In parte è vero che si sta diffondendo fra gli imprenditori l’idea che occorre “fare le cose insieme”, cooperare e fare rete per poter affrontare gli scenari futuri, ma servirebbe una svolta più decisa in questo senso. Andrebbero affrontati con decisione alcuni temi: dalla valorizzazione dei distretti produttivi, alla denazionalizzazione, al rinnovamento dei meccanismi che governano le associazioni di categoria. La creazione di nuove forme di cooperazione tra PMI e la creazione di strutture associative valide e forti sono passaggi fondamentali per la sopravvivenza del nostro sistema economico.
Solo insieme è possibile fare e rilanciare la crescita. È grazie a una condivisione di intenti che è possibile intraprendere un percorso comune per la ripresa, garantendo così un ritorno alla crescita dell’economia del nostro territorio e di tutto il Paese e instaurando una cooperazione che si riveli stabile e duratura fra imprenditori e lavoratori. Oggi più che mai è necessaria un’unità di intenti tra lavoro e impresa: solo questa si rivela un collante davvero utile e produttivo per l’economia, che ha bisogno di essere unita per percorrere la strada della ripresa. E le aziende devono essere protagoniste.
Non credo sia un caso se i valori della solidarietà e della cooperazione sono tornati oggi di grande attualità. Con la crisi si è cominciato a capire che lo sviluppo si costruisce insieme. Che non può prosperare solo uno, ma è importante che tutto il territorio viva una situazione positiva. E che se non si vuole avere un respiro cortissimo occorre dialogare e cercare occasioni per creare sinergie. Io sono convinto che la Bcc, con la sua esperienza in materia di intrapresa e cooperazione, possa giocare un ruolo di primo piano nell’educare a un modo sano di fare impresa, creando un benessere diffuso.
Ci tengo a ribadire l’importanza di dare fiducia alle aziende del territorio, soprattutto a quelle piccole che ne costituiscono il tessuto. Si tratta di realtà sane, che però hanno bisogno di credito per poter andare avanti, investire e rinnovarsi. In questo periodo difficile, per le imprese può essere utile cercare collaborazioni per trovare competenze che non ci sono all’interno. Io stesso sono un artigiano, nel settore dell’elettronica: negli ultimi due anni ho trasformato la mia azienda, ora mi occupo solo della produzione e non più della parte commerciale, che era la più debole e che è stata affidata a una società esterna. In questo modo sono riuscito a proseguire la mia attività.