Ra.El.Con., fiducia e visione d’insieme spingono la crescita nell’ultimo anno

Alla vigilia del quarto di secolo di attività, l'azienda di Laveno Mombello specializzata in apparecchiatura elettronica ha fatto registrare un aumento a doppia cifra del fatturato nel 2020

Proprio nel 2021 festeggia i suoi primi 25 anni di attività. La Ra.El.Con. di Laveno Mombello si appresta a tagliare un traguardo importante all’indomani di un risultato storico: la crescita del fatturato a doppia cifra nel 2020. Un salto per certi aspetti inatteso, frutto però di una visione d’insieme improntata sulla fiducia e di una capacità di risposta che hanno permesso alla società di continuare a essere sempre più protagonista del mercato, anche nell’anno dello scoppio della pandemia. «Sono stati proprio i cambi radicali delle abitudini, imposti dall’emergenza sanitaria, a dare impulso alla nostra attività», spiega Fabio Osti (nella foto), fondatore e titolare della Ra.El.Con. «È cambiato il modo di vivere la casa: prima, tra lavoro, attività sportive e gli impegni dei figli, era prettamente il luogo dove la famiglia si trovava per cena e poi andava a dormire; adesso è diventato uno spazio molto vissuto. Tra limitazioni negli spostamenti, lavoretti e smart working, l’abitazione è stata dotata di una serie di apparecchiature per poter rispondere alle nuove esigenze». Spine, prese, ciabatte, alimentatoti, cavi hdmi e ogni genere di batteria hanno fatto il loro ingresso in casa dalla porta principale. E chi come Ra.El.Con. ha nel DNA la distribuzione e la fornitura di questo genere apparecchiature non ha potuto fare altro che rispondere alle maggiori richieste. Tanto che a fine anno la crescita dei volumi nei dodici mesi è stata del 30% rispetto al 2019. «Un trend che stiamo registrando anche all’inizio di questo 2021», sottolinea Osti. Se il mercato ha fatto la sua parte, è stata la visione d’insieme a dare all’azienda di Laveno Mombello una marcia in più: una visione basata sulla fiducia. Innanzitutto al proprio interno. Come spiega Osti: «Siamo una realtà piccola e con i nostri dipendenti è stato costruito un rapporto fiduciario significativo – che è il vero capitale sociale – dettato dalla lunga collaborazione e dalla capacità di gestione del lavoro in autonomia. Del resto, quando si passano tanti anni insieme, non c’è più l’impellenza di spiegare ogni volta il lavoro da fare. Questo lascia all’imprenditore la libertà di perseguire nuovi progetti. E così è stato». Anche perché, prosegue, «nel momento del lockdown ho sentito la responsabilità verso le famiglie dei dipendenti: siamo partiti insieme da giovani e nel tempo abbiamo costruito le nostre case. Questa è stata una spinta ulteriore per trovare motivazioni e individuare nuove iniziative da mettere in campo che potessero dare impulso all’azienda e, così, garantire i posti di lavoro».
Sul fronte esterno, c’è stata particolare attenzione a tutta la filiera. Prosegue Osti: «Distribuiamo i nostri prodotti su tutto il territorio nazionale. Di alcuni facciamo la sola distribuzione, ma la parte preponderante del fatturato è rappresentata dai marchi proprietari. In una situazione di emergenza, in un momento drammatico come quello che abbiamo vissuto la scorsa primavera della scorsa primavera, abbiamo voluto far sentire la nostra vicinanza ai nostri fornitori e clienti». Ai primi la Ra.El.Con. ha garantito le forniture, segno di solidità aziendale in un momento complesso; ai secondi Osti ha inviato una lettera semplice per individuare soluzioni condivise a fronte di comprensibili difficoltà momentanee. «La reazione è andata ben al di là delle attese», confessa il CEO di Ra.El.Con. «Da tutti è arrivata una risposta positiva; è emersa una voglia di collaborazione e di unità per guardare insieme al futuro del nostro comparto. E, benché non fossero queste le intenzioni iniziali, la lettera ha avuto anche dei risvolti commerciali perché ha rafforzato la fiducia, rafforzando la collaborazione». In questa filiera di fiducia è entrato a pieno diritto anche il mondo bancario. «Con la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate il rapporto è più che ventennale: mi segue praticamente da quando ho avviato l’attività», ricorda. Sotto una prudente e accorta gestione, Ra.El.Con. è infatti crescita costantemente nel tempo, fino ad arrivare alla “svolta” di nove anni fa quando è stato dato il via a un processo di acquisizione di brand storici che ha portato il magazzino ad avere quasi 4.000 referenze. «Abbiamo avviato un processo di acquisizione e riqualificazione di marchi non conosciuti al grande pubblico, ma noti da anni all’interno dei professionisti del settore B2B, con lo scopo di identificare le famiglie prodotto più consone alle esigenze del mercato attuale». In questo la Bcc, sensibile al tema della responsabilità sociale, è sempre stata al fianco dell’azienda di Laveno Mombello. «Una vicinanza dell’istituto che, nel tempo, è diventata conoscenza reciproca e fiducia; questo, in un contesto dove i numeri contano, ma le persone hanno maggiore valore», prosegue Osti. Così anche nella più recente chiusura totale dettata dall’emergenza sanitaria. «La nostra filiale storica di riferimento è quella di Buguggiate. E con il direttore siamo sempre rimasti in contatto; non ci siamo sentiti soli anche nelle settimane di maggiore preoccupazione: la pronta risposta a un messaggio sul cellulare può sembrare poco, ma di certo è il miglior modo per far capire che non si è soli. Questo è quello che mi aspetto e che mi piace in una banca del territorio». Una filiera a 360 gradi «sana, che è stata vantaggiosa per la ripartenza». A pandemia ancora in corso e con ancora molti punti di domanda sugli scenari che andranno a delinearsi nei prossimi mesi, la Ra.El.Con. guarda al futuro con grande realismo. «Sono abituato a lavorare con una previsione di 4-5 mesi, ma oggi, nel contesto attuale non ci sono più punti di riferimento: non ci sono algoritmi e non c’è una storicità che possa dire come la situazione potrebbe evolversi. A luglio però è previsto il nuovo switch per i canali televisivi del digitale terrestre. Quindi è ipotizzabile che ci sia una rincorsa al nuovo decoder per continuare a guardare la televisione». Ma sono gli scenario socio-economici quelli che preoccupano maggiormente. «Cosa succederà quando potremo tornare alla normalità? E quando verrà tolto il blocco ai licenziamenti?», si chiede. «Probabilmente affronteremo un cambio delle abitudini e una maggiore attenzione ai costi. Occorre quindi essere attenti a comprendere l’evolversi della situazione. E pianificare». Oggi però c’è un aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi dei noli dei container per le merci che arrivano dall’Asia. «Non si può riversare il tutto sul mercato. Forse sarebbe il caso di iniziare a pensare una produzione europea: tutti ne potremmo trarre vantaggio e essere meno dipendenti dal sud-est asiatico e in particolare dalla Cina».

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