«Siamo in una fase d’emergenza che impone risposte straordinarie anche sul fronte dell’applicazione degli studi di settore». Così gli artigiani della provincia di Varese, che in una nota diramata all’inizio di novembre mettono l’accento sulla capacità «degli studi di settore di rappresentare corretteamente la realtà delle imprese» tanto da imporre «interventi correttivi degli strumenti di accertamento fiscale». La normalità economica fotografata dagli studi di settore, infatti, è basata su dati del 2006 o precedenti e, continua la nota, «rappresenta un quadro economico che diverge profondamente dai risultati che le imprese stanno conseguendo». Entro marzo 2009 si riunirà in via straordinaria la “Commissione degli esperti sugli studi di settore” che dovrà adottare le opportune soluzioni per consentire agli operatori economici di affrontare con la necessaria chiarezza gli adempimenti relativi alla dichiarazione deiredditi del 2008. «Le ipotesi in campo vanno da interventi selettivi per adeguare gli studi alla crisi fino alla richiesta di ridurne la valenza probatoria -sottolineano gli artigiani-. Inoltre, una volta presentate le dichiarazioni dell’anno 2008, sarà analizzato concretamente l’impatto della crisi sui singoli settori e dall’analisi potranno scaturire ulteriori correttivi che permettano, in fase di selezione delle posizioni da controllare, l’eliminazione di quelle per le quali lo studio non è più rappresentativo». Sempre all’inizio di novembre, Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato, ha presentato al Governo le prime e «necessarie» misure di intervento per sostenere le Pmi a fronte della crisi finanziaria. La prima riguarda un intervento che consenta agli imprenditori di compensare i crediti di qualsiasi natura vantati nei confronti della pubblica amministrazione con i debiti verso la stessa, a qualunque titolo siano dovuti: «Uno strumento concreto -spiegano da viale Milano- che offrirebbe liquidità immediata alle nostre imprese. La PA italiana è un “pessimo pagatore”, tra i peggiori d’Europa con tempi medi nei confronti delle imprese private fornitrici di servizi che arrivano a 135 giorni, contro una media europea che non supera i 65 giorni». Tra le altre misure presentate da Confartigianato la riassicurazione dei Consorzi Fidi e la ripatrimonializzazione degli stessi da parte delle Regioni.