Credito e diritti dei risparmiatori

Che le banche abbiano chiuso i rubinetti e dato l’avvio a una fase di pesante credit crunch è opinione diffusa. Ci sono dati che in effetti, in parte, lo confermano: fra gli altri, quelli di Unioncamere Varese pubblicati sul sito www.osservavarese.it. Vi si legge, per esempio, che tra giugno e dicembre 2011 gli impieghi in generale sono diminuiti dell’1,4% in provincia di Varese (e dello 0,3% a livello nazionale), e ancora di più se si vanno a guardare solo le Pmi con meno di 20 addetti (-4,2% in provincia di Varese e -1,8% in Italia). Sono numeri allarmanti, ma il direttore generale della nostra Bcc Luca Barni, volendo inquadrare il problema in una corretta ottica di comprensione generale delle dinamiche, fa notare che questi vanno accostati ad altri dati e contestualizzati. «Nel parlare di credito alle imprese ci si imbatte in una serie di affermazioni diffuse che non trovano riscontro nell’azione del sistema bancario Per esempio, dagli ultimi dati emerge che l’80% circa delle richieste di finanziamento che arrivano alle banche viene soddisfatto. È una percentuale inferiore al passato, ma occorre tenere presente la situazione generale di difficoltà che stiamo vivendo, non solo per chi investe ma anche per chi concede credito». Anche il problema del costo del denaro per le imprese è qualcosa che va ridimensionato: come evidenziato sempre da Luca Barni al convegno “Commercio e credito. Domanda e risposta” organizzato da Confesercenti a Varese il 7 maggio, i tassi alle imprese nel 2008 erano già nettamente più alti di adesso. Oggi, infatti, i livelli sono tornati paragonabili a quelli del 2003. Per le banche, però, i costi legati al credito hanno raggiunto vette mai viste in precedenza, per non parlare poi del fatto che una normativa complessa come quella di Basilea 3 concorre a mettere le banche in una situazione ancora più complessa. E gli istituti di credito, se prima impiegavano più di quanto riuscivano a raccogliere, «oggi impiegano solo se raccolgono e noi abbiamo impiegato tutto quello che abbiamo raccolto» spiega ancora Luca Barni. Nonostante ciò fa un’affermazione, ripresa dal Governatore Visco, anche piuttosto forte: «Non c’è un diritto al credito; ma c’è un diritto del cliente di vedersi restituite le risorse lasciate in banca». Ad ogni modo, la vicinanza della nostra Bcc all’economia locale non è mai mancata e non mancherà. Nemmeno quando la situazione economica manda numerosi segnali di malessere. «Al territorio di cui siamo la banca locale non abbiamo mai fatto mancare il credito, neppure nel funesto 2011 –ha ricordato il presidente della nostra banca Roberto Scazzosi durante l’assemblea dei soci–. Mentre tutti parlano di credit crunch e di banche che guardano dall’altra parte, la nostra Bcc nel 2011 ha aumentato gli impieghi del 6%, a conferma del ruolo anticiclico che la nostra Bcc svolge per il suo territorio». Lo stesso Alessandro Azzi, presidente di Federcasse, durante i lavori assembleari ha insistito su questo tema, osservando che la missione svolta dalle Banche di Credito Cooperativo dimostra che dare risposte concrete alle esigenze dell’economia è possibile. Una missione a cui la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, insieme a tutte le sue “sorelle” sparse per l’Italia, ha potuto permettersi di non venire meno in virtù di una gestione che ha sempre privilegiato la solidità. Perché, ha ricordato ancora Azzi, «In oltre 100 anni di storia abbiamo accumulato dei patrimoni che ci consentono di attingere a risorse durante questo inverno così lungo». Un impegno che ha permesso alla nostra Banca di mettere in campo quel +6% di impieghi nel 2011 che è tanto più importante se messo a confronto con i segni “meno” che invece punteggiano le analisi dedicate all’andamento della nostra economia.

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