Oltre 5mila persone, tra cui le principali autorità civili e religiose del Paese, hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione del nuovo reparto di pediatria dell’ospedale di Mutoy in Burundi, costruito grazie al contributo raccolto sul territorio dell’Altomilanese e del Varesotto e raddoppiato dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, per un totale di oltre 200mila euro. Un piccolo grande miracolo, realizzato in uno degli angoli più poveri del mondo, dove ogni giorno si lotta contro fame, povertà e malattie.
E dopo aver promosso per oltre un anno la raccolta di fondi sul nostro territorio, la Bcc ha voluto toccare con mano i risultati del progetto affidato al Vispe, Ong di volontariato d’ispirazione cristiana che da oltre 30 anni opera in Brasile, Burundi, Guinea Bissau e Nepal.
In segno di rispetto e di serietà verso quanti hanno dato il proprio contributo e anche verso le persone a cui il progetto era destinato, una delegazione della banca si è recata in Burundi per partecipare di persona alla cerimonia di inaugurazione, che si è svolta sabato 30 maggio. Mercoledì 27 giugno, quindi, Mario Pozzi, del Cda, e Gianfranco Sommaruga, del collegio sindacale, insieme ai giornalisti Francesco Caielli, già autore della mostra fotografica sul Burundi, e Roberto Bof, hanno preso il volo con destinazione Bujumbura, capitale del Paese.
Il giorno successivo, il viaggio è proseguito verso Mutoy, a circa 140 chilometri di distanza: «Ci sono volute ben quattro ore di viaggio a raggiungerlo, a causa dalle pessime condizioni delle strade – spiega Sommaruga-. Mutoy non è un vero e proprio paese, ma piuttosto un “agglomerato” composto da costruzioni del Vispe. Tutto ruota attorno all’ospedale e alle 16 cooperative realizzate dall’Ong. Oggi la missione del Vispe è ampia e ben articolata, occupa 3 o 4 colline vicino alle rive del Ruburo, nome burundese del Nilo bianco, e dà lavoro a 1.100 dipendenti e 2.200 stagionali». Nato come piccolo ambulatorio, negli anni l’ospedale è cresciuto, fino a diventare una delle strutture più importanti della nazione, dotato dei reparti di maternità, pediatria, chirurgia e medicina, con più di 300 posti letto disponibili. I lavori di costruzione della nuova ala ospedaliera di pediatria finanziata dalla Bcc iniziati nel maggio del 2007, hanno permesso di raddoppiare la capacità di accoglienza del reparto, passando da 50 a 100 posti letto. «I bambini sono la parte più debole della popolazione e per questo abbiamo voluto destinare a loro il nostro aiuto -sottolinea Pozzi-. La mortalità infantile ha tassi altissimi, i problemi maggiori sono legati alla malnutrizione e all’Aids. Riteniamo che il nostro progetto servirà a salvare 30mila bambini all’anno». Sabato 30 maggio, come detto, si è svolta l’inaugurazione ufficiale del nuovo reparto di pediatria, a cui hanno preso parte il presidente del Senato burundese, il governatore della Regione, il sindaco della località di cui Mutoy è una frazione, il segretario dell’arcivescovo e la direttrice generale del ministero della Sanità. La cerimonia, accompagnata da musiche e balli locali, è stata lunga e articolata e nel piazzale c’erano più di 5mila persone in piedi ad assistervi, prima sotto il sole cocente e poi sotto una pioggia torrenziale. «Nessuno si è mosso, tutti hanno aspettato rispettosamente la fine della cerimonia», racconta Sommaruga. Mario Pozzi è intervenuto per portare il saluto del presidente, Lidio Clementi, e dell’intero consiglio di amministrazione della nostra Bcc, nonché di tutto il territorio dell’Altomilanese e del Varesotto.
«L’essere qui, oggi, è motivo di grande orgoglio per aver contribuito all’ampliamento dell’ospedale coinvolgendo nella raccolta dei fondi le popolazioni, le famiglie e le imprese del Varesotto e dell’Altomilanese -ha detto Pozzi nel suo discorso-. Rappresento una banca particolare, che non si limita a prestare soldi e a fare operazioni finanziarie, ma testimonia concretamente i valori di cooperazione, solidarietà e mutuo soccorso importanti per la crescita di tutta l’Italia e che, ne sono sicuro, sono determinanti anche per il vostro sviluppo». Pozzi e Sommaruga hanno avuto l’onore del taglio del nastro del nuovo reparto e hanno consegnato alle autorità presenti lo stemma d’oro simbolo del credito cooperativo e una pergamena di ringraziamento. «Dal giorno successivo all’inaugurazione, il reparto ha iniziato a funzionare a pieno regime -aggiunge Pozzi-. Questo per noi è stata la prova di aver fatto qualcosa di buono e di tangibile per migliorare la vita di queste persone». Mutoy è una realtà conosciuta in tutto il paese e portata ad esempio: «Non possiamo che essere orgogliosi di aver dato il nostro contributo a questo progetto -afferma Sommaruga-. Certo, le difficoltà non mancano, dalla scarsità di personale qualificato (nella struttura operano tre medici, di cui uno africano e gli altri volontari italiani, e una decina di infermieri del posto), alla difficoltà a reperire medicinali. Significativo il discorso che ha tenuto il governatore durante l’inaugurazione: “Tutto ciò che è stato creato è meraviglioso, ma mi domando: se domani andassero via, sapremmo gestirlo da soli?”. Il Burundi, oggi, è un Paese che vive di carità e che sta cercando di ritagliarsi la propria strada. È ancora provato dalla guerra civile, da poco finita. I religiosi sono gli unici a non aver mai lasciato il Paese, rischiando in prima persona. Un merito che è riconosciuto anche dalla popolazione locale, tanto che l’ospedale è stato l’unico posto dove la guerra non è mai entrata»
MARIO POZZI «Essere qui oggi è motivo di grande orgoglio per aver contribuito all’ampliamento dell’ospedale grazie al contributo della nostra Bcc, ma soprattutto grazie al cuore grande delle famiglie e delle imprese del Varesotto e dell’Altomilanese. Testimonianza dei nostri valori di solidarietà, mutuo soccorso, cooperazione».
GIAN FRANCO SOMMARUGA «Mutoy non è un vero e proprio Paese, ma piuttosto un agglomerato urbano composto da costruzioni del Vispe. Tutto ruota attorno all’ospedale e alle 16 cooperative realizzate dall’Ong. Oggi la missione del Vispe è ben articolata: occupa tre colline nella Valle del Nicolo e dà lavoro a 1.100 dipendenti e a 2.200 stagionali».