Il 2021 è stato caratterizzato da grandi incertezze e molte difficoltà e in questo periodo gli obiettivi che abbiamo perseguito sono stati essenzialmente due: sostenere territorio, famiglie e imprese e proseguire nell’incremento della nostra solidità patrimoniale. E oggi che tiriamo le somme, la certezza di averli centrati ce la danno i numeri. Sia quelli dei tanti soci e clienti che sono cresciuti di numero e si affidano a noi con sempre maggiore fiducia, sia quelli del conto economico, che si chiude con un utile di 5 milioni e 39mila euro: un risultato in linea con quello dello scorso anno e che abbiamo raggiunto pur avendo accantonato prudenzialmente 13 milioni e 800mila euro. Una partita, quella dello smaltimento e della copertura del cosiddetto credito deteriorato, su cui è sempre alta la nostra attenzione, proprio per mettere totalmente in sicurezza la banca, che oggi copre al 56,14% l’intero proprio credito deteriorato e che ha un Npe ratio netto -acronimo di Non Performing Exposure, che mette in rapporto il totale dei crediti deteriorati e l’intero stock dei crediti erogati- al 2,75%, un valore decisamente basso, a dimostrazione di un bilancio “pulito” e di una banca sana. Stato di salute che è certificato anche dal Cet 1, sigla che indica il Common Equity Tier 1, ovvero il principale parametro di solidità bancaria, che per la Banca Centrale Europea non deve essere inferiore all’8% e che nel nostro caso è al 20,09%, in deciso miglioramento anche rispetto all’ottimo 17,90% di fine 2020. Detto che il patrimonio della nostra Bcc è oggi di 102 milioni e 700 mila euro, c’è un ultimo, importante indicatore di solidità: il Tcr, acronimo di Total Capital Ratio. Calcolato dividendo il patrimonio di vigilanza per i crediti concessi ai clienti, ponderati per il rischio, il nostro Tcr fa segnare un 20,94%: valore doppio rispetto ai requisiti richiesti dalla vigilanza. E la chiara percezione di questa nostra solidità e affidabilità, assieme all’elevato livello di professionalità dei nostri dipendenti e alla maggiore propensione al risparmio dei momenti di incertezza, sta alla base del risultato della raccolta globale sulla clientela, cresciuta di 200 milioni di euro e arrivata a 1 miliardo e 978 milioni (+11,20%). Nel dettaglio: 1 miliardo e 151 milioni di raccolta diretta (+9,2%) e 827 milioni di raccolta indiretta (+14,1%), quest’ultima cresciuta in un anno di 100 milioni di euro, tutti conferiti nel risparmio gestito, componente che ha fatto segnare un +21% e che ormai rappresenta circa l’80% del totale dell’indiretta. Dato, questo, che conferma sia il grande riconoscimento da parte della clientela dello sviluppo professionale dei nostri servizi di consulenza, sia la possibilità di diversificazione degli investimenti che siamo in grado di offrire e che non sempre è possibile presso altri intermediari.
Il sostegno a territorio, famiglie e imprese è testimoniato dal più 2,10% degli impieghi, a quota 811 milioni, con 138 milioni di nuovi finanziamenti, erogati per larga parte a famiglie e piccole imprese, a confermare la peculiarità della nostra tipologia di clientela e la nostra chiara vocazione di banca locale: non inseguiamo operazioni di grandi dimensioni ma dividiamo le risorse tra le persone del nostro territorio. E per servire al meglio le nostre comunità, nel corso del 2021 abbiamo sia dato vita all’ottimizzazione organizzativa della rete -oggi composta da 16 filiali, con poco meno di 100 addetti-, strutturandoci su aree territoriali “guidate” da una filiale capofila, sia richiesto l’autorizzazione per l’apertura di una nuova filiale a Corbetta, con l’obiettivo di andare a meglio servire un territorio che è particolarmente ricco di insediamenti produttivi. Tra l’altro, l’apertura della filiale di Corbetta, prevista a fine primavera, rappresenterà il completamento della nostra quinta area territoriale, quella di sud ovest. Insomma, da tutti i punti di vista siamo preparati ad affrontare un futuro che appare quanto mai delicato, visto l’orrendo evento bellico che ci colpisce al cuore acuendo le difficoltà che ci hanno messo a dura prova dopo due anni di pandemia. La speranza è che, con una ritrovata e veloce pace, l’Europa cominci davvero a ragionare in maniera unita per trovare le soluzioni ai tanti problemi comuni, su tutti quello energetico, superando divisioni storiche e campanilismi.