Primi segni di ripresa dal territorio

Nel primo trimestre 2014, dopo molto tempo, tutti gli indicatori sugli impieghi mostrano un andamento positivo: i mutui prima casa segnano una crescita del 40%

Crediti alla clientela al +1,8% rispetto alla chiusura del dicembre 2013: è il dato più rilevante del primo trimestre dell’anno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, quello che segna un’inversione nelle dinamiche degli impieghi e che indica i primi progressi dell’economia del territorio di competenza, Altomilanese e Varesotto, dall’inizio della crisi. «Nel primo trimestre 2014, dopo molto tempo, tutti i nostri indicatori sugli impieghi mostrano un andamento positivo –riferisce il presidente della Bcc Roberto Scazzosi–; con tutte le cautele del caso e la consapevolezza che non si possa ancora parlare a pieno diritto di uscita dalla crisi, qualcosa si sta muovendo. E noi, come banca stiamo aiutando il territorio, ossia le imprese e le famiglie, a intercettare anche la più piccola possibilità di ripresa». In particolare, dopo anni molto critici, tutte le forme tecniche di finanziamento a breve mostrano un andamento positivo, mentre, sul lato famiglie, a testimoniare una ripresa della domanda di abitazioni, si registra il forte aumento di mutui prima casa (+40%), già partito con il secondo semestre del 2013 e confermato anche in questa prima parte del 2014. Molto variegata la situazione nel manifatturiero, data natura e posizionamento disomogenei del business delle imprese; «risultano avvantaggiate quelle realtà aperte al mercato internazionale e che hanno saputo innovarsi da un punto di vista organizzativo o di prodotti e processi interni» – riferisce Tiziano Schiera, il responsabile area Crediti della Bcc. «La vera novità di questi primi mesi del 2014 è rappresentata dall’aumento dei finanziamenti a breve termine, quelli legati al circolante delle aziende –nota il direttore generale della Bcc Luca Barni-. È un dato che interpretiamo in maniera positiva dal momento che simili richieste da parte delle imprese sono strettamente correlate all’aumento del fatturato delle stesse, il che rappresenta un buon segnale. In questi anni, in cui come banca del territorio abbiamo risentito delle difficoltà dell’economia locale, abbiamo messo una parte cospicua della nostra redditività al servizio delle sofferenze. Grazie a questa scelta, adesso siamo in grado di finanziare progetti di crescita». La stessa assemblea dei soci di maggio è stata l’occasione per fare il punto sulla congiuntura dopo due anni consecutivi che hanno visto l’economia domestica soffrire in ogni suo comparto. «Oggi sembra aprirsi all’orizzonte qualche segnale di fiducia –ha detto Barni nella sua relazione ai soci–. I dati sono ancora instabili e lontani dal far intravedere forti sconvolgimenti, ma sia i dati di certificazione statistica (Pil, produzione industriale, ordinativi), sia i dati di sentiment (fiducia delle famiglie e delle imprese), nell’ultima parte del 2013 hanno cominciato a invertire la rotta e i primi dati del 2014 sembrano confermare questa tendenza di fondo. Quel che già ora sappiamo, però, è che questi primi segnali hanno bisogno di tempo per poter avere effetti apprezzabili sull’economia reale. Bisogna, infatti, recuperare un gap importante accumulato negli ultimi anni e tutti gli osservatori concordano sul fatto che sul fronte dell’occupazione anche il 2014 sarà un anno difficile». Ed è proprio in questo contesto di incertezza, dove vi sono segnali di ottimismo, ma allo stesso tempo permangono cicatrici della lunga crisi che tutti sperano di essersi lasciati alle spalle, che il ruolo dell’unica banca locale del territorio risulta essere ancor più centrale rispetto al passato. Un ruolo che vede la Bcc come perno centrale del tessuto economico locale: sostegno alle famiglie e alle piccole medio imprese del proprio territorio attraverso un percorso di crescita chiaro e comune. Qualche segnale positivo, come accennato, sta arrivando, dopo anni di forte crisi, anche dal mercato immobiliare. L’osservatorio della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, infatti, registra segni in controtendenza dal mercato rispetto a quanto si è visto negli ultimi anni: «nei primi mesi del 2014, la stipula di mutui per l’acquisto della casa ha ripreso la via della crescita. Stiamo registrando un incremento del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso sulle aree dove operiamo, l’Altomilanese e il Varesotto -continua Barni-.

