Abbiamo chiuso il 2014 parlando di fiducia, della necessità di avere e concedere fiducia in una vera ottica di sistema. Abbiamo continuato a professare fiducia nel primo scorcio del 2015, quando agli annunci degli ottimisti rispondevano, a mo’ di controcanto, le smentite di chi inclinava al pessimismo. Va detto che, dati alla mano, non si potevano certo intonare osanna, perché gli indicatori non mostravano una svolta decisa rispetto alla storia recente, quella degli ultimi anni. Leggiamo proprio in questi primi giorni di giugno che alcuni attori economici vedono un po’ di luce ed elencano indicatori in positivo; Confcommercio i consumi, altri gli investimenti. Indicatori oggettivi, che si traducono in dati, ma che esprimono, anche e soprattutto, quel valore difficilmente quantificabile che è proprio la fiducia. Certo, siamo consapevoli che non si tratti di un’inversione a 180 gradi, ma la lancetta del barometro si sta spostando rispetto alle aree occupate negli anni più bui. Senza arrogarsi meriti per una situazione ancora tutta da decifrare, ci sentiamo comunque di poter dire che, per quello che è di competenza di una banca locale come la nostra, la BCC ha fatto la sua parte. Carta canta. Il sistema bancario ha chiuso il 2014 con un -4% negli impieghi, noi con un +1%. E questo dopo che negli anni della crisi, come da tutti riconosciuto, abbiamo sostenuto più delle banche grandi l’economia reale che perdeva colpi. Questi sono fatti. Incontestabili. Fatti che parlano di una differenza, sì di grandezze in gioco, ma, ancora prima, di forma mentis e di filosofia. Noi non abbiamo centri studi che producono ponderosi studi, outlook da qui alla fine dei tempi; noi abbiamo, sicuramente, le suole delle scarpe più consumate. Una prova, questa, che noi il nostro territorio di competenza lo giriamo, lo conosciamo, incontriamo e parliamo con i suoi attori economici, sociali e istituzionali, conosciamo imprese e famiglie destinatarie degli impieghi. Insomma ci siamo e siamo attivi. Meglio siamo parte di questa realtà a cavallo tra Altomilanese e Varesotto che, a dispetto delle difficoltà vissute negli ultimi anni, continua a esprimere una vivacità imprenditoriale che ha pochi eguali, e non soltanto in Italia. Questo, ci sentiamo in tutta onestà di dire, significa essere BCC: aver tenuto fede alla nostra mission nei giorni più difficili, esattamente come oggi, con quei segnali di schiarita che proviamo in ogni modo a potenziare. Consentiteci, almeno per la coerenza nella condotta che abbiamo osservato, di provare un po’ di orgoglio. Ci sembra pienamente legittimo alla luce dei fatti. Ho già avuto modo di ricordare una frase significativa di Spencer Klaw, giornalista e docente alla Columbia graduate school of journalism: “quando scriverete editoriali, datevi sempre aria da pessimisti; la gente scambia il pessimismo per profonda saggezza, l’ottimismo per ingenua dabbenaggine”. Ebbene, consapevoli del suo avvertimento, continueremo a correre il rischio di apparire ingenui. A volte funziona.