Che il 2009 sarebbe stato un anno difficile lo si sapeva. Che sarebbe stato così nero, non tutti l’avevano immaginato. Solo chi ha avuto lungimiranza di prevederlo ha retto l’impatto, preparando fondamenta stabili per reggere l’onda urto che, tra l’altro, non si è ancora esaurita. Del resto dal momento in cui la crisi finanziaria si è versata sull’economia reale, era inevitabile che le conseguenze ricadessero sul territorio, piccole imprese e occupazione in primis. Questo, tuttavia, non è bastato a fermare la crescita della nostra Bcc: il bilancio 2009 ha confermato il trend di crescita avviato cinque anni fa, con un aumento significativo dei volumi. Alla luce di quanto successo, l’utile lordo è comprensibilmente inferiore a quello 2008: «È inutile vantarsi di essere una banca del territorio, se poi, nei momenti difficili, si tirano i remi in barca e si resta a guardare -dice il direttore generale, Luca Barni-. La nostra Bcc, che dal 1897 dimostra di essere “diversa”, lo sta facendo anche oggi, continuando a dare un sostegno al territorio ed erogando finanziamenti alle aziende». Il bilancio 2009 è la conseguenza di diversi fattori, alcuni esogeni, e altri endogeni: «L’elemento esogeno è la crisi, che ci ha messo in una posizione di sofferenza in quanto molti, per svariati motivi, non pagano – argomenta Barni -. Tutto questo va a finire nella rettifica di valore, che ha inciso in maniera superiore dell’anno scorso sul bilancio, anche se in percentuali inferiori rispetto al resto del sistema bancario. Ci sono poi i fattori endogeni, legati alla peculiarità della nostra banca e del sistema di credito cooperativo: il primo è l’Euribor, che è ai minimi storici, tanto che l’unico confronto possibile è quello con la crisi del ’29. Essendo il nostro core business non poteva che influire negativamente nel bilancio. Il secondo è ancora da ricondursi alla crisi mondiale, che dalla finanza ha contagiato inevitabilmente l’economia reale, che lavora sulle rettifiche di valori». In questo panorama tutt’altro che roseo, la Bcc ha continuato a portare avanti la missione del credito cooperativo. «Abbiamo fatto, consapevolmente, delle scelte che hanno penalizzato la redditività, evitando altre manovre che avrebbero portato vantaggi al bilancio, ma che avrebbero soffocato la clientela – sostiene il direttore -. Non abbiamo mai smesso di erogare credito, nonostante l’Euribor così basso e i rischi associati. A differenza di altri istituti, abbiamo voluto rimanere vicino al territorio che soffre, aiutandolo. Possiamo permetterci di farlo grazie al credito cooperativo, ma anche grazie al fatto che la nostra banca è ampiamente patrimonializzata e dunque i rischi sono calcolati». E i risultati non sono mancati anche nell’annus horribilis. A fronte delle prime cinque banche italiane che hanno avuto un trend negativo, la nostra Bcc ha registrato una crescita degli impieghi del 3.98%. «Le performance della raccolta sono state brillanti: la credibilità e la solidità del nostro istituto hanno fatto registrare un +15.63% nella raccolta diretta, mentre quella indiretta ha registrato un + 9.39%. La nostra Bcc ha saputo coniugare la fiducia concessa con la capacità di scegliere i prodotti giusti. Il margine dell’interesse è sceso, ma abbiamo gestito al meglio il patrimonio e abbiamo fatto bene sul servizio alla clientela, aumentando la redditività e colmando in parte il “gap” delle rettifiche di valore». Per quando riguarda l’andamento delle altre banche, il quadro è “schizofrenico”, come lo definisce Barni: «C’è chi ha perso molto e chi è addirittura riuscito a guadagnare. Le banche di credito cooperativo, che hanno seguito le nostre stesse logiche, hanno registrato una flessione significativa dell’utile, per quanto ci riguarda è stata del 74.35% rispetto all’anno scorso. Bisogna però vedere le cose nella giusta prospettiva: il 2010 si presenta come un anno del tutto simile al 2009 nella criticità dell’economia che si riverbera nel sistema bancario. Abbiamo messo molta cura nella pulizia dei crediti: è vero che il bilancio ne ha risentito, ma stiamo lavorando per ottenere e consolidare i risultati nel medio termine».