Qual è il valore di cui gli italiani hanno bisogno per costruire il futuro del Paese? Secondo i sondaggi non ci sono spazi per dubbi, quello che serve all’Italia per andare avanti è la legalità. Un valore che negli ultimi anni si è un po’ sbiadito, ma che nasconde secondo un intervistato su due la soluzione per un domani migliore. È quanto emerge con chiarezza dalla rilevazione effettuata dall’istituto demoscopico SWG nei mesi scorsi. La domanda posta al campione rappresentativo nazionale composto da 1.000 soggetti maggiorenni, con possibilità di esprimere più risposte, è stata questa: “Qual è il valore che ritiene più importante per il futuro dell’Italia?”. Ben il 47% degli intervistati, in pratica la metà, ha posto al primo posto proprio la legalità. Molto distanziati seguono l’efficienza (28%), il rispetto dell’ambiente (27%), la meritocrazia (25%), la giustizia sociale (25%), la libertà dell’individuo (24%), e via di questo passo. La legalità quindi svetta, lasciando gli altri, pur condivisibili, pregi a debita distanza. L’importanza di questo valore traspare anche da alcune iniziative recenti come la Giornata della Legalità che si è svolta il 16 settembre in concomitanza con l’inizio della scuola, a sottolineare la convinzione che un profondo legame con la legalità si costruisce anche partendo dai banchi di scuola. Fulcro delle celebrazioni è stata Roma, città su cui è soffiata forte la bufera di Mafia Capitale, delle inchieste giudiziarie, degli arresti, dei cambi in corsa di nomi e poltrone. Protagonisti della manifestazione sono stati 500 ragazzi delle scuole medie romane accolti nella scuola di Polizia Penitenziaria, struttura dove sono custoditi i resti dell’auto blindata di Giovanni Falcone.
Un successo, quindi, almeno sulla carta: nei fatti la Giornata della Legalità è passata inosservata su giornali e televisioni. La colpa, scrive con amarezza la Polizia Penitenziaria sul proprio blog, è da cercare “nell’incapacità dei nostri amministratori di cogliere il senso di certe occasioni e di certi gesti. Non riescono a comprendere l’importanza istituzionale dell’aprire un canale con le nuove generazioni e la società civile”. Insomma, è
facile decantare la legalità a parole, ma sostenerla nei fatti è una cosa diversa. «Il bisogno di legalità è per gli italiani uno dei fattori determinanti per costruire il nostro futuro e questo è un segnale senza dubbio positivo – afferma Mauro Colombo, vice presidente della nostra Bcc e membro del Comitato Esecutivo -. È sempre più palpabile tra la gente il desiderio che le regole siano rispettate da tutti, senza distinzioni o favoritismi, ma emerge anche la volontà che ci sia qualcuno che controlli che questo avvenga davvero. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato nei mesi scorsi come il “bisogno di legalità sia sempre più avvertito nel nostro Paese”, aggiungendo l’importanza di un “recupero di efficienza” del sistema giustizia, “necessario per rispondere efficacemente al bisogno di legalità fortemente avvertito nel Paese”. Per essere efficace la risposta deve essere tempestiva». Si concentra su un altro valore emerso dal sondaggio il consigliere e vice presidente del Comitato esecutivo Giuseppe Barni, la meritocrazia: «Da anni in Italia ci si riempie la bocca parlando della necessità di promuovere il merito, ma, nei fatti, come emerge da tanti casi di nomine per posizioni di rilievo, emerge esattamente il contrario: il gusto riconoscimento del credito resta, in tanti casi, anche eclatanti, una chimera. Mi risulta naturale, da imprenditore, avere caro il valore del merito: io sono convinto, però, che debba valere per tutti e in tutti gli ambiti, perché il merito è una molla potente per la società intera, una leva per la sua crescita sana. Mi auguro che i nostri figli possano crescere in un Paese dove il merito è premiato». Anche per le aziende il tema è d’attualità, come rileva Diego Trogher, consigliere e membro del Comitato Esecutivo della nostra Bcc: «Essere un imprenditore vuol dire aver ben chiare sia le regole dell’intraprendere, alla base dei risultati aziendale, sia il ruolo sociale che la figura rappresenta.
Da imprenditore so cosa significhi il mio ruolo, ne comprendo il compito, che per me va ben oltre il dare e l’organizzare il lavoro di risorse e mezzi di produzione; e sappiamo tutti come dal lavoro discenda in misura imprescindibile la condizione di vita delle persone, così come le loro realizzazioni personali. Fare l’imprenditore significa svolgere un ruolo rilevante in una comunità. Credo nella funzione sociale dell’impresa, nel suo ruolo di formazione e di educazione; che non è semplicemente massimizzare un profitto, ma è elevare la ricchezza, non solo economica, di una comunità e del suo territorio. Ed è proprio da questa consapevolezza che deriva una rilevante responsabilità. L’impresa è una comunità dentro la comunità, che deve sempre più fare rete, con le Istituzioni, il mondo dell’associazionismo e del non profit, con un unico obiettivo condivisibile, il bene comune». Per quanto riguarda il sistema bancario, poi, questo valore assume un ruolo centrale, come rileva Ignazio Parrinello, vice presidente vicario e membro del Comitato Esecutivo:
«La legalità è sempre un valore fondamentale e questo è evidente nel sistema bancario, dove si concretizza con la normativa antiriciclaggio. Le banche devono avere una conoscenza perfetta dei propri clienti e delle finalità delle operazioni, senza entrare nel merito. Gli istituti bancari ricoprono un ruolo importante nell’affermare la legalità: la nostra Bcc ha ben chiari tutti i dettami previsti dalla normativa antiriciclaggio».