Facebook, canale You Tube e Twitter Ecco la rivoluzione 2.0 della nostra Bcc

Così cambia il modo di comunicare della Banca: in Italia due istituti di credito cooperativo su dieci si sono aperti al mondo dei social. La Bcc tiene il passo con le nuove tecnologie

Video, tweet, post e blog. La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate parla la lingua 2.0 in tutte le sue forme, come dimostra la presenza della nostra banca sui principali social network ormai da qualche mese. La nostra Bcc ha scelto una modalità “smart” e accattivante per comunicare con i clienti, soprattutto con quelli anagraficamente più predisposti a utilizzare le piattaforme social. Un concreto segnale di una banca al passo con i tempi che cambiano, che pone il nostro istituto in posizione d’avanguardia tra le banche italiane, in particolare tra gli istituti di credito che si dimostrano i più restii ad aprirsi ai social network. Secondo una ricerca di Social Minds condotta su 45 banche nei primi quattro mesi dell’anno, poco più della metà (55%) degli istituti di credito ha aperto un social media. La percentuale sale ovviamente alla totalità delle realtà online, ma precipita a due casi su dieci se si guarda all’universo del credito cooperativo. La nostra Bcc tiene il passo: si va dal profilo su Twitter (@bccBGB) alla pagina Facebook (www.facebook. com/BccBustoGarolfoBuguggiate), una bacheca che viene puntualmente aggiornata con iniziative, eventi e novità legate alle numerose attività della banca. Tra queste, il canale you tube dedicato (Bccbustogarolfoebuguggiate), su cui si trovano i video che riguardano la nostra Bcc. Tra questi, spiccano le partecipazioni a trasmissioni televisive che ci vedono protagonisti, in particolare Class Tv: in una puntata viene intervistato il nostro responsabile Area Mercato, Adalberto Tomasello, che spiega cos’è il microcredito, una forma di credito per tutte le categorie sociali che sono escluse dal circuito ordinario del sistema bancario. In un’altra il nostro vicedirettore generale, Carlo Crugnola, illustra il progetto Merito Casa, l’affitto con riscatto, un’idea che fa scuola. Sempre sul canale You Tube si trova anche la miniserie dedicata al “Medico delle piccole imprese”, in cui si parla del rapporto tra banche e aziende in una chiave inedita e curiosa. Si comincia con la presentazione del “medico”, Fabio Bolognini, 57 anni, consulente delle PMI. «Il mio lavoro è far sì che banche e imprese parlino la stessa lingua» spiega Bolognini. Negli altri video ci sono poi dei faccia a faccia tra il “medico delle piccole imprese” Bolognini e Luca Barni, direttore della nostra Bcc, sempre sul tema del rapporto banca e impresa. «Siamo una banca di prossimità: per noi la persona conta tanto, la troviamo tutti i giorni in giro – ribatte Barni -. I grandi numeri portano all’industrializzazione, da noi la dimensione piccola porta alla personalizzazione del rapporto con i clienti. Per noi è inevitabile che ogni cliente sia importante».

PER APPROFONDIRE

Il blog di Barni su Linkiesta: «Il valore della Bcc non si può scaricare in un’app»

Uno sguardo attento, puntuale e diverso da quelli proposti abitualmente sul mondo della finanza. È quello del nostro “banchiere di provincia”, alias Luca Barni, blogger per passione e direttore generale della nostra Bcc per professione. Il suo blog è ospitato su Linkiesta, giornale digitale indipendente, che si propone come organo di approfondimento e inchieste su politica, economia e finanza, temi sociali. Il “banchiere di provincia” propone i suoi post su argomenti di attualità legati all’economia e alla finanza: riflessioni sul mondo che sta cambiando e sul nuovo ruolo che occupano le banche in questa dimensione. Un tema che traspare dai suoi testi e in particolare da uno dei suoi ultimi post, “Le banche del futuro? Digitali e di relazioni” in cui si parla del nuovo ruolo degli istituti di credito in un mondo dominato da internet e social network. «La rivoluzione digitale rende possibile automatizzare i processi di pagamento, ma quando si parla di investire il denaro affidarsi a un software resta un azzardo» scrive Barni, che conclude: «Le banche che, come le Bcc, non hanno perso questo tipo di contatto con i propri clienti hanno un vantaggio importante: a chi entra in filiale sanno dare un valore che non si può scaricare in nessuna app». Un pensiero che ben sintetizza il rapporto tra la nostra banca e quello dei social.

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