L’utile come risultato della nostra attività, e non come fine assoluto. Nulla di nuovo sotto il sole per la nostra Bcc; così è da 113 anni a questa parte, così è stato anche in questo 2010. È naturale, automatico stendere un bilancio alla fine di un esercizio. Ma non è esaustivo né rispettoso della storia di una banca differente come la nostra dimenticare un tratto saliente del Dna del Credito Cooperativo. A tratteggiare un anno di lavoro non basta mettere a piede pagina un numero risultato di complesse operazioni contabili. Il consuntivo non è fine, né unico, né ultimo, cui l’impegno della Bcc è orientato e cui deve in tutto e per tutto uniformarsi. Un anno di Bcc si compone anche di altre cose; attività, azioni, rapporti, obiettivi che discendono da quei principi ispiratori che sono tali dal 1897. Principi, questi, che nell’anno 2010 si sono concretizzati in iniziative su cui largamente ci siamo diffusi in queste pagine: Univa Bond, accordi con associazioni di categoria come Confcooperative e Confesercenti, tanto per limitarci a tre esempi e stare nella misura del numero perfetto. Soggetti, queste associazioni, cui nel glossario del marketing si appiccica la targhetta di stakeholder del territorio e che per noi, che vogliamo chiamare le cose con il loro nome, sono gli interlocutori di tutti i giorni. Così li chiamo da sempre e mi suonerebbe strano battezzarli altrimenti, perché per noi non sono pedine nel grande gioco di strategia del marketing, ma persone con le quali ci sediamo al tavolo e parliamo sul da farsi. Con le quali parliamo per capirci meglio. Cosa serve a quelle persone, a quei professionisti che rappresentano, cosa possiamo fare insieme per aiutare il territorio dove viviamo e lavoriamo, cosa possiamo e dobbiamo fare per aiutarci a crescere? Perché soltanto se insieme ci aiutiamo a crescere il risultato potrà essere quella redditività che per molti nel nostro settore è misura di tutte le cose. Un bouquet di azioni che voglio citare per i dodici mesi che stiamo per lasciarci alle spalle. Non guardiamo soltanto i conti; lavoriamo anche a costruire la Bcc del futuro, e per questo stiamo azionando la leva per reclutare soci giovani, che assicurino ricambio e contribuiscano a rafforzare l’azione del credito cooperativo nel Nord Ovest. Secondo aspetto: il Crm, ossia la gestione della relazione con la clientela per individuare nella moltitudine di prodotti offerti dalla banca quello che meglio si adatta alle esigenze di ognuno. In senso letterale è un software, per noi Bcc deve essere un modus operandi codificato; qualcosa che è già nelle nostre corde perché conoscendo i clienti e i soci conosciamo quello che meglio si attaglia alle loro necessità. Da molti mesi a questa parte, inoltre, siamo impegnati nella pulizia del credito e ci confrontiamo con gli effetti più pesanti della crisi, quelli che portano alle perdite sui crediti. Ci confrontiamo con una realtà fatta di numeri che, certo, scaturiscono dalla congiuntura sfavorevole, ma anche e sempre più spesso dalla condotta spregiudicata di operatori che, agendo ai limiti della legalità, ci procurano delle perdite e finiscono per togliere risorse alla clientela virtuosa, quella che siamo abituati a conoscere nell’Alto Milanese e nel Varesotto. Il nostro 2010 è stato in linea con la filosofia che ci ha fatto conoscere e apprezzare, specie nei mesi della crisi; il nostro Aiutiamoci a Crescere non è stato soltanto uno slogan azzeccato, ma ha significato concretezza, ossia un aumento degli impieghi superiore alla media del sistema del credito cooperativo. È stato costruzione di prodotti bancari insieme con gli utenti degli stessi, è stato azione sociale, perché l’anticipo della cassa integrazione a 303 lavoratori non fa utile, ma bene di certo. E alla fine sarà soltanto alla luce dei fatti che il nostro operato di Bcc dovrà essere giudicato. Abbiamo camminato con il territorio, mosso passi importanti in direzione della crescita; adesso è il momento di aumentarne la cadenza, di accelerare la ripresa. Questo e solo questo, se fatto tutti insieme, sarà veramente “utile”.
L'editoriale del direttore della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate