Macché futuro; il presente è dei giovani

Roberto Scazzosi, presidente Bcc Busto Garolfo e Buguggiate
L'editoriale del presidente del Consiglio di Amministrazione

Ripartiamo dalle famiglie; questo il titolo del primo numero 2013 della Voce e questo il proposito fatto per l’anno appena cominciato in un incontro con la stampa a gennaio. Il motivo è presto detto; la crisi ha eroso risorse per tutti, quindi ha toccato anche i bilanci famigliari. La nostro banca, nata e cresciuta in una dimensione locale, non può ignorare questo stato di cose: da qui un numero che nelle sue prime pagine riprende l’appello lanciato dal Pontefice all’inizio delle Giornate della Gioventù a Rio in luglio: «Corriamo il rischio di avere un’intera generazione che non avrà mai trovato lavoro». E lo riprende con un titolo certo a effetto, “Generazione bruciata”, che fa il verso a un classico del cinema, ma, andando un po’ sopra le righe, richiama l’attenzione su un problema reale di oggi e che minaccia di condizionare seriamente il domani. Quando si dice, infatti, che i giovani sono il futuro si rischia certamente la retorica, si sfiora il banale, ma quello che è sempre stato scontato, in questo preciso frangente, rischia di non esserlo più. Almeno non per certi giovani, quelli che hanno incrociato gli effetti della crisi proprio nel momento del loro ingresso nel mondo del lavoro. Mi permetto di dire la mia: dei giovani non bisognerebbe soltanto parlare nei termini di tempi a venire. Se un giovane studia e si prepara in sede universitaria è nel presente; se un giovane cerca il suo primo lavoro è già, a pieno titolo, nel presente. Assegnare ai giovani quella dimensione tra l’ipotetico e lo speranzoso di un futuro che chissà mai quando arriverà non mi piace; il futuro si costruisce vivendo nel presente. E bene lo sanno le imprese; un piano di sviluppo non è fatto oggi per domani, ma guarda più in là, perché la vita di un’azienda, come quella di un individuo ha tempi lunghi per i progetti più seri e impegnativi. E quello del lavoro per i giovani lo è. E lo è per tutti, non soltanto per loro. A questo argomento dedichiamo alcune pagine di numeri, per rendere la consistenza generale del problema, e alcune di interviste, per sentire l’esperienza di chi è direttamente toccato dalla questione. È un argomento che scegliamo in coerenza con i prossimi passi della nostra banca, che sta perfezionando una linea di prodotti e servizi appositamente studiati per le esigenze dei giovani. E questo, per ricollegarmi al discorso di Papa Francesco I che ha denunciato la “cultura dello scarto”, che ingiustamente colpisce gli anziani e ora rischia seriamente di toccare i giovani. Una possibilità cui ognuno di noi, per quanto è in suo potere, si deve opporre.

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