Come ormai è risaputo, la metà dell’elettricità italiana viene prodotta in centrali termoelettriche a ciclo combinato alimentate a metano. E questo è il motivo principale per cui il rincaro dei costi dell’energia elettrica è un effetto domino causato dagli aumenti del gas. Le conseguenze sono sotto agli occhi di tutti, con pesantissimi rincari delle bollette per le famiglie e le imprese e con alcuni settori industriali, soprattutto quelli più energivori, che si sono completamente fermati, perché con i costi energetici toccati nelle scorse settimane è diventato diseconomico produrre. Da più parti si invocano soluzioni strutturali e di lungo periodo e una prima risposta per il nostro territorio è arrivata dalla Regione Lombardia, che ha previsto un investimento iniziale di ventidue milioni di euro per avviare la realizzazione di una rete diffusa di impianti di produzione e accumulo energetico che servirà i fabbisogni di abitazioni private, aziende, ospedali, scuole ed enti locali, riducendo i costi energetici a carico degli utilizzatori. Con l’obiettivo di far sorgere nella nostra regione, entro i prossimi cinque anni, 6mila comunità energetiche, generando un incremento di potenza fotovoltaica installata pari a quasi 1.300 MW, corrispondente al raggiungimento di un terzo dell’obiettivo di sviluppo del fotovoltaico entro il 2030.
Il progetto di legge di promozione e sviluppo di un sistema di Comunità energetiche rinnovabili (Cer), approvato all’unanimità dalla commissione Ambiente del Pirellone, prevede la creazione di una Comunità energetica regionale lombarda (Cerl) che funzionerà da centro di coordinamento per tutte le comunità energetiche del territorio. La Cerl dovrà promuovere la cultura delle fonti di energia rinnovabile con iniziative formative e informative dirette ai cittadini, alle imprese e agli enti e supportare la nascita delle singole comunità energetiche territoriali. Obiettivo del progetto di legge è evitare che la Lombardia acquisti energia dall’estero facendo così diminuire il costo della sua produzione, dato che il cittadino diventa anche ‘produttore in proprio’ di energia tramite la Comunità. Senza trascurare il fatto che la realizzazione dei nuovi impianti e la loro manutenzione potrebbe avere anche significative ricadute occupazionali generando nuove opportunità di lavoro.