È un quadro a luci e ombre quello che viene tracciato nel rapporto ASviS (alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) 2023, presentato lo scorso dicembre a Roma, nella sede del Cnel (consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), «con la collaborazione incondizionata di Federcasse, perché per statuto tutte le Bcc debbono accompagnare e stimolare i cambiamenti culturali, educativi, di stili di vita, di approvvigionamento energetico, di investimento, di mobilità per accelerare la transizione ecologica in un’ottica di sviluppo integrale e partecipato», osserva il nostro presidente, Roberto Scazzosi.
Il rapporto, dal titolo “I territori e gli obiettivi di sviluppo sostenibile”, evidenzia lo stato dell’arte in Italia nel cammino verso i 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030 per eliminare la povertà, proteggere il pianeta e raggiungere una prosperità diffusa. Si tratta degli obiettivi sanciti formalmente il 25 settembre 2015, quando le Nazioni Unite hanno approvato l’agenda globale per lo sviluppo sostenibile. Siamo dunque a metà strada del cammino e nel rapporto 2023 si analizza cosa è successo nei territori italiani negli otto anni che sono trascorsi dalla firma dell’agenda e cosa deve succedere nei prossimi sette per conseguire i suoi 17 obiettivi (goals), che riguardano svariati ambiti, ma sono tutti fra loro interconnessi, perché protezione dell’ambiente, crescita economica e giustizia sociale vanno di pari passo.
Il primo obiettivo indicato dall’Onu è eliminare ogni forma di povertà nel mondo. Il secondo, porre fine alla fame, richiama direttamente la necessità di promuovere un’agricoltura sostenibile. Il terzo è assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età. Il quarto è fornire un’educazione di qualità per tutti. Il quinto riguarda l’uguaglianza di genere. Il sesto riguarda la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie. Il settimo è assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni. Gli obiettivi dall’8 al 12 sono legati allo sviluppo: la crescita dev’essere sostenibile e rispettosa della dignità dei lavoratori, l’industrializzazione dev’essere orientata all’innovazione (e basata su un’infrastruttura resiliente), le disuguaglianze fra le nazioni devono essere ridotte, i modelli di produzione e consumo devono essere sostenibili. Gli obiettivi dal 13 al 15 sono focalizzati sull’ambiente: combattere i cambiamenti climatici, conservare le risorse marine, proteggere l’ecosistema terrestre. Infine, gli obiettivi 16 e 17 promuovono la costruzione di una società pacifica, giusta e inclusiva, basata su una collaborazione fra le nazioni.
Venendo al rapporto ASviS, si legge che «purtroppo, la situazione è tutt’altro che soddisfacente. Infatti, l’Italia mostra avanzamenti generalmente contenuti tra il 2010 e il 2022 per otto obiettivi, una stabilità per tre e addirittura un arretramento per i rimanenti sei. Per quanto riguarda l’andamento temporale si sottolinea che, nel periodo 2010-2022, l’Italia e i suoi territori non hanno fatto passi avanti significativi rispetto ai goal dell’agenda 2030 e i comportamenti tra le diverse ripartizioni (Nord-ovest, Nord-est, Centro e Mezzogiorno) sono abbastanza omogenei. In termini dinamici, se forti miglioramenti riguardano, a livello nazionale, solo due goal (salute ed economia circolare), anche la stragrande maggioranza delle regioni mostra tendenze decisamente positive in uno o due goal al massimo. Parallelamente, se i peggioramenti registrati a livello nazionale riguardano in modo prevalente quattro goal (povertà, qualità degli ecosistemi terrestri, risorse idriche e istituzioni, di cui i primi due in modo più significativo), anche la maggioranza delle regioni registra peggioramenti in tre o quattro goal, con l’eccezione positiva della Toscana, dove si rilevano arretramenti solo per due goal, e le eccezioni negative per Molise e Basilicata, che mostrano tendenze negative per ben sei goal».
