Non sempre piccolo in economia è sinonimo di bello. Sempre però, per il piccolo la parola “fiducia” ha un’importanza fondamentale. A dirlo è la prima fotografia scattata alle microimprese del Nord Ovest lombardo; una prima mappatura di quell’universo che rappresenta il vero motore dell’economia nella nostra zona. L’osservatorio economico e congiunturale nato dalla volontà della nostra Bcc, dell’Associazione Artigiani di Varese e di Confartigianato Alto Milanese ha dato i primi risultati: in un convegno/conferenza stampa moderato dal direttore di Varesenews, Marco Giovanelli, è stato infatti presentato alla fine dello scorso mese di marzo, al centro congressi Ville Ponti di Varese, il primo Rapporto di ricerca sulle microimprese, ovvero quelle aziende che, per le loro ridotte dimensioni -hanno meno di 20 dipendentisolitamente non vengono considerate dai principali studi di settore. Dall’indagine, che è stata condotta dall’Università degli studi dell’Insubria attraverso il centro di ricerca CreaRes costituito all’interno del Dipartimento di Economia, emerge un quadro complesso, ma decisamente interessante: «Parliamo di aziende piccole e dinamiche, dove la parola fiducia ha un peso qualitativo elevato e dove il radicamento al territorio diventa elemento fondante per superare la crisi», ha spiegato Rossella Locatelli, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’Università degli Studi dell’Insubria e direttore del CreaRes, che ha coordinato la ricerca insieme ad Andrea Uselli, ricercatore del CreaRes. La ricerca ha coinvolto 212 microimprese artigiane delle province di Varese e Milano che operano in molteplici ambiti: dall’edilizia alla cura della persona, dall’impiantistica al manifatturiero fino al commercio di alimentari. «Si tratta di imprese che hanno un’anzianità media di circa 21 anni», ha proseguito Locatelli. «Molte di loro hanno una relazione “consolidata” con il territorio e gli attori presenti, elemento certamente importante nel definire, ad esempio, le strategie, le condizioni di sviluppo e i rapporti con i finanziatori». La crisi è stata particolarmente sentita soprattutto l’anno scorso: quattro imprese su dieci hanno infatti dichiarato di aver subìto un calo del fatturato di oltre il 10 per cento rispetto al 2008. Dai dati raccolti, non mancano però i segnali di una possibile ripresa: non solamente in quel 25 per cento di aziende che guardano con positività al futuro, prospettando anche di fare degli investimenti nei prossimi 12 mesi. Ma soprattutto, nella volontà di ampliare il proprio pacchetto clienti. «L’elemento di fragilità determinato da una elevata concentrazione del fatturato su pochi clienti si è ridotto nel corso degli ultimi due anni -ha ricordato Locatelli-: il 25 per cento delle imprese ha cercato di ridurre questa concentrazione, in modo da poter resistere alle condizioni macroeconomiche». Il credito alle imprese artigiane nei primi nove mesi del 2009 ha subìto un calo in termini di consistenze, superiore a quello fatto segnare dal totale dei crediti alle imprese private. «Circa il 60 per cento delle imprese ha infatti avuto nel 2009 problemi di liquidità -ha continuato Locatelli-. Per il 32 per cento si è trattato di problemi che si sono prolungati nel tempo e di entità significativa. Per il 63 per cento delle microimprese sono attesi miglioramenti delle condizioni di liquidità nei prossimi 3-6 mesi». Di contro, le banche non hanno ristretto del tutto i margini di manovra. Solo il 12 per cento delle microimprese intervistate ha dichiarato di aver subìto una riduzione dell’offerta di credito nell’ultimo anno. Fondamentale è però il rapporto di fiducia avviato con l’istituto di credito: «La maggioranza delle imprese intervistate intrattiene un forte e duraturo rapporto di clientela con la propria banca di riferimento -ha concluso Locatelli-, con evidenti segnali di soddisfazione». Un segnale importante per una banca, come la nostra, che opera in stretto contatto con il territorio e si pone come partner privilegiato per questo tipo di realtà. «Circa il 56 per cento delle imprese mantiene da più di 10 anni un rapporto con la banca che considera di riferimento – ha sottolineato il presidente della nostra Bcc, Lidio Clementi-. E nell’81 per cento dei casi, indipendentemente dal numero di rapporti bancari, le imprese hanno una banca che considerano di riferimento. Questo dà alla banca locale, quale è la nostra Bcc, un ruolo privilegiato: è un interlocutore preferito anche quando si tratta di fare scelte di fondo». La fotografia scattata dall’Osservatorio non è però importante solamente per il fatto di essere stata la prima; la prima ricerca che si è concentrata sulle microimprese. Ma, di fatto, ha sancito il consolidamento di una collaborazione che la nostra Banca sta costruendo con le associazioni di categoria e le realtà che operano sul territorio. Come ha detto il presidente Clementi: «Questo primo Osservatorio conferma l’importanza del fare sistema per sostenere le nostre imprese. La sinergia messa in campo dalle associazioni artigiani e dalla nostra Bcc dà alle microimprese un importante contributo di conoscenza; un contributo che può aiutare le stesse microimprese a focalizzare l’attenzione sui temi di interesse specifico e offrire spunti e argomenti strumentali all’impostazione delle loro strategie e scelte operative». Una lettura condivisa dal presidente dell’Associazione Artigiani di Varese, Giorgio Merletti che ha parlato dell’Osservatorio come di «un’esperienza importante -tanto per gli attori che ne fanno parte quanto per le imprese coinvolte- dove, per la prima volta, un team affronta con consapevolezza i reali bisogni delle imprese non solo del manifatturiero, ma anche dei servizi». Il tutto deve essere considerato all’interno di quel cammino che Bcc e Associazioni degli Artigiani di Varese e Alto Milanese hanno avviato insieme. Ha infatti proseguito Merletti: «Il lavoro sulla quotidianità, e non su sterili proiezioni statistiche, ha dato spessore alla Carta dei Valori, avvicinando ancor più Confartigianato e Bcc nell’esaltare i “valori del fare”. Così l’Osservatorio ha messo in rilievo quanto sia importante, per gli imprenditori, conoscere i propri limiti e poterli superare attraverso strumenti competitivi allo studio di associazioni di categoria, banche e università. È una lente di ingrandimento sul mondo imprenditoriale del Nord Ovest, per guardare con occhi diversi la realtà che ci circonda». Una lente che permetterà di individuare quelle azioni necessarie di supporto alle imprese finalizzate a sostenere il rilancio e la crescita dell’economia. «Per conseguire questi obiettivi -ha detto Gianfranco Sanavia, presidente Confartigianato Alto Milanese- dobbiamo maturare la capacità di “osservare” in tempo reale i bisogni del territorio, interpretare e capire i dati che derivano da quest’osservazione, ideare soluzioni applicabili e sostenibili. Il lavoro dell’Osservatorio va in questa direzione e rende diretta testimonianza della volontà che accomuna Bcc, Associazione Artigiani di Varese e Confartigianato Alto Milanese: operare con un forte impegno a favore e a supporto di quest’area e delle imprese che in essa producono ricchezza»
