I pagamenti elettronici in continua crescita: ecco tutti i vantaggi delle nostre Carte Bcc

Scendono gli importi medi per transazione, ma aumentano il numero delle operazioni fatte. Il mondo della monetica si muove su sistemi sempre più sicuri e a garanzia dei clienti

Alla fine, le useremo quasi solamente per il Monopoli. Le vecchie banconote sembrano destinate ad andare in pensione. Le tecnologie sempre più evolute di pagamento che rendono possibile anche con un semplice click il passaggio di denaro, ma soprattutto la stretta che i Governi nell’ultimo decennio hanno dato all’uso del contante (da luglio 2020 il tetto scenderà a 2.000 euro ed entro il 2022 viene previsto un limite massimo di mille) per contrastare la marea di evasione fiscale tracciano la strada: addio, o quasi, a monetine e banconote. «La prospettiva che si delinea è quella di un sempre maggior ricorso ai pagamenti elettronici: la necessità di rendere tracciabili le transazioni in denaro, ma anche la comodità che questi strumenti offrono – abbinata ad una crescente erogazione di servizi accessori – ci porta inevitabilmente verso un abbandono progressivo del contante», afferma il direttore generale della nostra Bcc, Carlo Crugnola. «In questo, il nostro territorio può essere definito come economicamente evoluto: qui, la diffusione dei sistemi di pagamento elettronici è sempre stata al di sopra della media nazionale e, nonostante questo, negli ultimi anni vi è stato un ulteriore deciso incremento».

