È stata Franca Bottini, vedova del pittore bustese Felice Castoldi, a ritirare martedì 7 settembre, in Prefettura a Milano, la “Medaglia d’onore ai cittadini deportati e internati nei Lager nazisti”. Un riconoscimento giunto tardi, a 65 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale e a quasi un anno dalla scomparsa di Castoldi, socio storico della nostra Bcc, scomparso nel novembre 2009 all’età di 91 anni, ma che rende una testimonianza simbolica al valore e alla dignità della scelta operata dagli italiani che scelsero la libertà. Con questo spirito, la famiglia del pittore ha accettato il riconoscimento: perché se è vero che tanto tempo è trascorso, non si sono persi senso e valore del gesto. Visibilmente emozionata, Franca Bottini ha ritirato l’onorificenza dedicata al marito, che non si è mai dimenticato di essere una voce importante per i giovani contemporanei ai quali ha sempre dedicato tutta l’attenzione e la passione per la verità. L’assessore alla Cultura di Busto Garolfo, Luca Vezzaro, ha espresso la sua più «grande soddisfazione», sottolineando come «questa onorificenza sia motivo d’orgoglio per tutta la città di Busto Garolfo e confermi la grande statura di Felice Castoldi». Deportato in Germania, Castoldi teneva a ricordare l’importanza della conoscenza del tedesco per la sua salvezza. La padronanza della lingua gli permise, infatti, di lavorare come spedizioniere in un magazzino di Magdeburgo. Dopo il difficile rientro in Italia, e con il ritorno a una vita normale, Castoldi poté dedicarsi alla pittura, quella passione che non aveva abbandonato neppure nei momenti drammatici vissuti in Germania. Alle numerose esposizioni, personali e collettive, nella sua attività si sono accompagnati restauri del patrimonio artistico e donazioni di opere alle istituzioni civiche e religiose del territorio. La Provincia di Milano premiò Castoldi nella giornata della Riconoscenza 2007, la Bcc ospitò nel 2006 la personale “Dal Figurativo al Grumismo”. Ma anche impegno civile, per Felice Castoldi. I giovani, le nuove generazioni acerbe di storia, di quella «provata sulla pelle», come raccontava, sono state al centro del suo impegno assieme al Gruppo di Ricerca Storica di Busto Garolfo che, grazie ai suoi racconti, alle sue testimonianze e alle prove documentali che è riuscito a custodire con gelosia, ha contribuito alla stesura del volume “Tracce di Resistenza, settembre 1943 – aprile 1945”, curato da Andrea Babbio e stampato grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale.
Nella foto, Felice Castoldi e la moglie Franca nel 2006.