Superato il secolo di vita, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha conosciuto una seconda giovinezza, cominciando un’espansione importante, che sta andando a compimento proprio in questo autunno 2007 e che è stata più intensa e decisa soprattutto nel terzo millennio. La linea guida della crescita territoriale prende forma con la decisione delle allora Bcc di Busto Garolfo e Bcc di Buguggiate di unirsi, attraverso la fusione per incorporazione della seconda nella prima. Due aree, l’Altomilanese e il Varesotto, distanti ma per tanti versi simili, e potenzialmente unite dalla cerniera del Basso Varesotto, vedono quindi le loro banche locali crescere, fino a formarne una dalle grandi potenzialità e con una missione già scritta: diventare la banca dell’intero territorio. A livello di idea è tutto abbastanza chiaro, ma trasformare il sogno in un progetto, pianificarlo e, soprattutto, portarlo a compimento, non è cosa da poco. Prima ci sono una serie di questioni interne da sistemare: su tutte l’omogeneizzazione della struttura e l’integrazione della base sociale delle due banche d’origine. Ed è così che, superato brillantemente il necessario e delicato periodo di transizione dal “piccolo” al “grande”, il consiglio di amministrazione della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, con il contributo della Federazione Lombarda delle Bcc, definisce le linee guida del progetto, da cui, nel corso del 2002, prende corpo un piano strategico ben chiaro: arrivare, nel breve periodo, a trasformare in un “unicum” le due aree di competenza territoriale. Il progetto viene presentato nell’assemblea dei Soci durante il 2003, ottenendo l’unanime consenso della compagine sociale. È il punto di partenza dell’espansione: già nel novembre di quell’anno, con l’inaugurazione dei locali di Busto Arsizio, cominciano le aperture di nuovi filiali e la crescita territoriale. Il succedersi degli eventi lo si può seguire nella cartina di pagina 13. Dalla situazione di fine secolo scorso, con l’apertura di Busto Arsizio ha preso il via l’espansione da sud a nord, proseguita prima nel 2004 con la nuova filiale di Cassano Magnago e poi nel 2005, con l’apertura dello sportello di Castellanza. E mentre, sempre nel 2005, viene data una nuova e più prestigiosa sede alla filiale di Varese, il CdA scrive la continuazione del piano strategico, che dopo un consolidamento in provincia di Milano nel corso del 2006, con le aperture di Buscate e Castano Primo, nel corso del 2007 torna a puntare con decisione a nord, con le filiali di Samarate, inaugurata nel luglio scorso, e di Somma Lombardo, che a ottobre 2007 coronerà il progetto così a lungo perseguito dell’unità delle aree operative.
PER APPROFONDIRE
Continuità: parola d’ordine dell’industria locale
Dici lavoro e pensi alla fabbrica: e il rapporto raramente è così stretto come nel territorio dell’Altomilanese e del Basso Varesotto, quello riunito sotto l’egida della BCC. Due province per un tessuto economico con una trama molto simile e vicende industriali che, pur nelle rispettive specificità, si richiamano di continuo. Al principio erano le aziende tessili, quelle strategicamente posizionate lungo il corso dei fiumi – qui l’Olona – poi venne la rivoluzione meccanica, l’industria pesante, quella che, più di ogni altra attività, ha marchiato il Novecento. Aziende di grandi dimensioni, spesso di pregevole fattura architettonica, tanto che oggi quelle cattedrali del lavoro scampate alle ruspe sono diventate i monumenti di una branca dell’archeologia loro dedicata, quella industriale. Poi, a partire dagli anni Sessanta, primo effetto di un processo che non aveva ancora il marchio registrato della globalizzazione, la crisi del settore manifatturiero fa la selezione. I grandi colossi prima contraggono la propria attività, poi arrivano a mettere la catena ai cancelli. Questi vuoti, se rappresentano nel tessuto urbano smagliature da rammendare, non segnano da noi la fine dell’attività produttiva. Realtà più piccole, con una forte specializzazione, si impongono in virtù del loro patrimonio di professionalità e di ineguagliabili doti di flessibilità. Non fanno impressione come gli stabilimenti di un tempo, spesso sono vicini di casa riservati, di dimensioni relativamente contenute, ma in grado di dire la propria in un mercato che oggi – piaccia o meno – è il mondo.