Il quadro nazionale, secondo i dati dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments curanto da Assofin, Nomisma e Ipsos con Crif, descrive una situazione in lento movimento. In Italia nel 2018 erano attive circa 15 milioni di carte di credito e 56,3 milioni di carte di debito (il classico bancomat). In aumento l’uso delle carte (+4,7% rispetto al 2017), con un importo medio annuo transato di poco superiore ai 1.400 euro, in calo di 83 euro rispetto all’anno precedente; questo conferma che c’è un utilizzo più diffuso delle carte, anche per acquisti di medio-basso valore. Se allarghiamo lo sguardo, l’Italia risulta però essere il fanalino di coda in Europa nell’uso di sistemi alternativi al contante: siamo al 24esimo posto su 28 nel rapporto tra il valore delle transazioni e il Pil. Di fatto, l’80% dei pagamenti in Italia è ancora in contanti. Secondo gli ultimi dati di Bankitalia, ogni italiano nel 2017 ha usato la carta (di debito o di credito) meno di 60 volte, circa 5 volte al mese (+13,3% rispetto al 2014), contro una Francia che vanta 179,7 operazioni con carte di pagamento procapite (quasi 3,5 volte a settimana); l’Irlanda 189,4; Paesi Bassi 250,3 e la Finlandia 300,5 (poco meno di una volta al giorno). La media nella zona euro è di 117,4 operazioni procapite; nell’Unione europea è di 141,7. Questa scarsa propensione alla digitalizzazione dei pagamenti non è però scarsa propensione verso la tecnologia: sette italiani su dieci hanno infatti in tasca uno smartphone, ma nel complesso abbiamo più sim che carte di pagamento: i contratti mobile attivi nel nostro Paese sono quasi 86 milioni, mentre le carte diffuse (credito più debito) sono 77 milioni.
Altomilanese e Varesotto viaggiano però ad un ritmo totalmente diverso. La nostra Bcc ha incrementato del 53% il numero di carte (bancomat e carte di credito) negli ultimi quattro anni e le operazioni fatte con il Pos sono più che triplicate. Di conseguenza, è aumentato anche l’importo che è passato dai canali elettronici: +170%. Con un importo medio per singola operazione che, invece, si è decisamente ridotto, passando da 86 a 62 euro. «L’offerta che, come Bcc prima e come banca aderente al Gruppo bancario cooperativo Iccrea poi, abbiamo messo in campo ci ha permesso di rimanere concorrenziali, con soluzioni per alcuni aspetti innovative e, di sicuro, capaci di rispondere alle esigenze dei clienti», ricorda Crugnola. Non certo secondario, il fatto che il sistema Bcc risulta essere quello più sicuro a livello nazionale. «Le nostre carte sono quelle meno soggette a truffe e clonazioni, questo grazie ad un sistema di controllo a maglie molto strette attuato dal nostro gruppo Iccrea», aggiunge.
Sul fronte della tipologia, la nostra Bcc si qualifica per i servizi aggiunti che vengono dati insieme con le carte. «Se partiamo dalla nostra CartaBcc, in quello che viene chiamato “Acquisto facile” sono compresi una serie di benefici collegati alla carta di credito. Ad esempio, la possibilità di avere il rimborso dell’intera somma spesa in caso di ripensamento, fino a 30 giorni dall’acquisto. Ma anche la possibilità di usufruire di una garanzia aggiuntiva: pensiamo ad un frigorifero, quando lo compriamo ha una garanzia legale di due anni. Con la nostra carta, vengono aggiunti altri 12 mesi per arrivare a tre anni di garanzia. Un sicuro elemento di valore», spiega Roberto Gentilomo, responsabile Area mercato della nostra Bcc. «Questo, oltre all’assicurazione in caso di clonazione, l’addebito in conto il mese successivo a quello degli acquisti e la possibilità di controllare ogni singolo pagamento tramite la specifica app». Nuova nella famiglia Bcc è la Ventis Card: si tratta di una carta di credito direttamente collegata all’omonimo portale di e-commerce che raccoglie il meglio del Made in Italy e le eccellenze internazionali e dove, attraverso la sezione City, è possibile trovare il produttore del territorio che rientra nell’ecosistema Bcc. «Una vetrina che si sta sempre arricchendo di prodotti interessanti e di qualità: ha oggetti particolari, ma anche beni che sono di uso quotidiano come ad esempio la pasta proveniente da produttori selezionati», prosegue. I vantaggi sono veramente tanti. Ventis Card e il portale sono strettamente collegati: iscrivendosi si ha subito un buono di benvenuto, utilizzando la carta c’è un cashback del 5% su ogni acquisto al quale si somma un voucher al raggiungimento dei 1.000 euro di spesa, oltre ad avere accesso ad una significativa scontistica. Accanto alle carte di credito, ci sono le carte di debito: «Il classico bancomat, per prelievi e pagamenti: attraverso l’applicazione è possibile monitorare in tempo reale tutti i movimenti». Non ultime le carte ricaricabili. «È la nostra CartaBcc Tasca», sottolinea Gentilomo. «Per flessibilità, facilitò di utilizzo e livelli di controllo, è forse il miglior strumento per chi fa spesso acquisti online e magari lo strumento per iniziare un giovane ad una gestione consapevole dei soldi». Di carta Tasca c’è anche la versione Business. «Sempre ricaricabile, ma alla quale possono essere abbinate fino a dieci altre carte con sei plafond differenti. È uno strumento adatto per l’azienda che ha dipendenti che viaggiano molto e che permette un puntuale controllo delle spese». Sempre sotto la voce “Tasca” c’è anche la carta ricaricabile ibanetica. «Molto in sintesi, è una carta che sostituisce il conto corrente: è dotata di un suo iban, quindi permette di fare delle operazioni – ad esempio un bonifico – come un conto corrente. Non molto richiesta anche perché è stata pensata per le persone che non sono bancabili e che, in questo modo, possono comunque operare con uno strumento di pagamento elettronico». Accanto a tutto il mondo delle carte, si sta affiancando a grandi passi quello che viene chiamato fintech, ovvero strumenti di pagamento digitali. «Probabilmente il sistema più diffuso è quello riferibile a Satispay: è una sorta di prepagata virtuale comoda per importi piccoli – il caffè al bar -, ma che non può dare la flessibilità di una carta di credito tradizionale».
Questo processo che sta rendendo il denaro sempre più “virtuale” impone però almeno due riflessioni. La prima, riguarda la percezione della spesa. Non dovendo più gestire fisicamente le banconote, si può perdere la cognizione delle somme impiegate. «Un rischio – prosegue il responsabile dell’Area mercato – al quale viene incontro il sistema di controllo delle operazioni fatte: l’applicazione monitora in tempo reale le transazioni, dando sempre un quadro reale della situazione del conto. Ma se, proprio proprio, c’è il pericolo di potersi “perdere” nello shopping, la soluzione bancomat – la carta di debito – è quella più efficace: ad ogni pagamento corrisponde un controllo che i fondi richiesti siano effettivamente disponibili». La seconda questione riguarda la sicurezza. Del fatto che le carte Bcc siano statisticamente quelle più sicure abbiamo già detto. Ma i timori a fare acquisti online restano. «Il gruppo Iccrea opera attraverso un sofisticato software che valuta la sicurezza di un portale di vendita. Se il sito viene individuato come potenzialmente pericoloso, al cliente viene chiesta una verifica aggiuntiva con password; nel caso in cui il portale di vendita sia invece classificato come pericoloso a tutti gli effetti, l’operazione viene bloccata». A chi si avventura senza remore nel web munito di carta di credito la raccomandazione è sempre la stessa: «Fare attenzione e adottare i criteri del buon padre di famiglia. Un po’ di buon senso aiuta sempre ad evitare di finire tra le braccia di qualche truffatore», conclude.

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