Roberto Scazzosi - Presidente Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate - "In questo 2015 le condizioni per la ripresa sono tutte presenti, ma permangono anche molte incognite"
Roberto Scazzosi – Presidente Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate – “La nostra  Bcc sta aiutando il territorio a intercettare anche la più piccola possibilità di ripresa”

Sono dati limitati temporalmente e territorialmente: è difficile dire se la crisi sia stata messa alle spalle oppure si tratti di un “rimbalzo”, dopotutto è grande la porzione di invenduto che si è accumulata negli ultimi anni. In ogni caso però, qualcosa si sta muovendo e i segnali che stiamo registrando sono, in questo senso, abbastanza incoraggianti e danno un’indicazione di ripresa, di fatto in linea con il +9,4% rilevato complessivamente nei primi due mesi di quest’anno da Eurisc di Crif dopo il crollo registrato nel 2013». La difficile situazione economica, del resto, ha modificato l’approccio al mutuo. «Si è abbassato l’importo medio dei mutui – prosegue Barni – Se fino a un paio di anni fa le cifre si aggiravano sui 130mila euro, adesso ci attestiamo intorno ai 113mila euro, con una durata media di 25 anni». Il motivo è presto detto ed è riconducibile al calo complessivo dei prezzi delle case, ma anche a un impegno di spesa che deve essere realmente sostenibile per chi acquista. «La Bcc continua ad erogare mutui per l’acquisto  della prima casa secondo la propria formula tradizionale: copertura fino all’80% del valore dell’immobile, con una rata mensile che non superi il 30-35% dello stipendio», precisa Adalberto Tomasello, responsabile area Mercato della Bcc. La Bcc ha sempre posto grande attenzione alla famiglia e quindi alla casa, proponendo anche soluzioni innovative come il “Merito Casa”, una particolare declinazione di quello che può considerarsi l’affitto con riscatto. «Sarebbe improprio chiamarlo così perché di fatto, pur partendo da basi simili, si sviluppa su contenuti diversi» -precisa Tomasello-. «Nella nostra formulazione, infatti, la banca entra a pieno diritto nel rapporto tra venditore e acquirente, facendo da garante: diamo un’assicurazione gratuita per il pagamento delle quote mensili contro l’eventualità di perdita del posto di lavoro e, stante le condizioni iniziali, ci impegnano all’erogazione del mutuo al termine del primo periodo contrattuale, ovvero i 2-4 anni necessari per accantonare il 20% del valore dell’immobile». A tre anni dal lancio, le risposte sono state però timide. «Anche davanti a un calo delle vendite, non c’è stata la volontà di cambiare paradigma», osserva Barni. I costruttori sono ancora molto legati alla formula tradizionale: mutuo e rogito, senza aspettare. «In questo modo però, non si risponde alle esigenze di un mercato che invece ha la necessità di essere “aiutato”, dando per esempio la possibilità alle giovani coppie di accantonare il capitale necessario per poter accedere al mutuo», conclude. «La logica della mutualità, di cui il Credito Cooperativo è fautore, chiede che tutti facciano uno sforzo in più». Insomma, quell’Aiutiamoci a crescere, claim lanciato dalla Bcc proprio quando le difficoltà dell’economia hanno cominciato a farsi avvertire, mantiene inalterato il suo valore. Anche perché adesso, finalmente, una possibilità di crescita sembra esserci veramente.

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