L’economia nazionale, gli interventi «necessari e non più rimandabili», l’urgenza di «agire in fretta e subito»,ma soprattutto il territorio. Le assemblee annuali delle Confindustria del nostro territorio, la varesina Univa e quella dell’Altomilanese, hanno fornito spunti vivaci di riflessione per il dibattito politico ed economico del nostro territorio. Partiamo dall’Unione degli industriali della provincia di Varese, che si è svolta aMalpensafiere lo scorso 26maggio, ha puntato l’attenzione sui tanti dilemmi che stanno interessando la verde provincia della Città Giardino. Su tutti, Malpensa, l’hub internazionale che, con la crisi diAlitalia, si è trovato suomalgrado a fare i conti, per dirla con le parole del presidente di Univa, Michele Graglia, con «la politica del non fare». All’assise degli industriali hanno preso parte anche il nostro presidente Lidio Clementi, il vicepresidente vicario Ignazio Parrinello e il vicepresidente Roberto Scazzosi. Ad aprire i lavori nell’area espositiva di BustoArsizio, la neo presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha raccolto l’eredità di Luca Cordero di Montezemolo e non ha nascosto il suo naturale proseguimento della politica del presidente della Ferrari: «Dobbiamo affrontare rapidamente la riforma del sistema contrattuale -ha detto- e cambiare il modello vigente, fermo al 1993, che non coniuga più produttività e salari». Il presidente della Provincia di Varese, Dario Galli, ha puntato l’attenzione sulla necessità di «rimettere al centro dell’attenzione l’impresa come fattore di sviluppo e di progresso del territorio». Territorialità e impresa: due fattori a cui il sistema economico del nostro territorio guarda con attenzione e che sono stati richiamati anche all’assemblea di Confindustria Altomilanese, a cui era presente Luigi Casero, sottosegretario al ministero dell’Economia e finanze. Chiaro il messaggio già dalla scelta del titolo, “La crescita inutile”, e chiaro nella sua relazione il presidente, Corrado Bertelli: «È eccessiva la tassazione a carico delle imprese e delle famiglie -ha detto-, la pubblica amministrazione è costosa, poco efficiente e crea ulteriori ostacoli all’attività delle imprese. Il gioco di parole, tra “in utile” e “inutile”, intende porre in evidenza alcune contraddizioni esistenti nel nostro Paese. Dove, a fronte dello sforzo per aumentare il Pil da parte del mondo imprenditoriale, si contrappone un continuo incremento dei costi, spesso indotti dalla politica: pensiamo alla spesa pubblica, alle tasse, alla inefficienza dei servizi o alla burocrazia. Per non parlare degli scarsi investimenti del sistema-Paese nella ricerca e nella formazione, o ai ritardi sul versante delle infrastrutture». E le parole degli industriali in Bcc non sono rimaste inascoltate: «È giunto il momento -commenta Lidio Clementi -che il tanto osannato “sistema territoriale” faccia il suo corso e interessi sempre più tutti gli ambiti economici, finanziari, produttivi, sociali del nostro territorio. Globalizzazione non significa abbandonare le proprie radici, ma assumerle a ruolo di locomotiva per intraprendere un cammino comune. Dobbiamo rimboccarci tutti quanti le maniche e le istituzioni devono fare la loro parte».
Si sono svolte le assemblee degli Industriali della provincia di Varese e dell’Altomilanese