Entra nel vivo il percorso di passaggio generazionale che è in corso da un paio d’anni in Bcc: Roberto Scazzosi, 42 anni, avvocato, già vice presidente del consiglio di amministrazione è stato nominato presidente del Comitato esecutivo, l’organismo cui è demandata gran parte dell’operatività quotidiana della banca. «Grazie al consiglio di amministrazione della fiducia e a tutti coloro con cui ho lavorato negli ultimi sette anni, prima da consigliere, poi anche da componente del comitato esecutivo e da vice presidente -sono state le prime parole di Scazzosi-. In questi anni ho preso sul serio il mio ruolo, ho partecipato attivamente alla vita della banca imparando sì da chi aveva più esperienza di me, ma imparando anche a imparare da solo. La mia nomina non rappresenta solo uno dei vari tasselli del passaggio generazionale che stiamo portando avanti da alcuni anni, ma anche il più complessivo adeguamento della struttura della nostra banca ai principi generali che più volte, negli ultimi due anni, l’organo di vigilanza ha raccomandato a tutto il sistema bancario in materia di organizzazione e governo societario delle banche». Va detto che la pratica di “coltivare” in casa i propri leader della banca non è nuova nella Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, che nel 2008 ha chiamato alla carica di direttore generale Luca Barni, 44 anni, dopo un percorso interno durato una decina d’anni, che lo aveva portato alla guida e a conoscere a fondo tutte le aree “sensibili” della banca. «La Bcc, con questa nomina, si è allineata al pensiero di Banca d’Italia sul bilanciamento della gestione societaria nell’ottica di una governance più equilibrata -è il commento del vice presidente vicario Ignazio Parrinello. Banca d’Italia ha voluto evidenziare che la migliore governance non è la leadership individuale ma quella collegiale; quindi meglio la “corporate” della “leadership” governance. È un concetto importante quello della gestione sinergica, coordinata e discussa dei singoli componenti il Cda; un concetto che la nostra banca fa proprio e che contribuirà a rinforzarla». Una tappa fondamentale del cammino di ringiovanimento delle cariche istituzionali della banca locale dell’Altomilanese e del Varesotto era stato, fra l’altro, delineato nell’ultima assemblea di rinnovo cariche. Nel maggio del 2009, infatti, i soci della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, uniformandosi ai principi dettati in materia dall’Organo di Vigilanza, avevano approvato il nuovo statuto societario, che prevede la possibilità di dividere le cariche del presidente del consiglio di amministrazione e delpresidente del comitato esecutivo. All’indomani di quella assemblea, anche a seguito delle dimissioni di due componenti del consiglio di amministrazione per sopraggiunti impegni di lavoro, si era deciso di lasciare entrambe le cariche nelle mani del presidente del consiglio di amministrazione, Lidio Clementi. Ma una volta ricostituito il consiglio di amministrazione con la cooptazione di due nuovi consiglieri (Cecilia Cardani, 42 anni, imprenditrice, e Graziano Porta, 45 anni, ingegnere), il processo di ringiovanimento delle cariche istituzionali è ripreso. Così, nelle scorse settimane, come previsto, le due cariche sono state attribuite ad altrettante persone: Lidio Clementi, pertanto, è uscito dal comitato esecutivo, per mantenere la sola carica di presidente del consiglio di amministrazione. Quindi il consiglio di amministrazione ha nominato all’unanimità il nuovo presidente e il nuovo vice presidente del Comitato esecutivo: Roberto Scazzosi, appunto, e Mauro Colombo, 42 anni, imprenditore, residente a Villa Cortese. E anche il posto di Clementi in comitato esecutivo è stato occupato da un altro giovane: Giuseppe Barni, 49 anni, imprenditore. «In effetti, il ruolo del presidente del consiglio di amministrazione viene sempre più inteso come un organismo sgravato dall’operatività quotidiana e che ha il compito di favorire dialettica e partecipazione interna, oltre che di rappresentare l’Istituto -spiega il presidente del consiglio di amministrazione, Lidio Clementi-. Quello del passaggio generazionale, comunque, è un obiettivo cui siamo fortemente orientati, come ha dimostrato la scelta di affidare la direzione generale della nostra Bcc a Luca Barni». «È un processo di valorizzazione positivo, quello impostato dalla Banca -commenta Giuseppe Barni, dal 2007 componente il Cda e new entry del comitato esecutivo-. Quando, tre anni fa, mi era stato chiesto di entrare nel Cda, perché imprenditore di un’azienda di riconosciuta importanza, avevo accettato con riserva. Ero socio da anni della Bcc, ma una banca vissuta dall’interno è altra cosa: oggi sono pienamente convinto della scelta. È stata un’esperienza positiva; ho avuto modo di ambientarmi apprendendo le dinamiche aziendali e rendendomi conto della complessità di questa macchina che, con i suoi oltre 150 dipendenti, è una delle maggiori aziende del territorio. Oggi siamo chiamati a gestire sfide importanti poste dalla crisi in atto; per questo serve tenere alta l’attenzione per le piccole e medie aziende e per le famiglie e per questo i giovani possono dare un contributo importante». Non giovani per forza, non giovani perché essere giovani è sufficiente. La scelta dà un segnale ben preciso, come ribadisce Scazzosi «Io credo che, prima di un dato anagrafico, si debba parlare di competenze: nel Cda hanno fatto il loro ingresso due professionisti, un’imprenditrice e un ingegnere che possono dare un contributo importante alla nostra banca. È chiaro che se uniamo la preparazione alla positività di chi è nel pieno delle proprie forze ci si può attendere molto. Ma è anche un segnale per la nostra base sociale, per invitare i giovani a farsi avanti, perché i giovani sono la vera garanzia per il futuro». A sottolineare l’importanza di questo passaggio il componente del Cda e del Comitato esecutivo Mario Pozzi: «Partendo dalle disposizioni date da Banca d’Italia, la nostra Bcc ha proceduto con il rinnovo della cariche puntando sui giovani. E puntare sui giovani significa responsabilizzarli. In questo senso dare al comitato esecutivo una guida come quella di Scazzosi è operare per il ricambio generazionale, quindi, in ultima analisi, è investire sul futuro della nostra.
