Come va? Ma allora, questa crisi è finita o no? Me lo sento chiedere da tanti, sento abbozzare risposte, più o meno convincenti, risposte di pancia o motivate dati in mano, per dire la propria sull’argomento economico che tiene banco da oltre due anni a questa parte. Me lo sento chiedere più spesso adesso, da quando ho accettato di ricoprire la carica di presidente della Bcc lo scorso settembre. Per mesi abbiamo letto di timidi segnali di ripresa, subito smentiti a stretto giro di posta: la crisi non è ancora finita, anche se il peggio è alle spalle. Sulla crisi, come piace tanto fare agli italiani si è naturalmente riusciti a litigare; hai detto che era finita e non è vero. Oppure: la crisi è finita ma non finiranno mai i pessimisti. E così via. Dopo tanti mesi a guardarci intorno per scrutare tutti gli indicatori più o meno attendibili, io una risposta credo di poterla dare. La crisi è finita, ma non c’è da stare allegri. Perché la situazione -e forse è questo che sfugge ai più o che non si vuole ammettere- è quella in cui ci troviamo, non il punto di partenza della crisi, non la situazione che abbiamo lasciato nel 2008 e che continuiamo ad avere in testa e a usare come riferimento. Non è il tempo di raccontarci frottole; la crisi è finita e questo ha lasciato. Che lo si accetti o no. Ma io, i fatti, preferisco accettarli, perché soltanto guardando in faccia alla realtà si può provare a intervenire con ragionevoli possibilità di riuscita. In questo numero dedichiamo grande spazio al nostro claim, Aiutiamoci a Crescere: questa è stata, nel lavoro quotidiano, la nostra risposta alla crisi, il nostro progetto per superarla. E lo è ancora adesso, per tornare ai livelli della “nostalgia”, quelli di appena due anni fa. Alcuni risultati importanti sono arrivati; non voglio squadernare numeri, che pure ci sono a confortarci, parlo di una forma mentis che si sta affermando. Siamo impegnati da tempo a costruire insieme con i nostri partner un modus operandi che è innanzitutto una cultura nuova: una cultura del territorio. La crescita tanto sospirata, per noi, oggi più che mai risulterà dalla capacità di aiutarci l’un l’altro in un progetto comune. Ognuno, sul territorio, esprime delle competenze, ha un proprio raggio d’azione, ha legami con realtà diverse ma tutte, per forza di cose, comunicanti. E allora, l’intento di noi banca è di attivare questi legami, di stringere accordi, di liberare, collaborando, quelle potenzialità che, a oggi, restano inespresse o danno meno di quello che, inserite in un disegno unitario, potrebbero dare. Queste sono azioni che discendono da principi a noi cari: il mutuo soccorso e la cooperazione. Penso che mai come oggi serva questo spirito.
L'editoriale del presidente del Consiglio di Amministrazione