Expo Milano 2015, un successo oltre le attese: soddisfatto l’84% dei visitatori

L'Esposizione Universale è stata un'occasione imperdibile per le realtà agro-alimentari: tra queste il Salumificio Colombo di Crosio della Valle, socio BCC

12I 20 milioni di visitatori, che erano l’obiettivo dichiarato, sono stati raggiunti e addirittura superati. Ma il successo di Expo 2015 è andato oltre i numeri, che pure sono di tutto rispetto: l’Esposizione Universale, che si è tenuta a Milano da maggio a ottobre, è stata la dimostrazione che, quando vogliono, gli italiani le cose sanno farle, e ci riescono anche bene. Per chi ha saputo cogliere l’occasione di guardare lontano, è stata anche un momento per creare relazioni e per farsi conoscere in mercati altrimenti difficilmente raggiungibili. Del resto non capita tutti i giorni di avere a disposizione, a due passi da casa, una “piazza” in cui si riuniscono 140 Paesi (54 con un padiglione, gli altri nei cluster tematici), oltre ad aziende, organizzazioni internazioni e regioni italiane, che è stata visitata da oltre 20 milioni di persone, di cui 6,5 stranieri. E di questi, una sessantina di capi di Stato o di governo: tra i quali, Angela Merkel, François Hollande, Mariano Rajoy, Vladimir Putin, fino alla first lady americana Michelle Obama. Ma non sono mancati anche i vip internazionali, come Bono e Sharon Stone. Di tutte le polemiche per i ritardi, le tangenti e le infiltrazioni mafiose di cui si è tanto parlato prima dell’apertura non è rimasto che un ricordo sbiadito: quello che pensano gli italiani di Expo 2015 è che sia stato un grande risultato internazionale. Secondo un’indagine realizzata da Swg che tira le fila dell’evento, l’Esposizione è stata giudicata un successo dal 61% degli italiani, mentre per il 25% lo è stato poco e il 14% l’ha ritenuto un insuccesso. Tra i visitatori, ben l’84% si è dichiarato soddisfatto della propria esperienza. Soprattutto, bisogna rilevare che molti si sono ricreduti rispetto alle catastrofiche previsioni iniziali e i pessimisti hanno via via ceduto il posto agli Expo-ottimisti: a febbraio 2015 meno del 50% dell’opinione pubblica riteneva Expo un possibile successo; a cancelli chiusi questa percentuale è salita al 61%. Expo ha rappresentato un segnale di riscatto dopo quasi un decennio grigio in cui si è parlato soprattutto di crisi, di aziende che chiudono, di tangenti e corruzione. Visitare l’Esposizione universale è stato un modo per riconquistare il senso di comunità nazionale, dando la possibilità di essere fieri di quello che in pochi mesi si è riusciti a fare. Dietro l’afflusso di milioni di persone c’è stata la curiosità, la voglia di scoprire, vedere ma anche una spinta emozionale forte. E, n12_bis_01on certo secondario, l’evento è stato impeccabile anche dal punto di vista della sicurezza, nonostante i timori che hanno accompagnato il grande evento. Il sondaggio è ancora più lusinghiero se si considera chi alla manifestazione ha partecipato. Per i visitatori Expo è stata qualcosa di più di una gita fuori porta o a un parco giochi: è stata la risposta a bisogni da tempo sopiti sotto le ceneri del ripiegamento nazionale, al bisogno di vivacità del nostro Paese, ma anche alla voglia di leggerezza e serenità unita al desiderio di sprovincializzare il Paese, dialogando con mondi e culture diverse. Ben l’84% di chi ha passeggiato sul Decumano valuta l’esperienza molto positiva o positiva. Tra i motivi per cui Expo è stata apprezzata i padiglioni interessanti (56%); la buona organizzazione (27%); il valore istruttivo della visita (24%) e la promozione della produzione di cibo sostenibile (23%). Per quanto riguarda il “sentiment” di Expo sui Social, è sempre stato alto, passando dal 72% di giugno al 78% di ottobre. Le ragioni che sul web hanno spinto a dare un parere positivo sono stati gli eventi (20%), l’internazionalità e lo scambio culturale (17%), il cibo (16%) e l’orgoglio nazionale (14%). Al di là dei biglietti venduti, l’Esposizione Universale è stata l’occasione per organizzare eventi, promuovere relazioni e creare contatti. Tra i bisogni appagati, per il 70% Expo ha risposto al desiderio di eccellere, di fare qualcosa di importante, il 69% di creare qualcosa di bello e di nuovo, il 65% di vivere emozioni e il 62% di creare maggiore armonia nel paese. Tra gli elementi negativi svettano le code, segnalate dal 58% degli intervistati, che hanno caraterizzato soprattutto gli ultimi due mesi del semestre, ossia settembre e ottobre. 