Colombo “vice” Scazzosi
Per prima cosa i ringraziamenti. Mauro Colombo ci tiene a ringraziare «il Cda per la preferenza che ha voluto accordarmi». Lui, l’imprenditore di Villa Cortese eletto vice presidente del comitato esecutivo, la Bcc l’ha “in eredità” dalla famiglia: «Prima i nonni, ora i miei genitori sono clienti della banca, io sono Socio dai primi anni Novanta». Poi è scattato un impegno più diretto con e per la banca. «Nel gennaio 2006 sono stato eletto nel Cda, nel 2007 sono entrato nel comitato esecutivo». Nella ventata di ringiovanimento che sta investendo la Bcc, Colombo si sente a suo agio; classe 1968 la sua, esattamente come il presidente del comitato esecutivo Scazzosi e la componente Cda Cecilia Cardani. «Per me i quattro anni fra Cda e comitato sono stati una grande esperienza professionale e umana; i rapporti con i colleghi sono eccellenti, si lavora bene e in grande sintonia, così come con il direttore generale, i membri del comitato di direzione, dei quali ho potuto apprezzare la professionalità». Più si pratica un ambiente, meglio lo si conosce e così è stato per Colombo, pronto adesso alla sfida che «richiederà una bella assunzione di responsabilità per far crescere la banca in termini quantitativi e qualitativi. E per questo secondo aspetto bisogna insistere da subito sulla qualità del credito, e contribuire alla crescita del nostro territorio». Giovani, ma con le idee chiare.
Barni: “Con la Bcc un cammino preciso”
Per lui banca è sinonimo di credito cooperativo: nasce sotto questa stella il direttore generale della nostra Bcc, Luca Barni. Il primo posto di lavoro, dopo la laurea in Economia e Commercio, è nella Federazione lombarda, poi nella Bcc di Lesmo, per approdare, nel 2000, nella sede di via Manzoni a Busto Garolfo. Una carriera, la sua, tutta “in casa”; una professionalità coltivata tra le mura domestiche. Come a dire i leader nascono e si fanno crescere qui. «La Bcc mi aveva fatto seguire un percorso preciso —ricorda Barni—. Mi sono occupato, nelle vesti di responsabile, dei controlli interni ed è stata un’esperienza fondamentale, per la trasversalità delle competenze, quindi per la mia formazione. Poi sono passato, sempre da responsabile, all’area Crediti, che in una banca commerciale è il vero core business, quindi nel 2008 è arrivata la direzione generale». Nulla di nuovo sotto il sole, allora, se, alla guida del comitato esecutivo, è stato chiamato un altro giovane. «È una scelta coerente con la politica della banca: ringrazio la banca per avere investito su di me, per avermi fatto crescere professionalmente dandomi, nei diversi incarichi, una visione globale di questa azienda; utilissima, adesso, per dirigere la Bcc». Giovane, per il ruolo ricoperto, non soltanto all’anagrafe, ma per le idee; da direttore generale Barni ha avuto da subito le idee chiare sull’impostazione del lavoro. Assunta la guida della struttura, Barni ha avviato una serie di progetti coerenti con il piano strategico, il documento che rappresenta il timone per operare tenendo ben fisse le stelle polari dell’efficienza e dell’efficacia. E poi l’imperativo categorico: gestire il personale secondo criteri meritocratici. «La mia priorità è stata l’affermazione di criteri aziendali, criteri che —facciamo attenzione— non contrastano con i principi della Bcc. E la congiuntura economica lo dimostra: se il sistema delle Bcc si è distinto nel panorama bancario, una ragione c’è. Ed è quella che noi siamo una banca vera». Si scrive criterio aziendale, si legge meritocrazia: è un messaggio per i giovani con qualche ambizione della Bcc? «Nella nostra banca, come ho detto alla festa dei dipendenti prima di Natale, ci sono grandi possibilità per chiunque voglia mettersi in gioco —conclude Barni. Vogliamo far crescere e valorizzare le potenzialità di chi è adeguatamente motivato. Insomma, l’attenzione che la banca, a suo tempo, ha riservato a me voglio che adesso sia rivolta ai giovani con tanta voglia di fare».