La mutua sotto l’albero: chiudiamo con questo titolo il 2015, perché si chiude proprio con questa novità per i soci l’anno; una mutua che comincerà la propria attività nell’anno a venire, con due ambiti di operatività, salute e sussidiarietà. Da tempo il welfare di secondo livello è argomento dibattuto; come banca che fa della mutualità un valore fondante vogliamo lanciare un’opportunità che dia ulteriore senso all’essere soci, oltre a contribuire, concretamente, alle spese che si sostengono per determinate prestazioni sanitarie. Ma il 2016 sarà anno di grandi novità anche e soprattutto per il sistema cooperativo nel suo complesso, che sarà finalmente interessato dal processo di autoriforma di cui tanto si è parlato e scritto quest’anno. Nel corso dell’assemblea di Federcasse è stato questo l’argomento principe; il nostro futuro. Nell’intervento del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta è emerso che questo processo fa parte del percorso di riforma del panorama bancario italiano cominciato a gennaio con il cambio di natura delle Popolari e proseguito con il cambio di ruolo delle fondazioni bancarie, il piano salva banche e la creazione della bad bank. L’autoriforma del Credito Cooperativo è in questo senso un tassello del mosaico, ma rappresenta anche un unicum perché al mondo delle BCC è stata offerta un’occasione per formulare e proporre da sé un assetto che sia più in linea con il sistema cooperativo nel resto dell’Europa. Ed è anche l’occasione, più unica che rara, per essere uniti. Delle due ipotesi in campo per il nostro futuro, holding capogruppo unica o più holding capigruppo, il Cda della BCC di Busto Garolfo e Buguggiate non ha dubbi: vuole, esattamente come più volte ribadito da Federcasse, un gruppo unico. Gruppo che sarebbe il primo del Paese per capitale italiano, il terzo per dimensione complessiva e fra i primi per numero di sportelli. È ovvio che uniti si conti di più, che un gruppo unico possa rappresentare una garanzia di stabilità superiore e che si abbia anche più forza sul mercato. Nel suo intervento in assemblea il presidente Azzi ha parlato di “terzo tempo” del Credito cooperativo, perché l’autoriforma rappresenterebbe il terzo cambiamento nella regolamentazione delle nostre banche. Un terzo tempo che potrà partire con il provvedimento legislativo del Governo, indispensabile per innescare il dibattito parlamentare che disegni un quadro normativo utile a rafforzare il ruolo del Credito Cooperativo sui territori e a salvaguardare quella biodiversità bancaria che significa pluralità e rispetto della concorrenza sul mercato. L’augurio è che il futuro arrivi al più presto. Auguri di buon 2016 a tutti.
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