Un sì convinto dall’assemblea al bilancio 2013 della Bcc, per i numeri presentati e per il lavoro che a quei numeri ha portato, visto che -come ha ricordato il presidente Scazzosi- “anche il 2013 è stato un anno difficile per l’economia domestica”. Se stando ai nudi numeri, infatti, la Bcc ha chiuso l’ultimo esercizio con un utile lordo di 1 milione 532mila euro (643mila euro detratte le imposte), per comprendere appieno il risultato sono da considerare le performance sul fronte dell’operatività della banca (l’incremento della redditività è stato del 5%, dell’10,6% per la raccolta diretta e del 37,6% per il risparmio gestito rispetto al 2012) e lo stato di salute dell’economia locale (le rettifiche sui crediti sono passate da dai 9,6 milioni di euro del 2012 agli 11,6 milioni del 2013). Che sarebbe a dire: la banca produce redditività, ma la situazione critica in cui versa l’economia reale ne condiziona il conto economico. A testimoniare questo fatto la contrazione dell’ 1,8% dei crediti verso la clientela da parte della Bcc, che resta comunque di gran lunga inferiore al -4,4% della media nazionale. È stata la politica di vicinanza al tessuto economico locale a creare nelle imprese e nelle famiglie quella fiducia nella Banca che ha permesso la crescita della raccolta diretta del 10,6% (da 695,1 milioni a 768,7 milioni) e l’incremento della indiretta del 6,2% (da 479 milioni a 508,5 milioni); quest’ultima frutto di un’assidua e qualificata attività consulenziale. «I numeri della raccolta sono i migliori indicatori della fiducia del territorio nella nostra banca –commenta il presidente della Bcc Roberto Scazzosi–. Sottolineo con particolare soddisfazione la crescita della raccolta indiretta, trascinata dalla componente del risparmio gestito: è segno che i clienti, imprese e famiglie, non soltanto ci affidano i loro soldi, ma sempre più ci chiedono consigli su come investirli». A fronte di tutto questo, il rapporto tra impieghi per cassa verso la clientela e la raccolta diretta da clientela passa dal 92,7% del 2012 all’82,3% del 2013, rafforzando così i parametri di liquidità dell’istituto. Dal lato delle spese, inoltre, l’opera di continuo efficientamento della struttura ha permesso di contrarre i costi operativi, che sono passati dai 20,7 milioni del 2012 ai 20,5 milioni della fine 2013. «Come per l’esercizio precedente la redditività della banca non si traduce in modo evidente in utile d’esercizio –nota il direttore generale della Bcc Luca Barni–, e la spiegazione sta nel momento difficile vissuto dall’economia locale nel 2013. Noi dobbiamo mettere la redditività prodotta al servizio del costo del credito e lo possiamo fare perché, anche se piccola, siamo una banca ben patrimonializzata, che supera ampiamente i requisiti posti da Basilea 3». Più nel dettaglio, ecco il bilancio 2013, nelle sue voci principali. La raccolta diretta – In valore assoluto, emerge la crescita della voce conti correnti e depositi a risparmio, con un aumento rispetto al 2012 di 59,5 milioni. In termini relativi si evidenzia, invece, la crescita dei pronti contro termine (cresciuti da 4,9 a 24,4 milioni) e dei certificati di deposito (cresciuti da 7,0 a 16,4 milioni).