Venendo alla nostra Lombardia (i cui indici sono presentati nella tabella, comparandoli con quelli nazionali), tra il 2010 e il 2022 si registra un leggero miglioramento per otto goal: per la salute (goal 3) diminuiscono le persone che fanno uso abituale di alcol (-5,0%) e si riduce la probabilità di morire per malattie non trasmissibili; per l’istruzione (goal 4) aumentano gli alunni con disabilità nella scuola secondaria di primo grado e la quota di laureati (+8,%); per la parità di genere (goal 5) l’incremento delle donne nel consiglio regionale (+15,9%) non è
però seguito da analoghi progressi degli altri indicatori elementari; per l’energia (goal 7) aumenta l’efficienza energetica (+14,1%), mentre rimane stabile l’uso di energia rinnovabile; per il lavoro e la crescita economica (goal 8) si incrementa il reddito pro-capite (+10,8%), ma anche la quota di part time involontario; per le infrastrutture e l’innovazione (goal 9) aumentano la copertura delle famiglie con banda larga (+36,6%) e le imprese con attività innovative (+16,5%); per le città e le comunità (goal 11), la riduzione del superamento del valore limite giornaliero di PM10 (-25 giorni) è accompagnata dall’aumento dell’offerta del trasporto pubblico locale (+22,1%); per il consumo e la produzione responsabili (goal 12) aumenta la raccolta differenziata dei rifiuti (+24,5%), mentre rimane stabile la produzione dei rifiuti (pari a 479,9 kg nel 2021).
«Va poi registrata -si legge nel rapporto- l’assenza di crescita per l’agricoltura e l’alimentazione (goal 2), dove l’aumento della quota di superficie per agricoltura biologica (+3,4%) è compensato dall’aumento dei fertilizzanti usati per ettaro coltivato (+21,1%); per l’acqua pulita e i servizi igienico sanitari (goal 6) e per le disuguaglianze (goal 10), dove aumenta la quota di cittadini non comunitari con un permesso di soggiorno (+13,8%), ma aumenta anche la disuguaglianza del reddito (+1,0%)».
Tre gli obiettivi che in Lombardia fanno registrare un peggioramento: per la povertà (goal 1), dal momento che peggiora la povertà assoluta a livello di ripartizione Nord-Ovest (pari all’8,5% nel 2022) e la povertà relativa familiare (pari al 5,9% nel 2022); per la vita sulla Terra (goal 15), con l’aumento della percentuale di suolo consumato (dal 11,9% nel 2012 al 12,1% del 2022), attestandosi al valore più alto d’Italia; per la giustizia e le istituzioni (goal 16), perché aumentano le truffe e frodi informatiche (+231,4%) e si riduce la partecipazione sociale (-8,7%).
Venendo al dettaglio delle due province su cui opera la nostra Bcc (anche in questo caso pubblichiamo una tabella di riferimento), in quella di Varese nessun goal analizzato nel rapporto di ASviS presenta valori molto inferiori alla media nazionale. In particolare, Varese eccelle in disuguaglianze (goal 10) e ha due goal sopra la media italiana, mentre ha valori inferiori alla media solo in salute (goal 1) e vita sulla terra (goal 15). La provincia di Milano, invece, anche se presenta un goal con valori molto inferiori alla media nazionale, cioè vita sulla terra (goal 15), eccelle in istruzione (goal 4), parità di genere (goal 5), acqua (goal 6), lavoro (goal 8), imprese, innovazione e infrastrutture (goal 9) e disuguaglianze (goal 10) e fa registrare valori sopra la media nazionale in altri due goal.
«Non siamo messi male ma c’è ancora tanto da fare e la nostra Bcc è in prima linea in questo percorso, perché l’impegno per la crescita della nostra economia e l’attenzione alla sostenibilità sociale e ambientale sono parte stessa del nostro essere banca -conclude il nostro presidente, Roberto Scazzosi-. Come Bcc mettiamo al centro la mutualità, favorendo i paradigmi dell’economia circolare: raccogliamo il risparmio sul territorio e lo restituiamo al territorio. Questo modo di fare banca, basato sulla circolarità delle risorse finanziarie e l’abbattimento della loro dispersione geografica è, di fatto, un modello di finanza circolare, paragonabile a quello di economia circolare, basato sul concetto della dispersione zero del capitale naturale».
«Il nostro fine istituzionale è il supporto alle comunità locali, con investimenti nella coesione sociale e nella crescita responsabile e sostenibile del nostro territorio, promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l’educazione al risparmio e alla previdenza -sottolinea il nostro direttore generale, Roberto Solbiati-. Inoltre, nell’ambito specifico dell’accompagnamento alla conversione energetica promuoviamo la diffusione delle energie rinnovabili presso i nostri soci e clienti, oltre ad adottare come azienda banca soluzioni green e ad avere un’altissima percentuale di energia consumata che proviene da fonti rinnovabili».