«Viviamo un periodo di forti incertezze, ma che è anche caratterizzato da numerose opportunità previste dalla cosiddetta finanza agevolata. In particolare sul fronte del credito d’imposta: uno strumento che ogni imprenditore dovrebbe conoscere e applicare alla propria attività perché rappresenta un efficace supporto alla crescita». Gianmario Marnati (nella foto), commercialista e presidente del collegio sindacale della nostra Bcc, non ha dubbi: il credito di imposta, agevolazione nata per incentivare gli investimenti con l’abbattimento di parte del carico fiscale applicato agli utili, deve entrare a pieno titolo nelle strategie delle micro, piccole e medie imprese. «Il credito d’imposta è un credito che il contribuente vanta nei confronti dello Stato, -riprende Marnati- e che può essere utilizzato per ridurre le impostee i contributi a debito o, in alcuni casi, ceduto per ottenere liquidità». Ma perché questo momento è particolarmente favorevole? «Perché la legge numero 178 del 2020, la cosiddetta “Legge di bilancio 2021”, ha confermato il ruolo sempre più determinante dei crediti d’imposta nel quadro degli incentivi fiscali, disponendo la proroga, in alcuni casi pure con dei potenziamenti e delle modifiche, dei principali crediti di imposta che sono stati in vigore nel 2020. E introducendone di nuovi -spiega Gianmario Marnati-. E questo significa che chi non ha usufruito degli incentivi non ha perso il treno, ma ha ancora un’importante finestra per coglierne le opportunità». Sono tantissimi i crediti di imposta a disposizione degli imprenditori, da quello per i cuochi professionisti (40% delle spese da gennaio a giugno 2021) all’e-commerce delle imprese agricole (40% degli investimenti effettuati dal 2021 al 2023), dal rafforzamento patrimoniale delle imprese di medie dimensioni (con la proroga al 30 giugno 2021 del termine di esecuzione dell’aumento di capitale) a quello per i canoni di locazione delle agenzie di viaggio e dei tour operator (prorogato fino al 30 aprile), da quello sugli investimenti in pubblicità effettuati sui giornali quotidiani e periodici cartacei e online (il 50% degli investimenti, ma qui c’è un plafond massimo di spesa per lo Stato) alla formazione 4.0 che è stata prorogata fino al 2022 (50% entro il limite di euro 300.000 per le piccole imprese; 40% entro il limite di euro 250.000 per le medie imprese; 30% entro il limite di euro 250.000 per le grandi imprese), dalla ricerca e sviluppo, anch’essa prorogata fino al 2022 col potenziamento delle aliquote e dei massimali di credito d’imposta, alla Tax credit per le edicole, che prosegue per il biennio 2021 e 2022. Poi il credito d’imposta per la promozione delle competenze manageriali per le donazioni effettuate nel 2021 o nel 2022 sotto forma di borse di studio, iniziative formative finalizzate allo sviluppo e alla acquisizione di competenze manageriali e tante altre misure ancora. «Di sicuro e grande interesse per le nostre imprese è il credito d’imposta sugli investimenti in beni strumentali -riprende Marnati- che ha introdotto una disciplina innovata per gli investimenti effettuati dal 16 novembre dello scorso anno e fino al 31 dicembre 2022, incluse le prenotazioni entro tale termine e con effettuazione degli investimenti fino a tutto il mese di giugno del 2023. Le principali novità sono il potenziamento delle aliquote agevolative, l’aumento dei massimali di spesa ammissibili, l’ampliamento dell’ambito applicativo, l’accorciamento del periodo di fruizione a 3 quote annuali di pari importo (rispetto alle cinque previste dalla precedente legge di bilancio), l’ulteriore riduzione a compensazione in unica soluzione nel caso di investimenti in beni ordinari per soggetti con ricavi o compensi inferiori a 5 milioni di euro ed effettuati entro il 31 dicembre di quest’anno, l’accelerazione della fruizione dal periodo di entrata in funzione o interconnessione del bene strumentale». Nel dettaglio, per i beni materiali e immateriali ordinari acquistati nel corso di quest’anno il credito di imposta è previsto nel 10% (15% in caso di beni destinati alle attività di smart working), con il tetto di 2 milioni di euro per i beni materiali e di un milione di euro per i beni immateriali; mentre per gli acquisti che saranno effettuati nel 2022, i tetti restano gli stessi ma il beneficio scende al 6%. Per i beni materiali 4.0, il credito nel 2021 è del 50% fino a 2,5 milioni di euro, del 30% oltre 2,5 e fino a 10 milioni e del 10% oltre 10 e fino a 20 milioni; mentre quello del 2022 è, rispettivamente, del 40%, 20% e 10%. Da ultimo, per i beni immateriali 4.0, gli acquisti nel biennio garantiscono un credito di imposta del 20% fino a 1 milione di euro.