Al cambio di data più importante arriviamo ancora una volta in compagnia di una crisi che non allenta la presa e con gli auspici di una ripresa di cui, se devo essere sincero, non vedo ancora segnali importanti. Diamo conto in questo numero delle iniziative messe in campo dalla nostra Bcc per contribuire a invertire la tendenza; iniziative, come sempre, frutto del confronto e della collaborazione con altri attori del territorio. Il presidente, nel proprio editoriale, si sofferma sulla reazione delle imprese a questo stato di cose, dalle proteste alle proposte per reagire. Conosco, per esperienza diretta, la capacità delle nostre imprese di darsi da fare, specie nelle condizioni difficili. L’intraprendenza è sempre stata una loro caratteristica, una leva formidabile per lo sviluppo del nostro territorio e per il suo benessere. Come attori economici del nostro territorio, ormai l’unica banca locale attiva nell’Altomilanese e nel Varesotto, anche quest’anno abbiamo fatto la nostra parte. Dati alla mano, dovremmo chiudere questo 2013 con un livello di impieghi pari a quello del 2012, mentre il sistema, sulla base dei numeri diffusi da Banca d’Italia, segna un – 3% complessivo e, più in particolare, un – 4% di finanziamenti alle imprese. Un saldo negativo che peggiora ulteriormente per le piccole e medio imprese, verso le quali gli impieghi si sono ridotti del 12/13%. Considerato che i nostri clienti sono le micro e piccole imprese, è la prova che da parte nostra non è mancato il supporto. Lo stesso può dirsi dell’altro nostro soggetto di riferimento, le famiglie: ne ho parlato recentemente in un post sul blog che tengo per la testata on line Linkiesta. A livello di sistema sono intorno al 3% le famiglie cosiddette vulnerabili, ossia quelle in “tensione finanziaria” per non riuscire a pagare le rate dei mutui. Si tratta di una percentuale che si riduce ulteriormente per le famiglie clienti della banche di credito cooperativo. Questo significa una cosa sola; con le famiglie abbiamo lavorato bene, abbiamo fatto un’utile opera di educazione finanziaria consigliando di non fare mai il passo più lungo della gamba, quindi calibrando un impegno per i mutui contratti coerente con le capacità di rimborso. È la prova che il modello di banca relazionale cui ci ispiriamo ha un senso ben preciso, con ricadute positive per i clienti, oltre che per la banca stessa. Non saranno un caso, allora, le performance positive messe a segno nel Conto Economico ad ottobre dalla nostra Bcc sui servizi proposti. Cosa è questo dato, se non una conferma ulteriore della nostra capacità di fare consulenza ai clienti, di consigliare loro la soluzione migliore, ad esempio, per investire i propri soldi? O sottoscrivere la polizza giusta? È da questo modo di operare che si crea la fiducia: forse non sarà un indicatore economico univocamente misurabile, ma è certo un elemento imprescindibile se vogliamo vedere la ripresa.