La birra italiana conquista i mercati esteri. Tanti microbirrifici nel nostro territorio

+400% l'export in 10 anni secondo Coldiretti. Il settore della birra artigianale è fonte di occupazione soprattutto per gli under 35: nel Varesotto e nell'Altomilanese numerose realtà interessanti

In dieci anni l’export di birra italiana all’estero è quadruplicato, raggiungendo nel 2015 il massimo storico per un valore di 183 milioni di euro con la “bionda” italiana che invade i paesi del Nord Europa, dalla Gran Bretagna alla Germania, con crescite a doppia cifra. È quanto emerge da una analisi Coldiretti, sulla base dei dati Istat, divulgata a inizio agosto, in occasione del week end dedicato alla bevanda alcolica più consumata al mondo per far conoscere direttamente dai produttori le “Agribirre” tutte italiane nei Mercati di Campagna Amica, con assaggi, dimostrazioni ed il tutor della birra che spiega caratteristiche e suggerisce abbinamenti.

Il boom delle esportazioni – sottolinea la Coldiretti – riguarda un po’ tutti i paesi, dalla Germania, patria dell’Oktoberfest (+49 per cento) all’Olanda (anche qui +49 per cento) fino alla Gran Bretagna dei pub (+10 per cento), mentre nel Belgio delle birre trappiste gli acquisti di “bionda” Made in Italy sono addirittura decuplicati. Ma con l’arrivo del caldo i consumi di birra volano anche in Italia dove si è registrato un balzo record del 6% degli acquisti, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea, anche per effetto della nuova offerta di birre artigianali Made in Italy che stanno rivoluzionando il mercato. Si assiste infatti in Italia – sottolinea la Coldiretti – al boom dei microbirrifici artigianali che dieci anni fa erano poco più di una trentina ed ora sono circa un migliaio per una produzione stimata in 45 milioni di litri. La nuova produzione artigianale Made in Italy – continua la Coldiretti – è molto diversificata con numerosi esempi di innovazione, dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo di colore giallo paglierino ma c’è anche quella alle visciole, al radicchio rosso tardivo Igp o al riso.

Oltre a contribuire all’economia la birra artigianale rappresenta anche – sottolinea la Coldiretti – una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni che – sottolinea la Coldiretti – vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

Anche nel nostro territorio la birra artigianale può contare su una folta schiera di appassionati, e negli ultimi anni è fiorita l’attività dei birrifici locali. Ci sono realtà storiche come il Birrificio Angelo Poretti della Valganna, attivo dal 1877, e altre aziende più piccole, anche micro, che mantengono alto il nome della birra italiana.
Eccone alcune:

50E50 Craft Brewery – Varese
A.MA.LU – Gemonio (VA)
A8 Birre Itineranti – Azzate (VA)
Birrificio A Tutto Malto – Gallarate (VA)
Birrificio di Legnano – Legnano (MI)
Birrificio Settimo – Carnago (VA)
Extraomnes – Marnate (VA)
Classe 1920 – Busto Arsizio (VA)
Fox Beer – Busto Garolfo (MI)
L’Inconsueto – Busto Arsizio (VA)
L’Orso Verde – Busto Arsizio (VA)
Laboratorio Piccolo Birrificio – Gallarate (VA)
Mopps – Saronno (VA)
The Wall Beer – Gorla Minore (VA)
Vis Beer – Cardano al Campo (VA)

Insomma, l’Altomilanese e soprattutto il Varesotto sembrano particolarmente vocati alla produzione di birra artigianale di qualità. Per saperne di più, un bell’articolo dal blog Malto Gradimento di Varesenews, che da anni racconta il panorama brassicolo locale e non.

 

 

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