Le domande ai presidenti:

01. Avete riscontrato nelle vostre aziende socie una tendenza a stringere i rapporti con l’associazione e a proporre o mettere in campo progetti condivisi in chiave anti crisi? 02. Nel sistema locale, avete visto radicarsi come convinzione e nei fatti la necessità di far fronte comune?
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Davide Galli Confartigianato Imprese Varese

La tendenza a stringere rapporti non è nuova alla realtà imprenditoriale locale. E l’individualismo che per anni ha caratterizzato il piccolo imprenditore si sta riducendo a favore di azioni collettive, passaggi d’esperienze e saperi. L’80% del campione analizzato sottolinea l’importanza dell’Associazione nell’accompagnare le imprese a fare rete. Il percorso, sviluppato in occasione del nostro Congresso 2013, prosegue con il progetto Officina delle Idee; incontri –dalla cultura d’impresa alla formazione– che permettono alle imprese di incontrarsi, parlarsi, confrontare idee e progetti, sperimentare in spazi alternativi, progettare. La condivisione è un modo di fare impresa: è questo che le imprese hanno sempre fatto e ora vogliono fare meglio utilizzando le nuove tecnologie. Il nostro compito è di affiancarle mettendo a loro disposizione corsi, conoscenze, strumenti

 

 

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Giovanni Brugnoli Unione Industriali Varese

L’Unione Industriali ha sempre fatto da pensatoio per le imprese del territorio. Basti elencare le iniziative consortili e di aggregazione degli anni passati: il nostro Confidi, il consorzio di acquisto di energia e elettrica e gas Energi.Va, il consorzio per le attività export/import. Quello che registriamo, favoriamo e assecondiamo è un’evoluzione del rapporto tra imprese, come il proliferare delle reti d’impresa sul territorio: ne esistono 49, per 103 aziende coinvolte. È un cambio di paradigma confermato dalla nascita e sviluppo di cluster industriali come il Distretto Aerospaziale Lombardo, l’Energy Cluster e SiFood. Altro esempio è il rilancio a livello nazionale dei bond di distretto partiti da Varese e lanciati dalla BCC di Busto Garolfo e Buguggiate con l’Unione Industriali: abbiamo raccolto tra gli imprenditori del territorio i fondi per finanziare altri imprenditori.

 

 

Gian Angelo Mainini, presidente Confindustria Altomilanese - "Quest'anno registriamo un clima di fiducia da parte delle aziende, ma ancora improntato alla cautela"
Gian Angelo Mainini presidente Confindustria Altomilanese 

La crisi ha indotto le imprese dell’Alto Milanese a rivedere modelli di business e strategie portandole a cercare nuovi mercati e a rendere più efficienti gli assetti organizzativi. Molte hanno stretto collaborazioni basate su prossimità territoriale e per filiere produttive. La tendenza delle PMI è allearsi e aprire il processo d’innovazione a contributi esterni per rinnovare le tecnologie, apprendere conoscenze, tendenze di settore e migliorare il patrimonio relazionale. La nostra Associazione è da sempre parte attiva nel favorire aggregazioni tra imprese, che in prospettiva dovranno vedere ancor più coinvolte Istituzioni, banche e università. Esempi ne sono i consorzi di acquisto per l’energia elettrica, o il Confidi per facilitare l’accesso al credito. Più recente è l’esperienza del Lombardy Energy Cluster, promosso da Confindustria Alto Milanese, che raccoglie oltre 100 aziende.

 

 

 

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Gian Franco Sanavia  Confartigianato Alto Milanese

Nei momenti difficili le imprese, soprattutto quelle di ridotte dimensioni, sono portate a cercare, nelle strutture associative, concrete risposte anche in chiave anti crisi. Anche se allo stato attuale mancano ancora strutturazioni formali e una reale condivisione di progetti, confidiamo che Expo 2015 possa fungere da stimolo anche in questo senso, offrendo maggiori opportunità di business per le nostre imprese. Parlare di un “radicato convincimento” nel fare fronte comune adesso è una forzatura. Dal canto nostro, riteniamo che uno dei fronti che oggi tutti gli attori sociali debbono presidiare con particolare attenzione e convinzione sia appunto questo, cercando di far maturare sempre di più a tutti i livelli la consapevolezza circa la necessità di muoversi con unità di intenti. Riteniamo che questo debba nei prossimi 2-3 anni essere impegno vero e forte dell’intero nostro sistema.

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