Samarate, Somma Lombardo, nonché Busto Garolfo, durante i festeggiamenti per i 110 anni di fondazione del nostro istituto. La raccolta proseguirà fino a maggio, e la banca si è impegnata a raddoppiare quanto raccolto in questo percorso. «Questa iniziativa ci ha appassionato fin da subito -dice Pozzi-, e abbiamo deciso, come banca, di farla nostra. Questo perché l’idea che la ispira è perfettamente in sintonia con lo spirito del Credito Cooperativo. Una volta di più, abbiamo dimostrato che la nostra è una banca differente». A giugno -la data è da definire-, è prevista una cena di gala, ulteriore occasione per raccogliere fondi destinati a dare altra linfa alla prosecuzione dei lavori. «Il rapporto tra la nostra Bcc e il Vispe è ottimo -conclude Pozzi-; c’è un coordinamento e un aggiornamento continuo sullo stato dei lavori, ed è bello vedere come anche i nostri Soci e dipendenti abbiano preso a cuore l’iniziativa, partecipando con donazioni e prendendo parte ai viaggi sul posto che periodicamente l’associazione organizza per rendersi conto di come, in concreto, si sta costruendo il futuro di una regione».

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