Lo scalo merci è stato realizzato ormai quasi 15 anni fa con i fondi dell’Unione Europea, appartiene alla nuova società Malpensa Intermodale, controllata al 100% dal Gruppo FNM e costituita alla fine del 2018 proprio con l’obiettivo di gestire il trasporto merci su rotaia.
il gruppo ha mire ambiziose per lo sviluppo del polo logistico. Il 10 ottobre 2019 è stata costituita la società Malpensa Distripark Srl, controllata al 100% da FNM, dedicata allo sviluppo immobiliare delle aree adiacenti il terminal di Sacconago, funzionale al progetto di gestione dei collegamenti intermodali del settore cargo. Il piano di sviluppo è già stato presentato all’amministrazione comunale, e si realizzerà in tre diversi step.
Lo scalo di Sacconago ha una superficie di 48mila metri quadri e disponendo di due binari operativi da 600 metri, oltre a tre binari di transito e un raccordo, tutti elettrificati, che consentono di “terminalizzare” i treni direttamente con locomotive di linea. Nello scalo, che è aperto tutti i giorni dalle 5 alle 20, operano tre gru gommate per la movimentazione delle unità intermodali. Entro il 2020 entreranno a far parte della flotta FNM anche quattro locomotori diesel-elettrici di produzione ceca, destinati proprio all’utilizzo in ambito cargo.
I primi servizi di collegamento sono stati avviati da Saturno Car Service Srl per conto di Volvo con carri convenzionali adibiti al trasporto di autovetture sulla tratta tra Genk, in Belgio, e Busto. Con due treni operativi alla settimana, da Sacconago passa l’80% delle vetture importate in Italia dal colosso svedese. Poi alla fine del 2019 sono arrivati i “company train” della società fiamminga Move Intermodal, operati da Lineas tramite SBB e DB Cargo Italy, sempre collegati con Genk.
Per il futuro è prevista la “fase uno” del piano di sviluppo del terminal, con i lavori di ampliamento già richiesti all’amministrazione comunale: Malpensa Intermodale ha bisogno di allungare i binari dello scalo merci, per adeguarli alle dimensioni (750 metri) dei convogli ad alta capacità più diffusi nell’ambito del trasporto combinato, ma anche l’area di parcheggio dei mezzi, per renderla più consona alle esigenze degli autotrasportatori.Infine ci sarà anche una “fase due”, che richiederà una procedura urbanistica ad hoc: la società del Gruppo FNM ha chiesto infatti all’amministrazione comunale di poter realizzare un vero e proprio polo della logistica attorno al terminal intermodale. Serviranno quindi nuove strutture a servizio del terminal e di chi lo utilizza.
Strutture che, in prospettiva, potranno anche risolvere l’annoso problema dell’assenza di un centro servizi per le imprese della “cittadella produttiva” di Sacconago.
Lo sviluppo dello scalo merci di Sacconago è una sfida decisiva per il rilancio e il consolidamento della zona industriale di Sud-Ovest. Dopo che negli ultimi dieci anni, con la bretella di via Piombina da un lato e la nuova tangenziale di Magnago dall’altro, entrambe collegate agevolmente con la superstrada 336 Malpensa-Boffalora, sono stati effettuati gli investimenti infrastrutturali necessari per rendere il terminal intermodale efficacemente collegato, lo scalo può finalmente esprimere tutte le sue potenzialità.
Quelle che all’inizio del 2000 portarono ad immaginare la creazione di un polo logistico vicino ad una delle zone industriali più grandi della Lombardia. Il secondo in città dopo il terminal Hupac di Busto-Gallarate, che nel 2018 ha permesso di trasferire 450 mila unità dalla strada alla rotaia.