7 italiani su 10 credono nel no-profit

Secondo un sondaggio condotto da SWG, le organizzazioni di volontariato locale sono la realtà che merita più fiducia. È considerato importante investire nel wellfare

È il volontariato, soprattutto a livello locale, la realtà che merita più fiducia. Lo credono 7 italiani su 10, che indicano il terzo settore in testa alla classifica dei soggetti a cui dare maggior affidamento. È quanto emerge dall’indagine realizzata da Swg e presentata al Congresso nazionale di Legacoopsociali. Il sondaggio, che ha coinvolto 1.500 persone, ha fatto emergere in modo chiaro il fatto che il soggetto maggiormente degno di fiducia nel nostro Paese sono le organizzazioni di volontariato a livello locale, con risposte positive nel 68% dei casi. Insomma, si tende a prestare fiducia alle realtà vicino a casa e di cui si può vedere l’operato, di cui spesso si conoscono, in modo diretto o indiretto, i volontari che prestano il proprio servizio o le persone che beneficiano dei servizi. Il terzo settore gode, nel complesso, di una buona reputazione: a stretta distanza dalle associazioni di volontariato del territorio, seguono altre realtà affini come le cooperative sociali (61%), le organizzazioni di volontariato a livello internazionale (59%) e le imprese cooperative (53%). Questi dati indicano insomma che, al di là delle disillusioni e delle delusioni di questi anni, inaspritesi con la crisi economica, per gli italiani il mondo del no profit rappresenta una sorta di “isola felice” in cui continuare a credere. Dall’indagine Swg emergono altri dati interessanti, cartina tornasole del periodo che stiamo vivendo: il 52% degli intervistati giudica l’economia sociale un modello di sviluppo dell’economia che “m
ette al centro la persona e non il guadagno”, mentre il 43% ritiene che essa si “propone di armonizzare economia di mercato e giustizia”. Dalla rilevazione emerge anche la positiva percezione del welfare nell’opinione pubblica: per il 70% degli intervistati il welfare costituisce un investimento, una scelta per migliorare l’economia del Paese, e non un costo. Solo per il 25% degli intervistati l’Italia non può più permettersi un sistema welfare come questo. Mentre per la maggioranza (64%) investire nel welfare oggi significa investire nel futuro del Paese. La ricerca ha inoltre provato a chiedere dove trovare i soldi per investire nel sociale e per il 46% lo Stato deve recuperare le risorse dall’evasione fiscale, per il 14% dalle fondazioni bancarie. Disoccupazione, pressione fiscale e precarietà lavorativa risultano invece essere le principali paure degli italiani. Oltre il 60% delle famiglie chiede servizi di orientamento al lavoro, mentre il 56% indica come bisogno prioritario i servizi di cura domiciliare per le persone anziane. Sempre secondo l’indagine, dal 2010 a oggi sono raddoppiati gli italiani che si sentono poveri (passando dal 6 al 12%). Uno su quattro arriva a fine mese “con molte difficoltà”, il 68% ha paura di perdere il lavoro e solo il 39% pensa di appartenere al ceto medio, un dato che nel 2002 sfiorava il 70%. Per fortuna che c’è il volontariato, insomma.

0 replies on “7 italiani su 10 credono nel no-profit”