12_bis_02Qualcuno ha avuto da ridire anche sul fatto che alcuni padiglioni fossero poco interessanti (24%), che si potesse mettere più l’accento sulla produzione di cibo sostenibile (23%) e che tutto fosse troppo caro (20%). Ci sono state anche realtà locali che hanno saputo cogliere in pieno lo spirito di Expo: tra quelle che hanno saputo interpretarlo al meglio c’è il Salumificio Colombo di Crosio della Valle (Varese), storico socio della nostra Bcc, che non esita a definire il semestre dell’Esposizione universale “un volano incredibile”. L’azienda familiare, fondata negli anni Sessanta dal nonno degli attuali titolari, si è ritagliata una nicchia di mercato grazie alle specialità del Varesotto: i suoi prodotti sono innovativi, pur conservando le tradizioni e i sapori di una volta. Insomma, davvero l’ideale per una manifestazione che ha avuto come tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e che aveva, tra gli obiettivi, far emergere le piccole realtà agroalimentari italiane. «Non abbiamo sfruttato il semestre come business diretto, ma come occasione per intraprendere un percorso internazionale – dice Marco Colombo, uno dei cinque titolari -. Per le piccole e medie imprese del settore agroalimentare è stata un’opportunità unica per approcciarsi a mercati dinamici». All’atto pratico, la collaborazione si è tradotta in una serie di eventi promossi in Expo con diversi partner: «Insieme con la Regione Lombardia abbiamo realizzato una degustazione dei prodotti che realizziamo con la birra Poretti come il salame 4 luppoli, la Toma Varesina 5 luppoli e la Coppa di Varese 6 luppoli: una dimostrazione che collaborazioni tra realtà piccolissime come la nostra e colossi di dimensioni internazionali come Carlsberg, di cui Poretti fa parte, possono funzionare» afferma Colombo. Le iniziative hanno coinvolto anche l’Associazione Pizzaioli Varesini con cui è stato realizzato un show di pizza acrobatica a cui hanno assistito migliaia di persone che hanno avuto l’occasione di degustare le specialità del Salumificio Colombo e altri prodotti tipici, come il pane d’Angera, che risale addirittura al neolitico ed è utilizzato anche come scodella, diventando così un originale elemento di servizio. IMG_6647Con il padiglione dell’Ungheria è stata poi organizzata una degustazione di prodotti varesini e ungheresi, creando un connubio senza dubbio originale, mentre l’Associazione Giovani Imprenditori Francesi è stata ospitata a Varese, favorendo il nascere di ulteriori scambi e iniziative. «Grazie anche al lavoro fatto durante Expo siamo riusciti ad allargare le collaborazioni con diversi Paesi esteri. Inoltre ci siamo affermati ancora di più sul mercato olandese, che oggi è il più presidiato da noi in modo continuativo, grazia a una distribuzione di oltre 800 punti vendita» aggiunge Colombo. Non mancano poi i successi sul mercato interno, tanto che oggi le specialità del salumificio di Crosio della Valle sono presenti al settimo piano della Rinascente a Milano tra le specialità locali. «Manteniamo le radici nel territorio, grazie a partner istituzionali e bancari che ci hanno permesso di crescere in qualità e di svilupparci anche dal punto di vista economico. Il nostro obiettivo è l’eccellenza dei prodotti e di certo Expo è stata la vetrina più importante per farli conoscere in tutto il mondo».

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