Ogni anno nuovo, da diverse stagioni a questa parte, ha sempre portato con sé novità importanti per la nostra Bcc, quasi che, accanto ai valori -gli stessi dal 1897- anche le innovazioni siano diventate parte e tradizione dell’istituto. Questo 2008 si apre sulla grande spinta propulsiva dell’anno appena concluso; dodici mesi così pieni di impegni e di scadenze da averci imposto un ritmo altissimo. Per noi, Banca, tagliare un nastro è tagliare un traguardo, e nel 2007 ne abbiamo tagliati molti. L’unione delle aree, il leit motiv degli ultimi anni, è cosa fatta: questo era il grande obiettivo che ci eravamo dati e che abbiamo centrato con l’apertura della filiale di Somma Lombardo. E adesso che il territorio è fatto possiamo presidiarlo, con i nostri sportelli –certo-, ma anche come suoi cittadini, come lievito di questa comunità che abbraccia, idealmente e nei fatti, la Lombardia da Varese a Legnano. La Bcc, all’inizio di febbraio, era al Forum per lo sviluppo dell’ Altomilanese, perché su un territorio si sta se si partecipa e si condivide la pianificazione delle sue scelte strategiche. Questa sfida sembra fatta per noi, che sul territorio siamo cresciuti e che alla crescita del territorio diamo il nostro contributo fattivo da oltre un secolo. Se dunque questo 2008 si è aperto nel segno del territorio, la novità sta nello strumento da porre al suo servizio, oltre che nelle questioni aperte per lo sviluppo della nostra area. L’auspicio, quando si dà il la a progetti di questo tipo, è che le logiche politiche e gli interessi di parte, nell’interesse di tutti, facciano un passo indietro. In questo senso la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate intende muoversi, occuparsi, per quanto di pertinenza di un istituto bancario e nel solco preciso dei propri valori, della cosa pubblica; fare politica, insomma, nell’ accezione più nobile del termine, prendersi cura della polis, della città eletta a luogo principe dell’attività umana. Adesso può farlo, forte di una dimensione che la colloca in un’ottica veramente territoriale, in cui il campanile, unità di misura tradizionale della nostra comunità, non è più isolato, ma sta in una rete che abbiamo pazientemente tessuto insieme.
di Lidio Clementi