L’incremento di questi comparti ha contribuito alla contrazione dei prestiti obbligazionari. Tuttavia la diminuzione di quest’ultimi è la metà rispetto a quella del sistema bancario nel suo complesso, risultato di una precisa scelta strategica della banca di consolidare e stabilizzare ulteriormente le fonti di raccolta anche nel medio periodo. La raccolta indiretta da clientela – La raccolta indiretta nel 2013 è cresciuta del 6,2%. Il dato deriva da una contrazione del risparmio amministrato dell’8,4% e da un incremento del 37,6% del risparmio gestito. Questi risultati sono il frutto di una precisa politica della Banca volta ad accrescere il suo ruolo consulenziale, permettendo al cliente di passare da un investimento semplice e generalizzato a uno più personalizzato e diversificato. Prova ne sia la crescita dei fondi comuni di investimento a fronte della stazionarietà delle polizze assicurative. Tale scelta strategica ha un importante riverbero positivo sulla redditività della Banca sia in termini di valore sia di fidelizzazione della clientela. Gli impieghi con la clientela – I crediti per cassa con la clientela al netto delle rettifiche si attestano al 31 dicembre 2013 a 632,7 milioni di euro, segnando un decremento dell’1,8% rispetto al 31 dicembre 2012, conseguenza anche dell’effetto contabile legato alla “pulizia” del credito deteriorato. Anche il 2013, infatti, è stato un anno difficile, vista la persistente crisi economica (il PIL è diminuito dell’1,9%) e da questo quadro economico è derivato un ulteriore peggioramento degli attivi: la rischiosità si è quindi ulteriormente accresciuta. La Bcc ha comunque continuato il suo supporto agli operatori del territorio, come dimostra la contrazione degli impieghi da parte della concorrenza che segna un più pesante -4,4%. Entrando nel dettaglio, si nota come il calo più significativo sia concentrato nelle attività a breve termine, che sono quelle più legate ai fatturati aziendali (l’ISTAT certifica un calo del fatturato nazionale al 3,8%). Per quanto riguarda i mutui, invece, la situazione si presenta in modo diverso, visto che nel corso del 2013 fra mutui ipotecari e chirografari la contrazione è solo marginale. Composizione percentuale degli impieghi a clientela – I finanziamenti a medio/lungo termine sono circa i due terzi dei finanziamenti erogati, in media con quanto espresso dal Sistema del Credito Cooperativo. Si nota un calo delle attività a breve termine che hanno una più stretta correlazione con l’andamento dell’economia reale: bisogna tuttavia evidenziare che il calo delle attività a breve termine è minore rispetto all’anno precedente; dato sicuramente positivo in ottica 2014. Dall’altro lato vi è il conseguente aumento relativo degli impieghi a medio lungo termine e la crescita dei crediti deteriorati. Qualità del credito – Al 31 dicembre 2013, i crediti deteriorati netti verso la clientela evidenziano rispetto all’anno precedente un aumento del 9,8%.
Il dato, che per altro si è ormai allineato alle medie del sistema bancario oltre che a quelle delle Bcc Lombarde, conferma anche il continuo presidio attivato all’interno dell’area crediti per le attività critiche: infatti l’attività di prevenzione rileva un trend di crescita inferiore alle medie di sistema per le sofferenze nonché, soprattutto, un trend in diminuzione degli incagli e dei past due (i crediti scaduti o che sconfinano oltre i 90/180 giorni). Il Patrimonio netto e di Vigilanza e l’adeguatezza patrimoniale – L’adeguatezza patrimoniale continua ad avere un ruolo centrale nella pianificazione strategica aziendale. Il tutto ulteriormente rafforzato dal fatto che dal 1° gennaio 2014 hanno iniziato a essere operativi i nuovi parametri di Basilea III che prevedono, tra l’altro, requisiti patrimoniali ancora più stringenti rispetto al passato. A tal riguardo, si sottolinea come comunque le risorse patrimoniali si siano collocate, anche nell’attuale contesto di maggior costo degli attivi, ben al di sopra dei vincoli regolamentari: con ciò permettendo di continuare a sostenere l’economia del territorio e, in particolare, le famiglie, le piccole e medie imprese. Al 31/12/2013 il patrimonio netto ammonta a 107milioni 571mila euro, il 2,8% in più rispetto al 2012. I risultati economici del periodo 2013 I proventi operativi e il margine di interesse – Gli interessi attivi sono diminuiti del 2,6%, passando da 34 milioni a 33,2 milioni, questo soprattutto a causa dell’Euribor a tre mesi che è rimasto sui minimi storici per tutto il 2013 (0,22 contro lo 0,60 del 2012). Questo è stato solo in parte compensato dall’aumento del flusso cedolare del portafoglio di proprietà che è aumentato cospicuamente durante l’anno in conseguenza dell’aumento delle masse gestite. Gli interessi passivi sono invece aumentati del 3,8% passando dai 12,8 milioni del 2012 ai 13,3 milioni del 2013. La variazione è dovuta essenzialmente alla forte crescita della raccolta che in un anno