Salvaguardare il valore del nostro modo di fare banca

Il presidente Roberto Scazzosi

Dallo scorso numero della Voce a oggi sono accadute davvero molte cose nella nostra Bcc. Le trovate nelle pagine interne e per ogni accadimento viene riportato anche un mio commento, quindi non ne parlerò qui, limitandomi a ringraziare di cuore Carlo Crugnola per lo splendido lavoro fatto in quasi vent’anni, negli ultimi quattro dei quali ha avuto l’incarico di direttore generale. Mentre mi leggete Carlo ha iniziato a godersi la meritata pensione e al suo posto, in un’ottica di continuità, il consiglio di amministrazione ha chiamato Roberto Solbiati, a cui auguro le migliori fortune e a cui chiedo di guidare la nostra banca lungo la direzione che come governance abbiamo tracciato, con le capacità, l’impegno, la costanza e la dedizione al lavoro che ha fino ad oggi sempre dimostrato. Un sentiero lungo cui lo accompagneranno tutti i nostri dipendenti e i colleghi del comitato di direzione, in primis Annibale Bernasconi, che è stato nominato vice direttore generale.
In questo spazio voglio raccontarvi della recente missione a Bruxelles (come me c’era anche Roberto Solbiati) a cui ho preso parte assieme ad una sessantina di esponenti del credito cooperativo lombardo e piemontese. Siamo andati al parlamento europeo e abbiamo incontrato le principali istituzioni comunitarie non per chiedere sconti o bonus, bensì per vedere riconosciute, valorizzate e messe nelle condizioni di svolgere il loro fondamentale ruolo sociale, oltre che economico, le nostre banche territoriali.
Per poter supportare al meglio famiglie, imprese e territori in questa difficile congiuntura economica è infatti assolutamente necessario e urgente ribadire con forza e continuità il valore della biodiversità economico-finanziaria che come banche di credito cooperativo rappresentiamo. Abbiamo davvero la necessità che venga messo in campo un approccio semplificato e proporzionale della normativa bancaria europea nei confronti delle nostre Bcc che, nonostante la loro particolarità e le loro dimensioni, vengono trattate allo stesso modo degli operatori finanziari e di credito che hanno una valenza nazionale o internazionale, con un aggravio burocratico di pratiche e procedure che ci costringe a impegnare continue risorse. Ed è di tutta evidenza che le banche grandi presentino profili di rischio che non sono assolutamente paragonabili a quelli delle nostre banche di territorio.
In questo momento, al parlamento europeo è in atto un complesso percorso di formulazione e approvazione della legislazione in materia di banche e mercati finanziari ed è assolutamente necessario che si riesca ad inserire norme e spazi a salvaguardia del nostro valore e della nostra capacità di fare banca in maniera differente. Meglio se attraverso un forte sviluppo della componente sociale che come Bcc siamo in grado di esprimere.
Come è stato dimostrato anche in questi difficili anni di incertezza continua, infatti, le nostre banche territoriali possono davvero fare la differenza a beneficio dell’economia reale e del cosiddetto “welfare di prossimità” e per poter permettere un ulteriore sviluppo del nostro ruolo sociale, oltre a quello tipicamente economico e bancario, è determinante che anche a livello europeo vengano riconosciute, salvaguardate e tutelate le caratteristiche peculiari del mondo della cooperazione del credito, soprattutto nell’ottica di un’adeguata applicazione del quadro normativo in termini di proporzionalità e semplificazione.

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