è salita da 695,1 milioni a 768,8 milioni: i maggiori oneri sono quindi dovuti solo all’aumento dello stock, visto che il costo in termini di tassi applicati è rimasto il medesimo. Il margine di intermediazione – Il margine di intermediazione è cresciuto del 5,2%, da 32,0 milioni a 33,6 milioni. Da notare però che la composizione dello stesso è mutata tra un esercizio e l’altro. In particolare, il margine di interesse è diminuito del 6,4%. Le commissioni nette, al contrario, hanno visto aumentare il proprio contributo (erano 5,9 milioni nel 2012 e sono salite a 7 milioni nel 2013): tale risultato è il frutto di una politica aziendale, ormai consolidata, che mira ad offrire alla clientela servizi di sempre maggior valore. Altresì, l’attività di cessione e riacquisto delle attività finanziarie disponibili per la vendita ha ulteriormente migliorato la propria performance passando da 4,1 milioni di euro del 2012 a 6,3 milioni del 2013, grazie ad una ottimizzazione della stabilizzazione dei mercati internazionali ed al conseguente apprezzamento dei titoli di stato italiani. Il risultato netto della gestione finanziaria – Questa grandezza subisce una leggera contrazione, pari all’1,3%, passando da 22,3 milioni a 22,0 milioni del 31 dicembre 2013. Nonostante il positivo andamento del margine di intermediazione, il perdurare della crisi e le conseguenze sfavorevoli sulle condizioni economiche della clientela hanno causato una crescita delle rettifiche su crediti passate dai 9,6 milioni del 2012 agli 11,6 milioni del 31 dicembre 2013. Gli oneri operativi – Per quanto riguarda l’andamento dei costi operativi, questi si contraggono dai 20,7 milioni del 2012 ai 20,5 milioni del 2013. Nel dettaglio, le spese del personale crescono di 300 mila euro a causa di accantonamenti straordinari (che comunque comporteranno dei risparmi per gli anni a venire) e di oneri connessi al rinnovo del contratto di lavoro nazionale. Le “altre spese amministrative” risultano in contrazione nonostante interventi normativi che hanno portato al pagamento di maggiori imposte per conto della clientela. Al netto di queste poste contabili, le spese amministrative relative al funzionamento della Banca sono in decisa diminuzione, per un importo pari a 400mila euro. Per completare il ritratto della Bcc nel 2013 è d’obbligo uno sguardo alle sue risorse umane: al 31 dicembre 2013 l’organico era costituito da 159 collaboratori, di cui il 25% di donne. Il personale impiegato sulla rete di vendita è pari al 61%, mentre il 39% è impiegato nelle strutture della sede centrale.
PER APPROFONDIRE
Confermato il Collegio Sindacale
È stata una conferma in blocco quella data dall’assemblea dei soci al collegio sindacale: per il triennio 2014/2017: presidente sarà Gianfranco Sommaruga, sindaci effettivi Gian Mario Marnati e Giorgio Francesco Rossi (nella foto). I sindaci supplenti saranno Adalberto Adriano Minazzi e Salvatore Roberto Laguardia. Da statuto sociale il collegio sindacale vigila sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione “e, in particolare –sottolinea Sommaruga-, sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla società e sul suo concreto funzionamento”. Nel dettaglio, il collegio può chiedere agli amministratori notizie sull’andamento delle operazioni sociali e procedere ad atti di ispezione e controllo. Si avvale dei flussi informativi provenienti dalle funzioni e dalle strutture di controllo interne. “E’ nostro compito -riprende il presidente del Collegio sindacale, Gianfranco Sommaruga- segnalare al consiglio di amministrazione le carenze e le irregolarità riscontrate, richiedere l’adozione di idonee misure correttive e verificarne nel tempo l’efficacia”. Da ultimo, il collegio viene sentito in merito alle decisioni riguardanti la nomina dei responsabili delle funzioni di controllo interno e la definizione degli elementi essenziali dell’architettura complessiva del sistema dei controlli e può avvalersi della collaborazione della Federazione locale e/o nazionale.
Ecco il collegio dei probiviri 2014/16
L’assemblea dei soci ha anche provveduto all’elezione del collegio dei probiviri per il triennio 2014/2016. Il collegio dei probiviri è un organo interno della Società e ha la funzione di perseguire la bonaria composizione delle eventuali liti tra socio e società. Esso è composto di tre membri effettivi e due supplenti, scelti fra i non soci. Il presidente, che provvede alla convocazione del collegio e ne dirige i lavori, è designato dalla Federazione lombarda, gli altri quattro componenti sono nominati dall’assemblea. Per la provincia di Milano, il presidente designato è Filippo Spina, già direttore generale della Federazione Lombarda delle Bcc, membri effettivi sono stati eletti Giuseppe Alli, di Busto Garolfo e Fiorenzo Membrini, di Buguggiate, membri supplenti Egidio Fredini, di Busto Garolfo e Giovanni Tola, di Varese. I probiviri restano in carica per tre esercizi e sono rieleggibili.